alesya
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domenica 16 agosto 2009
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una verità dimenticata dalla storia
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"joyeux noel-una verità dimenticata dalla storia"prende vita la vigilia di natale del 1914 ,a guerra appena iniziata quando sul confine già lacerato da tanti morti nella neve,i soldati attraversano le loro trincee e superano ogni barriera spaziale, linguistica e bellica per celebrare insieme la vigilia di natale;è solo una tregua ,nulla di più si ripetono i comandanti.all'indomani tutto tornerà come prima. così gli uomini si incontrano,bevono e mangiano insieme,celebrano la messa di natale,confrontano le foto delle proprie mogli e dei propri cari.l'angoscia della guerra li colpisce tutti ,senza eccezioni di lingua o di patria,tutti sono lontani dalla propria casa,tutti hanno una moglie e un figlio a cui tornare.
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"joyeux noel-una verità dimenticata dalla storia"prende vita la vigilia di natale del 1914 ,a guerra appena iniziata quando sul confine già lacerato da tanti morti nella neve,i soldati attraversano le loro trincee e superano ogni barriera spaziale, linguistica e bellica per celebrare insieme la vigilia di natale;è solo una tregua ,nulla di più si ripetono i comandanti.all'indomani tutto tornerà come prima. così gli uomini si incontrano,bevono e mangiano insieme,celebrano la messa di natale,confrontano le foto delle proprie mogli e dei propri cari.l'angoscia della guerra li colpisce tutti ,senza eccezioni di lingua o di patria,tutti sono lontani dalla propria casa,tutti hanno una moglie e un figlio a cui tornare...e ciò che hanno in comune li unisce inesorabilmente.poi arriva l'alba del giorno dopo:la tregua sarebbe finita,tutti dovrebbero ritornare ai loro posti.ma i comandanti propongono un'altra tregua,solo per il giorno di natale, poi il giorno dopo tutto sarà come prima..così riprendono a condividere tutto,parlano,ridono,giocano persino a pallone...nessuno lo saprà mai e una giornata non comprometterà l'intera guerra si ripetono.a tregua finita nessuno però riesce più imbracciare un'arma:persino quando dà l'ordine di attaccare il comandante dell'esercito prussiano propone al comandante francese e ai suoi uomini di rifugirasi nella trincea nemica per proteggersi dall'attacco;dopo che hai guardato il tuo nemico in faccia,hai visto che non è nient'altro che un uomo come te,lontano dalla famiglia,combatterlo diventa impossibile....se solo potessero fermerebbero la guerra in un istante..se solo potessero direbbero agli altri la grande verità che hanno scoperto.non ci sono confini in guerra...tutto l'odio e le sacre verità che sono state dette ai bambini nelle scuole, dove con veemenza si è insegnato che il più grande nemico era l'inghilterra... o il più grande male era la germania... o il demonio la francia...sono solo parole.in guerra tutti sono uguali.non ci sono vincitori nè vinti.l'orrore è di tutti.sempre.ma il mondo si rifiuta di accettarlo.quando si scopre cosa è accaduto tutto quello che si può fare è cercare di obliare ogni cosa:i soldati vengono trasferiti in zone di attacco più violente dove impareranno sulla loro pelle che la pace non significa niente,altri ancora vengono direttamente fucilati....di altri non ci viene dato di conoscerne la sorte.perchè la guerra doveva continuare altri 4 anni e se tutto il mondo avesse scoperto ciò che quegli uomini hanno visto coi loro occhi in una sola notte, sarebbe cessata immediatamente.è spaventosamente evidente che anche se sono passati quasi cento anni nulla è cambiato:sono cambiati i luoghi , le bombe... ma gli uomini no:loro continuano a farsi la guerra,i governanti decidono e a pagare è sempre la popolazione,quegli uomini che escono da casa per forse non fare più ritorno.forse il film potrà sembrarvi ridonante di una certa retorica,ma non possiamo negare che la pace lo è in sè stessa:troppa semplicità,troppa genuinità in questa parola,talmente tanta che è meglio cercare altre soluzioni.perchè all'uomo piace la complicazione..e piace di certo anche il dolore.se così non fosse allora sarebbe soddisfatto di ciò che ha e non cercherebbe sempre di rovinare tutto.
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zorro22
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giovedì 28 maggio 2009
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bello, bello nonostante...
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Ho appena visto il film sulla TV digitale.
Bello, a tratti commovente.
Ho letto anche le critiche di Rondi, Porro, Tornabuoni e, di alcune di esse, condivido anche il rilievo di ...alcune imperfezioni: linguaggio troppo "televisivo", doppiaggio...a tappeto, ecc.
C'è qualcosa, però, che mi fa propendere per un giudizio più che buono sul film aldilà della "bontà" tecnica di quanto realizzato: è un fatto che è successo davvero.
Non si può pretendere, secondo me, la grandezza di Kubrick o di altri che hanno narrato della Grande Guerra (Francesi, Tedeschi e Italiani, persino): ciò non toglie che quanto narrato, per me, ha valore e rilevanza più delle imperfezioni riportate e, come detto, neanche tutte ascrivibili al regista.
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Ho appena visto il film sulla TV digitale.
Bello, a tratti commovente.
Ho letto anche le critiche di Rondi, Porro, Tornabuoni e, di alcune di esse, condivido anche il rilievo di ...alcune imperfezioni: linguaggio troppo "televisivo", doppiaggio...a tappeto, ecc.
C'è qualcosa, però, che mi fa propendere per un giudizio più che buono sul film aldilà della "bontà" tecnica di quanto realizzato: è un fatto che è successo davvero.
Non si può pretendere, secondo me, la grandezza di Kubrick o di altri che hanno narrato della Grande Guerra (Francesi, Tedeschi e Italiani, persino): ciò non toglie che quanto narrato, per me, ha valore e rilevanza più delle imperfezioni riportate e, come detto, neanche tutte ascrivibili al regista.
Un mio amico ha detto, non molto tempo fa, che sarebbe ora di narrare la Storia a partire dalle cose belle e vere realizzate dall'uomo nel corso dei secoli, non solo dalle guerre o dai conflitti: beh, Carion, a suo modo, ha provato a farlo e, per quanto ne so, in modo molto, molto più che onesto.
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