tonisciallo
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giovedì 29 ottobre 2009
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abel ferrara cerca dio e lo trova nel pubblico
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Mary di Abel Ferrara è un film inteliggente basato su un perfetto equilibrio di fede-non fede.
La trama si basa sulla creazione di un film che parla della storia di Gesù Cristo vista dall' ottica di un regista che vuole dare scandalo cercando solo un profitto personale ,sfruttando al massimo sia persone che polemiche per puro lucro.
Questo da inizio a una serie di reazione a catena, coinvolgendo tutte le persone vicine alla pellicola,prima su tutte l ' attrice che interpreta Maddalena(Juliette Binoche) che non riuscendo ad uscire dalla parte interpretata decide di lasciare la sua vita ed il suo successo per andare a vivere a Gerusalemme.Mentre Forest Whiteaker interpreta , egreggiamente, la parte di un conduttore televisivo di un programma culturale , dove durante una settimana dedicata alla vita di Cristo la sua vita personale sarà messa duramente alla prova.
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Mary di Abel Ferrara è un film inteliggente basato su un perfetto equilibrio di fede-non fede.
La trama si basa sulla creazione di un film che parla della storia di Gesù Cristo vista dall' ottica di un regista che vuole dare scandalo cercando solo un profitto personale ,sfruttando al massimo sia persone che polemiche per puro lucro.
Questo da inizio a una serie di reazione a catena, coinvolgendo tutte le persone vicine alla pellicola,prima su tutte l ' attrice che interpreta Maddalena(Juliette Binoche) che non riuscendo ad uscire dalla parte interpretata decide di lasciare la sua vita ed il suo successo per andare a vivere a Gerusalemme.Mentre Forest Whiteaker interpreta , egreggiamente, la parte di un conduttore televisivo di un programma culturale , dove durante una settimana dedicata alla vita di Cristo la sua vita personale sarà messa duramente alla prova.Whiteaker , persona senza un credo preciso si troverà in balia della vita, senza sapere a chi chiedere aiuto cadendo sempre più in basso fino a che cercherà per la prima volta nella vita aiuto in Dio.
Le storie personali dei tre protagonisti si intrecceranno in uno strano destino dando vita a uno scontro tra l' io e Dio , tra fede e razionalità.
Abel Ferrara riesce a far pensare profondamente, scuote sia il credente che l' ateo aprendo quesiti nobili a cui il film, propositamente, non da risposte chiare e in questo caso l essere ermetico è un punto a favore che da spazio al libero arbitrio di ognuno noi.....Ferrara cerca Dio e lo trova dentro il pubblico
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paolo massa
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sabato 15 aprile 2006
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mary tra peccato e redenzione
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Una storia corale, tre personaggi ognuno alla ricerca di un proprio equilibrio, che sia il successo, la famiglia, il piacere, la fede, al centro dell’ultimo, radicale film di Abel Ferrara: “Mary”. Tony Childress, regista controverso, di ritorno dal Medio-Oriente dove ha finito di girare la sua pellicola, “This is my blood”, incentrata sulla vita di Gesù Cristo e sul suo rapporto con Maria Maddalena; Marie Palesi (una delicata Juliette Binoche), attrice di gran talento, interprete della figura di Maddalena nel film di Childress, in preda a una crisi mistica che la porterà lungo le strade di una Gerusalemme in stato di guerra; Ted Younger (un intenso Forest Whitaker), giornalista televisivo di New York, conduttore di un programma sulla parabola esistenziale di Gesù e in piena crisi coniugale con la giovane moglie incinta.
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Una storia corale, tre personaggi ognuno alla ricerca di un proprio equilibrio, che sia il successo, la famiglia, il piacere, la fede, al centro dell’ultimo, radicale film di Abel Ferrara: “Mary”. Tony Childress, regista controverso, di ritorno dal Medio-Oriente dove ha finito di girare la sua pellicola, “This is my blood”, incentrata sulla vita di Gesù Cristo e sul suo rapporto con Maria Maddalena; Marie Palesi (una delicata Juliette Binoche), attrice di gran talento, interprete della figura di Maddalena nel film di Childress, in preda a una crisi mistica che la porterà lungo le strade di una Gerusalemme in stato di guerra; Ted Younger (un intenso Forest Whitaker), giornalista televisivo di New York, conduttore di un programma sulla parabola esistenziale di Gesù e in piena crisi coniugale con la giovane moglie incinta. Insomma, tanta carne a cuocere per un film intenso e spigoloso, dove ogni tentativo di comprensione può infrangersi contro il muro dei dubbi esistenziali. Ed è su questo tappeto di incertezze che scorrono senza tregua le vicende dei tre personaggi, vittime di un mondo in sfacelo, tra ventate secolarizzanti e fumi di guerra: ottimo, a tal proposito, il sagace “parallelismo scenografico” tra una New York in balia di gang criminali, odio etnico, materialismo grezzo sintomo di una società indifferente ed egoista, ed una Gerusalemme ad alto tasso di spiritualità, pervasa da un profondo credo religioso, simboleggiato dall’incessante preghiera al cospetto del “muro del pianto”. Ma anche nella culla della fede totalizzante, movente di ogni singola azione umana, non c’è pace che tenga: è il rombo delle bombe, infatti, ad interrompere quotidianamente il quieto vivere di quella terra, sospesa tra bene e male ormai dal lontano 1948, anno di nascita dello Stato d’Israele. Ecco perché “Mary” è un film imprescindibile per chiunque voglia tentare, seppur minimamente, di dare un senso compiuto alla vita che ci circonda; è un film che lascia l’amaro in bocca, che spinge ad una riflessione, ad un’azione, ad un cambiamento; è un film che parla di peccato e redenzione, vita e morte, infedeltà e fedeltà, sopravvivenza ed esistenza, dove ogni personaggio necessita di un’espiazione, dove ognuno la cerca a suo modo, se riesce a trovarla.
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paolo massa
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giovedì 29 dicembre 2005
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paolo massa
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Una storia corale, tre personaggi ognuno alla ricerca di un proprio equilibrio, che sia il successo, la famiglia, il piacere, la fede, al centro dell’ultimo, radicale film di Abel Ferrara: “Mary”. Tony Childress, regista controverso, di ritorno dal Medio-Oriente dove ha finito di girare la sua pellicola, “This is my blood”, incentrata sulla vita di Gesù Cristo e sul suo rapporto con Maria Maddalena; Marie Palesi (una delicata Juliette Binoche), attrice di gran talento, interprete della figura di Maddalena nel film di Childress, in preda a una crisi mistica che la porterà lungo le strade di una Gerusalemme in stato di guerra; Ted Younger (un intenso Forest Whitaker), giornalista televisivo di New York, conduttore di un programma sulla parabola esistenziale di Gesù e in piena crisi coniugale con la giovane moglie incinta.
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Una storia corale, tre personaggi ognuno alla ricerca di un proprio equilibrio, che sia il successo, la famiglia, il piacere, la fede, al centro dell’ultimo, radicale film di Abel Ferrara: “Mary”. Tony Childress, regista controverso, di ritorno dal Medio-Oriente dove ha finito di girare la sua pellicola, “This is my blood”, incentrata sulla vita di Gesù Cristo e sul suo rapporto con Maria Maddalena; Marie Palesi (una delicata Juliette Binoche), attrice di gran talento, interprete della figura di Maddalena nel film di Childress, in preda a una crisi mistica che la porterà lungo le strade di una Gerusalemme in stato di guerra; Ted Younger (un intenso Forest Whitaker), giornalista televisivo di New York, conduttore di un programma sulla parabola esistenziale di Gesù e in piena crisi coniugale con la giovane moglie incinta. Insomma, tanta carne a cuocere per un film intenso e spigoloso, dove ogni tentativo di comprensione può infrangersi contro il muro dei dubbi esistenziali. Ed è su questo tappeto di incertezze che scorrono senza tregua le vicende dei tre personaggi, vittime di un mondo in sfacelo, tra ventate secolarizzanti e fumi di guerra: ottimo, a tal proposito, il sagace “parallelismo scenografico” tra una New York in balia di gang criminali, odio etnico, materialismo grezzo sintomo di una società indifferente ed egoista, ed una Gerusalemme ad alto tasso di spiritualità, pervasa da un profondo credo religioso, simboleggiato dall’incessante preghiera al cospetto del “muro del pianto”. Ma anche nella culla della fede totalizzante, movente di ogni singola azione umana, non c’è pace che tenga: è il rombo delle bombe, infatti, ad interrompere quotidianamente il quieto vivere di quella terra, sospesa tra bene e male ormai dal lontano 1948, anno di nascita dello Stato d’Israele. Ecco perché “Mary” è un film imprescindibile per chiunque voglia tentare, seppur minimamente, di dare un senso compiuto alla vita che ci circonda; è un film che lascia l’amaro in bocca, che spinge ad una riflessione, ad un’azione, ad un cambiamento; è un film che parla di peccato e redenzione, vita e morte, infedeltà e fedeltà, sopravvivenza ed esistenza, dove ogni personaggio necessita di un’espiazione, dove ognuno la cerca a suo modo, se riesce a trovarla.
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nerofelix
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giovedì 27 luglio 2006
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film inutile
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E' un film mediocre, abbastanza insignificante, privo di qualsiasi lusinga. Finge intellettualismo ma ricicla cose dette e ridette, ingurgitate e già digerite. Mi sorprende il giudizio della critica (che ovviamente rispetto), ma davvero non riesco a vedere (se non nel tipico approccio documentaristico alla Ferrara) alcun segno di novità o di pregio. Pellicola certamente realizzata a bassissimo costo... ma questo non implicherebbe nulla... peccato che alla povertà dei mezzi si sia aggiunta anche quella di idee. Con qualche forzatura ed enfasi di troppo (che mal si concilia con l'atmosfera scabra che lo caratterizza), lo definirei sostanzialmente "un esercizio mancato". Insufficiente.
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