Specchio magico

Signora Madonna

Manoel de Oliveira, che a dicembre avrà 99 anni, ha tratto Specchio magico dal romanzo di Agustina Bessa-Luis "L'anima dei ricchi", e ne ha fatto appunto un'analisi dolente e sarcastica del rapporto tra religiosità e ricchezza, misticismo e vanità. Dio e lotta di classe. Il tono è lieve, da commedia divertente, un po' anticattolica e un poco anticapitalista. Il film è bellissimo, colmo d'intelligenza e di emozione. Quanto al suo destino, perfino parlarne fa vergogna: da noi lo si vede adesso, anni dopo la presentazione alla Mostra di Venezia 2005, nel periodo peggiore dell'anno, a Roma in un unico cinema, neppure doppiato.
Una signora bella, mondana, maniaca religiosa, si circonda di studiosi dai quali vuol sentirsi dire che la Madonna era, come lei, una ricca. Non può pensare che all'importanza religiosa del personaggio non corrisponda una adeguata condizione sociale: è anzi fortemente impermalosita perché la Vergine ha preferito apparire ai cenciosi pastorelli bambini di Fatima piuttosto che a lei, nonostante tante invocazioni. Gli esperti (in particolare il biblista professor Michel Piccoli) la rassicurano: certo che Maria era ricca, perché i soldati romani si sarebbero giocati a dadi sotto la Croce la tunica di Gesù, se non fosse stata un indumento prezioso? E non è chiaro che alle nozze di Cana la padrona di casa con tanti ospiti fosse lei in persona, e non una sua amica?
Non basta. Non serve una falsa apparizione male organizzata da un dipendente devoto. La signora si ammala. Il marito, che ama soltanto la musica, l'accompagna in viaggio nei posti da lei preferiti, tristi come tombe in attesa: i Luoghi Santi di Gerusalemme, Venezia e il Danicli... Ma lei, offesa a sangue, muore. Si chiamava Alfreda.
da L'Espresso, 9 agosto 2007


di Lietta Tornabuoni, 9 agosto 2007