Gian Luigi Rondi
Il Tempo
L’Olocausto. Ricordato di nuovo con l’adesione piena e convinta di ogni coscienza civile. L’impresa meritoria se l’è assunta oggi il Premio Nobel ungherese Imre Kertész che ha sceneggiato per il cinema un suo libro, «Essere senza destino», pubblicato in Italia da Feltrinelli, in cui aveva rievocato la sua terribile esperienza, a soli quattordici anni, nel Lager di Buchenwald. La regia è di un altro ungherese famoso Laios Koltai, celebrato fino ad oggi come direttore della fotografia non solo in 14 film del suo grande connazionale István Szabó, ma anche in due del nostro Giuseppe Tornatore, Malèna e La leggenda del pianista sull’oceano. [...]
di Gian Luigi Rondi, articolo completo (2711 caratteri spazi inclusi) su Il Tempo 28 gennaio 2006