Tideland - Il mondo capovolto |
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Un film di Terry Gilliam.
Con Jeff Bridges, Jodelle Ferland, Janet McTeer, Brendan Fletcher, Jennifer Tilly.
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Titolo originale Tideland.
Drammatico,
durata 122 min.
- Canada, Gran Bretagna 2005.
- Officine Ubu
uscita mercoledì 31 ottobre 2007.
MYMONETRO
Tideland - Il mondo capovolto
valutazione media:
2,58
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Anticonvenzionale ma leziosodi no_dataFeedback: 200 | altri commenti e recensioni di no_data |
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venerdì 20 dicembre 2013 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Jeliza-Rose, fanciulla orfana di genitori tossicodipendenti, rimasta sola dopo la morte del padre, in una casa in aperta campagna rovinosa e isolata dal mondo, inventa un "mondo capovolto", fatto di individui bizzarri e situazioni paradossali, in cui poter crescere trovando rifugio dalla realtà.
Opera assolutamente singolare, dallo stile narrativo che commistiona fiabesco, tragico e grottesco. Il nucleo fondante è il dramma di una bambina rimasta priva di riferimenti e che si ritrova costretta a crescere anzi tempo: si trucca, si atteggia da vera donna, nega a se stessa la morte del padre, in un crescente patetismo portato al culmine nelle scene di affettuosità verso il genitore morto. Il dramma è tutto visto dai suoi occhi, occhi al tempo stesso di genuina innocenza e di una consapevolezza sconcertante. Ma la trama si sviluppa, e la protagonista è resa dinamica, da situazioni paradossali e personaggi grotteschi, presentati in un'atmosfera rarefatta e fiabesca.
L'incontro di Jeliza-Rose con un ragazzo "diverso" molto più grande, esperienza dal sapore dolceamaro che concentra in sè avventura fiabesca e scoperta della sessualità, è una vera e propria fusione tra perversità estrema e delicata purezza. Interessanti anche le bambole, veri e propri feticci dei genitori (disastrate quanto loro) emblema di un infantilismo snaturato dalla sua serenità e rappresentazione delle istanze comportamentali della bimba (vanità e timidezza, frivolezza e serietà, innocenza e malizia).
Il film è animato dalla ricerca di tematiche bizzarre, inquietanti o straniate, ma tanto parossistiche da non reggersi fino alla fine; il risultato è una creatività che non trova la giusta espressione, restando aggrovigliata e poco coerente. La sceneggiatura è pachidermica, in equilibrio tra monologhi ridondanti fino allo strazio e scene in cui non succede davvero nulla. I ritratti dei personaggi sono esasperati tanto da risultare di maniera (la nostra strega poi non è fin troppo ispirata a quella di Big Fish?). La tematica surrealistica è condita con un pizzico di fine a se stesso, piuttosto che condotta con consapevolezza, più per un compiacimento verso l'astrusità e la disarmonia, che per una più profonda indagine esistenziale. Salvo qualche elemento interessante, sopra citato, si resta in superficie.
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