simone rana
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sabato 29 aprile 2006
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una governante e la sua pratica convinzione
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Nella tranquilla e monotona campagna inglese, la vita si propone come la solita routine. Ed un tipico esempio è la famiglia Goodfellows. Il padre, Walter(Rowan Atkinson), è un parroco, maldestro e goffo, senza il ben che minimo senso dell'umorismo; la moglie Gloria (Kristin Scott Thomas), annoiata e triste, si da alla pazza gioia con il suo insegnante di golf (Patrick Sawyze), data l'assai misera vita sessuale con il marito; Holly, ragazza che ogni giorno torna con un nuovo ragazzo, e Petey, bambino molto insicuro. Con l'arrivo della governante Grazia (Maggie Smith), la routine, a piccoli passi comincia a cambiare. Infatti dietro al misterioso passato della governante si celano strani segreti.
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Nella tranquilla e monotona campagna inglese, la vita si propone come la solita routine. Ed un tipico esempio è la famiglia Goodfellows. Il padre, Walter(Rowan Atkinson), è un parroco, maldestro e goffo, senza il ben che minimo senso dell'umorismo; la moglie Gloria (Kristin Scott Thomas), annoiata e triste, si da alla pazza gioia con il suo insegnante di golf (Patrick Sawyze), data l'assai misera vita sessuale con il marito; Holly, ragazza che ogni giorno torna con un nuovo ragazzo, e Petey, bambino molto insicuro. Con l'arrivo della governante Grazia (Maggie Smith), la routine, a piccoli passi comincia a cambiare. Infatti dietro al misterioso passato della governante si celano strani segreti....
Un ottimo film, ricco di humor tipicamente inglese, che lo fa spiccare nel panorama delle commedie americane delle altre sale, che, per far tirare qualche sorriso, spesso si avvicinano troppo al volgare o al pacchiano. Qui invece le risate vengono direttamente dal cuore, e non estirpate da poche frasi sconcie. Da notarsi l'ottima interpretazione di Maggie Smith e di Rowan Atkinson, che in questo film lascia la fama di "stupido dei film" per passare a quello di attore. Nel complesso ben fatto e piacevole, per tutte le età (io ho 16 anni!).
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johnny1988
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martedì 20 settembre 2011
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pasqua con la mannaia
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Diffidate dai falsi cinefili che, con una sventagliata di velleità intellettuali, sembrano compiacersi nello stanare sempre e solo i limiti di una pellicola, quella comica in particolare, come questa commedia, soggetto di giudizi tutti opposti fra loro. Buona parte della critica, quella del ceppo più ignorante, con scarsa originalità, indica La Famiglia Omicidi come una dissacrazione diseducativa del buon costume, del ben pensare e, se non basta, come una riformulazione volgare della black comedy. Chi s'intende di cinema, ma anche quello con meno strumenti critici, sa riconoscere senza troppi sforzi che la commedia, così come l'arte in generale, traduce la Storia nelle sue sfumature e nei suoi continui rinnovamenti.
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Diffidate dai falsi cinefili che, con una sventagliata di velleità intellettuali, sembrano compiacersi nello stanare sempre e solo i limiti di una pellicola, quella comica in particolare, come questa commedia, soggetto di giudizi tutti opposti fra loro. Buona parte della critica, quella del ceppo più ignorante, con scarsa originalità, indica La Famiglia Omicidi come una dissacrazione diseducativa del buon costume, del ben pensare e, se non basta, come una riformulazione volgare della black comedy. Chi s'intende di cinema, ma anche quello con meno strumenti critici, sa riconoscere senza troppi sforzi che la commedia, così come l'arte in generale, traduce la Storia nelle sue sfumature e nei suoi continui rinnovamenti. Dovrebbe bastare questo, allora, per capire che è sciocco forzare rigidi paragoni fra opere dai contorni cronologici e culturali distanti fra loro. Pertinente, e scontato, è cercare, invece, un filo conduttore.
Molti riconoscono nel titolo un'allusione palese alla Signora Omicidi degli anni '50, altri un omaggio ad Arsenico e Vecchi Merletti, entrambi riconosciuti come capolavori del cinema che fu. Poi, lo spettatore sveglio, immagino, non si aspetterà dalla Famiglia Omicidi (2005) una struttura o un linguaggio fondati sui parametri o sui contenuti del cinema degli anni '30, o di quello degli anni '50: suona sempre strano, se non ridicolo, infatti, leggere o ascoltare una recensione che, in sintesi, commenta con nostalgia “non è più il cinema di una volta”, sarebbe quasi come pretendere che termini di uso ormai quotidiano, seppur volgari, come “merda” o “stronzo”, non dovrebbero essere permessi nel linguaggio cinematografico quotidiano. Un conto è definire “volgari” queste parole quando sono fini a sé stesse, un altro, ingiustificato, è indicarle tali quando invece rivestono un ruolo nella trama. Questo tipo di volgarità è uno dei temi che la critica, a grandi linee, ha preso di mira intorno a questo film, con un insulso spostamento di tali osservazioni dal piano linguistico a quello narrativo d'insieme, come se ciò bastasse a giustificare il disprezzo per l'opera.
Siamo in Gran Bretagna, in un sereno paesino di campagna. Da vicino seguiamo le vicende inquiete della famiglia Goodfellow. Padre Walter è un reverendo goffo e troppo attento ai suoi impegni per curarsi della moglie Gloria che, per distrarsi, se la fa con il maestro di golf, uno stallone americano, mentre i figli vivono a modo loro l'adolescenza, lui, il più piccolo, vittima costante dei bulli della scuola, lei ninfomane. Ogni cosa migliora con l'arrivo in casa di tata Grace, dal passato segreto, che a colpi di mannaia e ferri da stiro fa fuori, letteralmente, chiunque mini alla tranquillità della famiglia.
A dispetto di chi pretende di trovare la volgarità in ogni scena, o trovare diseducativa l'originalità con cui viene trattato il tema dell'omicidio, il film invece si presenta come una rivisitazione sottile e di ampio respiro del grottesco, di dissacrante umorismo e dolcezza contagiosa. Una commedia che conquisterebbe il pubblico anche a teatro. Il cast è formidabile e in gran forma, Kristin Scott Thomas è bella e vera, diversa da come siamo abituati a vederla nei ruoli strappalacrime o di donna imperturbabile; Rowan Atkinson è una rivelazione di spontaneità, così come l'autoironico Swayze, stereotipo dell'americano satiro; e poi c'è lei, l'intramontabile Maggie Smith - dopo tanti anni di nuovo insieme a Liz Smith (un altro fenomeno della scena, anche se meno conosciuto) -, irresistibile come sempre nei panni della signora grintosa, di una eleganza tutta inglese. Il film, di per sé, non è sicuramente impegnativo o quanto mai profondo, e fin qui la critica ufficiale non ha tutti i torti, ma non è nemmeno cretino come i dizionari del cinema ce lo vorrebbero presentare, anzi, ha ragione chi lo trova molto british, è quasi impossibile non goderselo col sorriso sulle labbra.
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ultimoboyscout
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martedì 3 maggio 2011
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quel tocco magico di "grazia".
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Gradevole, divertente, di uno humour nero e inglese, tutto sommato ben interpretato ma non scocca la scintilla, quel qualcosa che l'avrebbe elevato a qualcosa in più di un film(etto) carino. Si regge tutto sui personaggi e sul paradosso: quello di uccidere a fin di bene. Atkinson dimostra di sapersi scorporare da Mr. Bean ma le vere attrazioni sono le protagoniste femminili. A cominciare da una splendida Maggie Smith, misteriosa e misantropa che porta quella sferzata di pura energia di chi pensa che risolvere ogni situazione uccidendo sia una cosa giusta, passando per la protagonista assoluta del film, la moglie fedifraga Scott Thomas, bravissima, bellissima, semplicemente perfetta e adattissima in ruoli del genere (basti vedere "L'amante inglese", parte simile ma di ben altro tenore) finendo alla giovane figliola che tra un maschietto e l'altro interpreta una parte divertentissima.
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Gradevole, divertente, di uno humour nero e inglese, tutto sommato ben interpretato ma non scocca la scintilla, quel qualcosa che l'avrebbe elevato a qualcosa in più di un film(etto) carino. Si regge tutto sui personaggi e sul paradosso: quello di uccidere a fin di bene. Atkinson dimostra di sapersi scorporare da Mr. Bean ma le vere attrazioni sono le protagoniste femminili. A cominciare da una splendida Maggie Smith, misteriosa e misantropa che porta quella sferzata di pura energia di chi pensa che risolvere ogni situazione uccidendo sia una cosa giusta, passando per la protagonista assoluta del film, la moglie fedifraga Scott Thomas, bravissima, bellissima, semplicemente perfetta e adattissima in ruoli del genere (basti vedere "L'amante inglese", parte simile ma di ben altro tenore) finendo alla giovane figliola che tra un maschietto e l'altro interpreta una parte divertentissima. Bella la location della campagna inglese e i relativi paesaggi, bella l'evoluzione della famiglia ma il colpo di scena finale è piuttosto banale e prevedibile.
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(di francesco2)
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shingo tamai
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martedì 11 aprile 2017
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per "grazia" ricevuta
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Non ci sono più le governanti di una volta,sopratutto una come
MAGGIE Smith.
Accettando il surreale che accompagna la pellicola,questo può essere considerato un buon film.
I Goodfellows sono strampalati ma buoni,il loro piccolo mondo è in pericolo,ma arriva Maggie e mette a posto tutte le cose,occupandosi "seriamente" dei problemi familiari ed "eliminandoli".
E' proprio vero che le soluzioni migliori sono quelle più semplici ed in fondo più semplice della morte c'è davvero poco.
Ovviamente i miei ragionamenti sono grotteschi al pari della sceneggiatura.
Se non riuscite ad immergervi in questo spirito è preferibile non guardare nemmeno un minuto di questo film,in caso contrario lasciatevi pure ammaliare dai modi gentili della nostra governante.
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Non ci sono più le governanti di una volta,sopratutto una come
MAGGIE Smith.
Accettando il surreale che accompagna la pellicola,questo può essere considerato un buon film.
I Goodfellows sono strampalati ma buoni,il loro piccolo mondo è in pericolo,ma arriva Maggie e mette a posto tutte le cose,occupandosi "seriamente" dei problemi familiari ed "eliminandoli".
E' proprio vero che le soluzioni migliori sono quelle più semplici ed in fondo più semplice della morte c'è davvero poco.
Ovviamente i miei ragionamenti sono grotteschi al pari della sceneggiatura.
Se non riuscite ad immergervi in questo spirito è preferibile non guardare nemmeno un minuto di questo film,in caso contrario lasciatevi pure ammaliare dai modi gentili della nostra governante.
Commedia "Nera" più che mai,non pecca certo di originalità.
Ottimo tutto il cast comprensivo di Atkinson e Swayze,due miti per definizione.
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(di shingo tamai)
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elgatoloco
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mercoledì 13 gennaio 2021
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comico grottesco intelligente
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"Keeping Mum"(Niall Johnson, anche autore della sceneggiatura con Richard Russo, 205)è un fim"Very british", incentrato sullo humor noir, dove la madre, che aveva uscciso 43 anni prima il marito e la sua amante, dopo un lungo periodo di detnezione in manicomio criminale, riappare da donna anziana, fingendosi goernante, mentre in realtà è la madre della donna di casa, sposata con un pastore anglicano imbranato, cheha due figli, di cui la grande è fin torppo impegnata con il continuo cambio di boy-friend, il oiccolo minacciato dai compagni di scuola, che lo sottpongono a un rigido bullismo; lei, la moglie, ha una specie di amante....La"gnetile"vecchietta, a modo suo, risolverà tutto questo, ossia tutti i probllemi relativi, alla sua maniera.
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"Keeping Mum"(Niall Johnson, anche autore della sceneggiatura con Richard Russo, 205)è un fim"Very british", incentrato sullo humor noir, dove la madre, che aveva uscciso 43 anni prima il marito e la sua amante, dopo un lungo periodo di detnezione in manicomio criminale, riappare da donna anziana, fingendosi goernante, mentre in realtà è la madre della donna di casa, sposata con un pastore anglicano imbranato, cheha due figli, di cui la grande è fin torppo impegnata con il continuo cambio di boy-friend, il oiccolo minacciato dai compagni di scuola, che lo sottpongono a un rigido bullismo; lei, la moglie, ha una specie di amante....La"gnetile"vecchietta, a modo suo, risolverà tutto questo, ossia tutti i probllemi relativi, alla sua maniera... andandosene poi, per altri lidi, ma la figlia avrà appreso qualcosa e lo metterà in pratica. A modo suo, la vecchietta(una straordinario Maggie Smith), è anhce"morale", facendo "rinvigorire"sessualmente il genero, pastore imbranato, dandogli maggiore sicurezza come predicatore, con scherzi e humor, ucciderà l'amante della figlia, eliminerà i "bulli"che minaccinao il nipotino etc. E'il paradosso della"lady killer"che ha in sé insperate "virtù", mettendo in scacco le false certezze di una società che crede di essere perfetta, corazzata contro ogni male che possa assalirla. Decisamente una realtà"altra", diversa da quella che la"buona vecchia"società britannica vorrebbe mostrare, che invece fa acqua da ogni parte, come si può vedere, senza neanche approfondire la"visione scrutatrice". Tujtta la dialettica dello humor noir è qui messa in campo con rara intelligenza, servendosi anche, oltre che della citata Maggie Smith, grande attrice, di un caratterista come Rown Atkinson,famoso anche come"Mister Bean"che, come pastore imbranato, dà il meglio di sé e un ritratto desolante di una realtà che è e non è "solida", dove ogni arma viene dispiegata per mostrare come la realtà apparente sia nettamente altra da quella che si vorrebbe e quest'ultima noN ha invero nulla in comune con una"realtà ideale"che, in definitiva, non esiste. Kristin Scott Thomas è una figlia brava e costante, che però non sa far fronte a molte situazioni finché non arriva la mère terribile, Tamsin Egerton un virgulto molto attraente, come nipote sexy ma indecisa(anche qui la nonna farà"miracoli"), non senza considerare la beffa finale a chi considera le cose diverse da come in realtà sono e a chi vorrebbe"dragare"uno stagno invero molto pericoloso, in quanto nascondere torppi segreti..., El Gato
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