La rosa bianca - Sophie Scholl |
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Un film di Marc Rothemund.
Con Julia Jentsch, Alexander Held, Fabian Hinrichs, Johanna Gastdorf.
continua»
Titolo originale Sophie Scholl - Die letzten Tage.
Drammatico,
Ratings: Kids+16,
durata 117 min.
- Germania 2005.
uscita venerdì 28 ottobre 2005.
MYMONETRO
La rosa bianca - Sophie Scholl
valutazione media:
3,36
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Liana Messina
D di Repubblica
In febbraio, al Festival di Berlino è arrivata quasi da sconosciuta e se n’è andata con l’Orso d’argento alla miglior interpretazione. Era solo l’inizio: Julia Jentsch in Germania ha vinto tutti i premi dell’anno e il film di cui è protagonista è stato visto da centinaia di migliaia di spettatori, proiettato nelle scuole, portato in giro per il mondo. Per tutti, ormai, Julia è Sophie Scholl, giovane militante del gruppo antinazista La Rosa Bianca. La sua straordinaria interpretazione le ha rese inscindibili. C’erano già state altre opere sul tema: la Scholl, che accettò con coraggio la condanna a morte piuttosto che abiurare i propri ideali, è personaggio conosciuto e amato nel suo Paese. «Qualche settimana prima che iniziassimo a girare», racconta l’attrice, «un sondaggio tv sul miglior tedesco nella storia, l’aveva collocata al 4° posto, prima donna assoluta. Anch’io la conoscevo, è ovvio, ma non l’ho mai considerata un idolo: preparando il film mi sono avvicinata a lei sempre più profondamente, come persona. Non avevo paura di interpretarla proprio perché non avevo in mente un’eroina. Studiavo i documenti, soprattutto leggevo le tante, bellissime lettere che scriveva, e ho scoperto una donna normale che viveva pienamente la sua giovinezza. La sua dote più grande era l’empatia, la capacità di trattare le persone in modo dolce, affettuoso. La forza, il coraggio sono venuti poi, necessaria conseguenza del confronto col nazismo: s’è vista costretta a lottare per tutto ciò che riteneva importante». Il film, girato da Marc Rothemund (premiato a Berlino per la regia), è uno dei più riusciti tentativi dell’ultima generazione di autori tedeschi di scavare, ripercorrere le pagine più dolorose della loro storia, e si concentra sugli ultimi giorni di vita di Sophie, arrestata col fratello per aver diffuso volantini anti hitleriani all’università. E sul confronto col durissimo ufficiale della Gestapo Robert Mohr, che cerca in ogni modo di strapparle particolari e nomi di compagni del gruppo. Finirà per restare colpito dalla forza delle sue convinzioni. «È una delle cose che più mi hanno interessato nella sceneggiatura ispirata fedelmente ai verbali dell’interrogatorio, documenti resi pubblici di recente. Io e Alexander Held, attore eccezionale, abbiamo lavorato col regista, prima e sul set, per costruire lo strano rapporto che si sviluppa tra loro: Mohr arriva quasi ad ammirare Sophie, pensa solo che stia dalla parte sbagliata. E a un certo punto le offre una via d’uscita, la possibilità di salvarsi dalla morte». Julia ha solo 27 anni e pensa che il film possa far riflettere soprattutto i suoi coetanei: «È un piccolo tassello in un mare di cose più importanti, ma credo serva a ripensare alla storia, al passato, al significato da dare al coraggio civile, ieri come oggi. Noi giovani non siamo privi di ideali, certo facciamo fatica a orientarci in un mondo così complesso e difficile, a trovare il nostro modo d’attraversarlo». Il successo improvviso non l’ha sconvolta. Qualcuno la ferma per strada ma lei continua la carriera soprattutto teatrale e per non rinunciare agli impegni col Munchner Kammerspiele, di cui fa parte dal 2001, ha rinunciato a varie proposte di film: «Non erano interessanti quanto ciò che stiamo preparando in questi giorni, uno spettacolo ispirato alla Lulù di Wedekind, al debutto fra poco. Una rivisitazione che prova a inserire nuovi elementi contemporanei, attualissimi: da Internet
alla multimedialità, alle chat».
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