Mary

Natalia Aspesi

Finito il film ”Questo è il mio sangue”, l’attrice Juliette Binoche che interpreta Maria Maddalena non riesce a staccarsi dal personaggio e, così com’è, in una rozza tunica, spettinata e con lo sguardo allucinato, parte per Gerusalemme alla ricerca, ovvio, di se stessa: il regista Matthew Modine. che con la barba ha anche il ruolo di Gesti, pensa solo allo scandalo e ai soldi che il suo film potrebbe procurargli, sulla scia della Passione di Mel Gibson: il giornalista televisivo Forest Whitaker, grasso, sudato e nero, sta conducendo con grande successo un ciclo su Dio, ma intanto la sua sposa, Heather Graham, che più bianca non si può. in fin di vita, partorisce un bambino sofferente: senza fede, consigliato telefonicamente dalla Maria Maddalena che si aggira in Terra Santa tra le stragi palestinesi e Israeliane, il telegiornalista prega piangendo davanti a un crocefisso. Con tutto quel che succede nel mondo, Dio avrà Il tempo di ascoltarlo?
Ai duri di cuore, Mary di Abel Ferrara è parso un film pasticciato, con tre storie intrecciate sbadatamente. intriso di sentimentalismo e persino un po’ impudico nell’esibizione di una fede incontrollata e usata. Errore, perché si è formata subito una folla compatta di entusiasti e di commossi, critici, filosofi, cinefili, poeti, atei e cattolici, di sinistra e di destra e persino, con prudenza vaticana, di centro, unita nel grido di «Capolavoro!». Da Leone d’oro?Anche! Intanto il regista italo-americano, che malgrado le molte intemperanze non smette di avere fan fin dai tempi del crudele Il cattivo tenente, beve, mangia e rimbomba di risate. E il solo a non prendere sul serio Mary: «Il film religioso è un genere come un altro. Sin dai tempi di Il re dei re di Ray o del Vangelo secondo Matteo di Pasolini si sono fatti film pasquali o natalizi. Parevano ormai fuori moda, tanto che Mel Gibson ha dovuto finanziare e distribuire da sé il suo La passione: ma siccome nei soli Stati Uniti il film ha incassato 370 milioni di dollari, anch’io ho trovato i soldi perla mia santa peccatrice».
E mentre la televisione italiana sforna fiction di santi, papi, martiri e apostoli, Hollywood sta scoprendo il nuovo potere dei gruppi cristiani fondamentalisti e dei suoi 30 milioni di fedeli, che non chiedono tanto film religiosi, quanto opere che non offendano i valori cristiani e non incrinino le certezze della Bibbia ufficiale: quindi fiorire di esperti di marketing cristiano che spulciano i film per far togliere ogni vano riferimento a Dio o alla Madonna, e che stanno controllando la lavorazione del Codice da Vinci, con i suoi riferimenti peccaminosi a Maria Maddalena come sposa di Gesù.
In questo senso, anche Mary, per quanto adatto ai più sensibili papa-boys, potrebbe irritare i devoti tradizionalisti, a cominciare dal presidente Bush stesso (del devoto ateo tradizionalista Pera e dei suoli simili non si può immaginare la reazione): perché la Maria Maddalena del film nel film non è solo una seguace di Gesù ma una sua apostola un po’ fidanzata, secondo il vangelo gnostico di Filippo. La interpreta con santa convinzione Juliette Binoche che prima ancora di accettare la proposta dl Ferrara, voleva fare un film tratto da un improbabile vangelo detto di Maria Maddalena, che divenne di moda agli albori del femminismo anni 70, perché metteva una donna alla tavola dell’Ultima Cena.
Da La repubblica, 7 settembre 2005


di Natalia Aspesi, 7 settembre 2005