Mary

Paola Casella

Ci sono registi che, prima di accostarsi a una materia incandescente, preferiscono che il fuoco si smorzi, che le ceneri si depositino in maniera ordinata. E poi c’è chi, come Abel Ferrara, si butta nel fuoco a testa bassa, rovesciando sul grande schermo tizzoni e lapilli, e lasciando che sia lo spettatore a bruciarsi le dita, per poi lasciar sedimentare i carboni spenti all’interno della propria coscienza. Così Mary, il film di Ferrara che esce oggi sui nostri schermi, e che all’ultima Mostra del cinema di Venezia ha vinto (fra applausi e fischi) il premio speciale della giuria, parla dei terni più scottanti della realtà attuale — il terrorismo degli integralisti religiosi, la ricerca spirituale di un Occidente privo di ideologie, la cattiva coscienza di chi predica bene e razzola male — lasciandoli al livello primario di immagini, suoni e colori, senza raffinarli attraverso una qualsiasi forma di elaborazione intellettuale. [...]

di Paola Casella, articolo completo (4518 caratteri spazi inclusi) su Europa 11 novembre 2005