Le mele di Adamo

Un film di Anders Thomas Jensen. Con Ulrich Thomsen, Mads Mikkelsen, Nicolas Bro, Nikolaj Lie Kaas, Ole Thestrup.
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Titolo originale Adams æbler. Commedia, durata 94 min. - Danimarca 2005. uscita venerdì 28 aprile 2006. MYMONETRO Le mele di Adamo * * * - - valutazione media: 3,14 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari. Acquista »
   
   
   

Quando Male e Bene si scambiano di posto... Valutazione 5 stelle su cinque

di francesca meneghetti


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domenica 11 giugno 2006

Se vi capitasse di assistere ad una scena così: un naziskin forzuto che prende a cazzotti un gracile pastore (nel senso di protestante), buonista, più che buono, che sembra uscire da una comunità hippy degli anni '70, per chi tifereste? Se avete il comune senso del pudore o della giustizia, o se vi piace pensare nell'alveo del politically correct, trovate assurda la domanda, tanto ovvia è la risposta. Ma se un diavoletto dispettoso si risveglia in voi - guardando il film "Le mele di Adamo" del regista danese Anders Thomas Jensen - può darsi che arriviate a pensare che il neonazista Adam, con metodi poco ortodossi (OK!), sta cercando di richiamare alla realtà un uomo di Dio tanto cocciuto nella sua fede nella Provvidenza da dare ai nervi. Forse non vi piacerà scoprire che una parte di voi si è schierata con il "Male", però vi potrà consolare la considerazione che: 1. Adam rappresenta quel Male con cui il Bene deve fare i conti per essere credibile; 2. non è un personaggio statico, ma in fase di maturazione, o, se si vuole, di riscatto. Un po' di trama. Adam, uscito dal carcere, deve trascorrere un periodo in una comunità di recupero, isolata (nel mezzo di una campagna naive, colta sempre nei colori dorati del tramonto) e anomala: la formano, oltre al pastore Ivan, un nazista (d'epoca), un rapinatore islamico politicizzato, un ex tennista bulimico ed alcolizzato. Ivan appare sicuro delle possibilità di recupero di queste persone, perché crede ciecamente nel Bene. E' importante però che abbiano un obiettivo. Quello di Adam, da lui stesso scelto per provocazione, sarà di fare una torta con le mele di un rigoglioso albero che cresce accanto alla chiesa. Ma il Male irrompe nel piccolo gruppo sotto molteplici forme, talora violente e drammatiche (va detto che il film è un noir, temperato da umorismo anglosassone), talora metaforiche: come i vermi, i corvi , i fulmini... Lo stesso albero è metaforico. Se la mela di Eva rappresenta il peccato originale (non di gola, ma di orgoglio: perché è il frutto dell'alberodella conoscenza del bene e del male), le mele di Adam rappresentano la possibilità di redimersi dal male stesso. Cosa che in effetti avverrà. D'altro canto, l'ottimismodi Ivan, che trova una spiegazione razionale e scientifica nella malattia che lo affligge, vacilla duramente quando Adam gli sbatte in faccia una pagina della Bibbia (quella che si apriva immancabilmente quando il neonazista buttava a terra il libro che il pastore stesso gli aveva donato). In quella pagina inizia il libro di Giobbe, un uomo buono e al tempo stesso fortunato. Su sfida di Satana a Dio, viene sottoposto a prove atroci per testare la reale consistenza della sua fede. Perde i beni e i figli, si copre di piaghe, si trova abbandonato in una discarica. Agli amici che gli obiettano che, se gli sono capitati questo guai, sarà stato senz'altro per sua colpa, Giobbe oppone la sua innocenza, ma, sfiduciato, maledisce la sua nascita e protesta l'assurdità della vita e della creazione (finché non gli parla Dio stesso: il che lo appaga di tutti i guai). Ivan, invece, di fronte alla storia di Giobbe, scopre improvvisamente la Sua storia e tutto quel male che prima rifiutava di vedere. Da questo aspetto, la storia sembra un omaggio al Candido di Voltaire, un ragazzo, ingenuo come il suo nome, educato all'ottimismo da un maestro senza dubbi, convinto che il mondo in cui viviamo è il migliore dei mondi possibili, il quale scopre, viaggiando, tutto il Male che vi regna, effetto in parte di catastrofi naturali, come il terremoto di Lisbona del 1756, e in parte maggiore dell'irrazionalità, del dogmatismo, dell'intolleranza propri degli umani. Il film può essere considerato "scorretto" per il suo ironizzare su religione, nazismo, scienza ed altro, ma ha il pregio di affrontare con leggerezza, e con battute micidiali, il tema, estremamente hard, del Male, specie quando colpisce gli innocenti, e del fallimento di ogni pretesa di dominarlo con certezze assolute, perché ognuna sembra capovolgersi nel suo contrario. Da questo punto di vista, è molto dubitativo e laico. Oltre che (drammaticamente) divertente.

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