Melissa P.

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Un film di Luca Guadagnino. Con María Valverde, Marcello Mazzarella, Claudio Santamaria, Geraldine Chaplin, Elio Germano.
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Erotico, durata 100 min. - Italia 2005. uscita venerdì 18 novembre 2005. MYMONETRO Melissa P. * - - - - valutazione media: 1,44 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari. Acquista »
   
   
   

Claudia Morgoglione

La Repubblica

Impresa difficile: un film per adolescenti sul sesso estremo tra adolescenti. A tentare questa scommessa è una delle poche dive di casa nostra, Francesca Neri, al suo debutto come produttrice con Melissa P. Vale a dire la (libera) trasposizione, su grande schermo, di Cento colpi di spazzola, il bestseller italiano più pruriginoso - e più venduto all'estero - degli ultimi anni. E adesso il film, diretto da Luca Guadagnino, arriva nelle sale, con distribuzione Sony Pictures - major che ha anche co-prodotto la pellicola, insieme alla Neri e a Claudio Amendola. Oggi la commissione censura ha vietato il film ai minori di 14 anni, come sperava il regista che vedeva con preoccupazione un divieto ai minori di 18 anni. E oggi c'è stata anche l'anteprima riservata alla stampa. Che ha suscitato un po' di perplessità, e anche qualche risatina in alcune scene, diciamo così, intense.
Interpretata dalla diciottenne spagnola Maria Valverde, molto credibile nell'incarnare il personaggio, la pellicola racconta un anno scolastico della sedicenne Melissa. La sua è una vita familiare difficile: il padre è sempre assente per lavoro, la madre (Fabrizia Sacchi) preferisce non vedere e non capire nulla di ciò che accade alla figlia. L'unico legame affettivo forte è con la nonna (Geraldine Chaplin).
Inoltre Melissa è innamorata del bel Daniele (Primo Reggiani), e farebbe qualsiasi cosa pur di compiacerlo. Ma la prima esperienza sessuale con lui è a dir poco umiliante. Sopraffatta dalla vergogna, incapace di staccarsi dal ragazzo, alle prese con desideri fisici fino a quel momento sconosciuti, la nostra eroina decide consapevolmente di compiere una vera e propria discesa agli inferi. Provando tutte (o quasi) le variazioni sul tema del sesso estremo. Esperienze che la riempiono di un dolore quasi impossibile da sostenere, con conseguenti lacrime e tentativi di autolesionismo. Fino a che un lutto la porterà a una maggiore consapevolezza.
Questo il film. Ma dopo l'anteprima, in conferenza stampa, il clima si surriscalda subito, quando alcuni cronisti contestano il fatto che in un film destinato a un pubblico adolescente, e infarcito di sequenze erotiche, non si veda neanche l'ombra di un preservativo. "Ci siamo chiesti se inserirli in scena - ammette Guadagnino, che è anche co-autore della sceneggiatura insieme a Barbara Alberti e Cristiana Farina - ma poi abbiamo pensato di no, visto che il percorso di Melissa doveva per definizione essere senza rete". In pratica, secondo il regista, se una ragazza arriva a farsi coivolgere in orge con cinque coetanei o in appuntamenti sadomaso con un campagno di chat, difficile che pensi a proteggersi dall'aids.
Altra possibile polemica in agguato: il fatto che la sceneggiatura sia stata disconosciuta da Melissa Panarello, autrice del libro autobiografico da cui il film è tratto. "Lei all'inizio ha collaborato con noi - spiega Francesca Neri - poi però si è resa conto che la storia non era esattamentre quella del romanzo: questo le ha provocato difficoltà, e ha preferito allontanarsi". Non senza rilasciare, va aggiunto, dichiarazioni di fuoco sul "tradimento della sua opera". "Si tratta di un diario intimo, frammentario - si difende oggi la produttrice - dunque, per avere una struttra narrativa che lì non c'era, abbiamo creato alcuni personaggi, come la nonna e l'amica del cuore. E ne abbiamo cambiati altri". Ma, al di là della querelle con la giovane scrittrice, su una cosa regista, sceneggiatori, produttrice e cast concordano: Melissa P. non è un film sul sesso, ma sulle emozioni. "Un percorso di formazione da un punto di vista tutto femminile", dichiara ad esempio il regista. O meglio la storia di un'adolescenza inquieta, come sostiene la Neri: "Quando ho letto il libro - rivela - ho subito provato il desiderio che i sentimenti, anche duri, che esprime, arrivassero sullo schermo. Io ricordo bene quando ero adolescente: e il film mostra cosa può accadere a una ragazza di quella età. Nell'affrontare la vicenda non abbiamo fatto scelte facili, abbiamo cercato di andare fino in fondo a sentimenti duri".
Da qui l'inevitabile analogia tra questa pellicola e quella che lanciò la Neri attrice: Le età di Lulù di Bigas Luna, altra storia di sesso estremo e percorsi esistenziali. "Ma non c'è un vero parallelismo tra le due opere - conclude Francesca - credo però che cambierà la vita della protagonista, Maria Valverde, come Lulù, un'esperienza difficilissima da vivere, cambiò me". Poi la confessione: "In questo debutto come produttrice sono molto più emozionata che in quello da attrice". E a guardarla, sembra proprio che dica la verità.
Da La Repubblica.it, 18 novembre 2005


di Claudia Morgoglione, 18 novembre 2005

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