Gian Luigi Rondi
Il Tempo
Naturalmente siamo a Cuba, e naturalmente si canta e si suona. I protagonisti, difatti, sono dei veri componenti di un gruppo rock che aspirano alla celebrità. Sembrano sulla buona strada quando entrano in contatto con loro degli spagnoli che pensano di farli esibire a Madrid purché, emigrando, si impegnino a dir male del regime castrista. Quei cantanti non hanno fatto mai politica anche se dei loro parenti sono scappati a Miami e la moglie di uno di loro medita di fare altrettanto per raggiungere la madre emigrata da un pezzo, però all’idea di lasciare Cuba, con la certezza di non potervi più far ritorno, ci pensano su un po’ e poi, alcuni, rinunciano. [...]
di Gian Luigi Rondi, articolo completo (2257 caratteri spazi inclusi) su Il Tempo 21 novembre 2005