Follia

Se non fosse per il cast il film meriterebbe un voto più basso..indubbiamente ha molti difetti, innanzitutto i rapporti tra i vari personaggi sono trattati superficialmente..la storia tra Stella ed Edgar è narrata in maniera troppo sbrigativa, sarà anche vero che tra loro c'è una forte attrazione, ma forse il regista avrebbe dobuto mostraare anche altri aspetti invece preferisce mostrare qualche scena erotica di troppo...stesso discorso per il rapporto tra Stella e lo psichiatra, interpretato da Ian McKellen..anche qui il film sorvola molto e non approfondisce...i pregi sono una buona regia (nulla di eccezionale intendiamoci ma abbastanza curata) e l'ottima interpretazione di Natasha Richardson, che grazie alla sua bravura salva il film dalla mediocrità. [+]

Se non fosse per il cast il film meriterebbe un voto più basso..indubbiamente ha molti difetti, innanzitutto i rapporti tra i vari personaggi sono trattati superficialmente..la storia tra Stella ed Edgar è narrata in maniera troppo sbrigativa, sarà anche vero che tra loro c'è una forte attrazione, ma forse il regista avrebbe dobuto mostraare anche altri aspetti invece preferisce mostrare qualche scena erotica di troppo...stesso discorso per il rapporto tra Stella e lo psichiatra, interpretato da Ian McKellen..anche qui il film sorvola molto e non approfondisce...i pregi sono una buona regia (nulla di eccezionale intendiamoci ma abbastanza curata) e l'ottima interpretazione di Natasha Richardson, che grazie alla sua bravura salva il film dalla mediocrità...Ian McKellen se la cava come al solito benissimo..adatto anche Csokas per il ruolo di Edgar. [-]

Film inglese, tratto da un romanzo inglese, diretto da un regista inglese, con attori inglesi, eccetto, ovviamente, il folle artista fallito, interpretato dal neozelandese Marton Csokas.
La drammaticità dell’azione è trattenuta, repressa, malcelata, in una gestualità essenziale ridotta al minimo, in una mimica facciale quasi inesistente, in dialoghi che alludono, rasentano, sfiorano l’argomento tabù di volta in volta messo al centro della scena, il sesso, il tradimento, la morte,  come si conviene nella tradizionale compostezza british.
La finzione è d’obbligo, l’etichetta domina anche nei luoghi più impensati, come il manicomio, ed è resa con efficacia da una recitazione sobria, compassata, anaffettiva. [+]

Film inglese, tratto da un romanzo inglese, diretto da un regista inglese, con attori inglesi, eccetto, ovviamente, il folle artista fallito, interpretato dal neozelandese Marton Csokas.
La drammaticità dell’azione è trattenuta, repressa, malcelata, in una gestualità essenziale ridotta al minimo, in una mimica facciale quasi inesistente, in dialoghi che alludono, rasentano, sfiorano l’argomento tabù di volta in volta messo al centro della scena, il sesso, il tradimento, la morte,  come si conviene nella tradizionale compostezza british.
La finzione è d’obbligo, l’etichetta domina anche nei luoghi più impensati, come il manicomio, ed è resa con efficacia da una recitazione sobria, compassata, anaffettiva. L’impassibilità culmina nella scena della madre che assiste passivamente all’annegamento del figlio. La tragedia si consuma senza frastuono, ne annuncia un’altra, prevedibile, inevitabile.
L’irruzione della follia, intesa come violenta passione erotica, che non riesce a sublimarsi nell’arte, nella vita di una coppia borghese, ne distrugge la fragile relazione costruita su ruoli predefiniti dal contesto sociale, che imprigiona le emozioni della donna in una doppia gabbia, di pulsioni represse e di bon ton.
Il film di Mackenzie non cerca il facile coinvolgimento emotivo dello spettatore nel dramma, anzi. L’inerte, impotente, fredda passività che ci coglie nell’assistere alla tragedia che si consuma sotto i nostri occhi ci disturba nel nostro essere latini ed un poco ci affascina per quello spirito anglosassone che in apparenza rende tutto così sopportabile, perfino i più  grandi dolori della vita.
Il romanzo di Patrick McGrath, probabilmente, offre ulteriori spunti interpretativi ed un maggiore approfondimento dei profili psicologici di alcuni personaggi chiave, lasciati un po’ in ombra nel film, come quello dello psichiatra, sebbene interpretato da un grande Ian McKellen, e delle  morbose attenzioni nei confronti del suo paziente preferito, il folle rinsavito per amore della protagonista, Natasha  Richardson.
[-]

Un soggetto interessante si trasforma in un polpettone senza fine, se affidato alle mani sbagliate. E' chiaro che David Mackenzie non abbia fatto del suo meglio, anzi: la regia fredda e televisiva affossa definitivamente un film la cui sceneggiatura già lascuava a desiderare.
A nulla valgono gli sforzi recitativi della brava Natasha Richardson e di Ian McKellen: "Follia" è un mattone che non conosce climax.

Il libro da un perfetto affresco iniziale della condizione femminile vissuta dalle donne dell'alta borghesia degli anni '50.
La lenta ed inevitabile strada verso la follia che Stella intraprende, ovviamente nel romanzo, fa comprendere al lettore quanto la mente umana sia fragile e quanto il confine tra pazzia e normalità quasi non esista.
La storia della protagonista è spaventosamente reale e ognuno può immedesimarsi nei suoi panni, vivere la sua immensa passione per il suo amante, il rifiuto verso una vita piatta, priva di emozioni e senza alcuna via d'uscita.
Stella decide di darci un taglio ma la pressione sociale, il luogo in cui vive e soprattutto le persone da cui è circondata, la porteranno sull'orlo del baratro verso una strada senza ritorno. [+]

Il libro da un perfetto affresco iniziale della condizione femminile vissuta dalle donne dell'alta borghesia degli anni '50.
La lenta ed inevitabile strada verso la follia che Stella intraprende, ovviamente nel romanzo, fa comprendere al lettore quanto la mente umana sia fragile e quanto il confine tra pazzia e normalità quasi non esista.
La storia della protagonista è spaventosamente reale e ognuno può immedesimarsi nei suoi panni, vivere la sua immensa passione per il suo amante, il rifiuto verso una vita piatta, priva di emozioni e senza alcuna via d'uscita.
Stella decide di darci un taglio ma la pressione sociale, il luogo in cui vive e soprattutto le persone da cui è circondata, la porteranno sull'orlo del baratro verso una strada senza ritorno.
Il finale, per quanto drammatico e già intuibile all'inizio del libro, metterà per sempre in pace Stella e la sua sofferenza avrà finalmente fine.
Nel romanzo sono perfettamente scanditi i momenti in cui la protagonista sceglie, con la sua lucidissima follia, di dare un taglio alla monotonia e lanciarsi nell'ignoto; la tormentata relazione con Edgar le darà un immenso piacere ma per Stella, anche se inizialmente inconsapevole, sarà la sua condanna.
Il film ha diversi buchi all'interno della trama, i personaggi risultano grotteschi, a tratti volgari e psicologicamente piatti.
Purtroppo un ottimo libro non può fare miracoli.  [-]

La storia molto anni 50 si svolge all’interno di un manicomio criminale, con un’ossessione per L'amante di Lady Chatterley di D. H. Lawrence, e un vago sentore di Mrs. Softel (con Diane Keaton e Mel Gibbson). Moglie inglese nullafacente, (ovviamente) molto annoiata, per non affogare nell'alcol scelgie di attraversare il giardino e completare il gioco dell’autodistruzione tra le braccia di un uomo molto bello e malato. Il romanzo di Lawrence però è del 1928 ed è avvincente perché scritto benissimo! Rifarne una brutta copia nel 2007 è (a dir poco) azzardato, soprattutto quando non si ha a portata di mano un bravo sceneggiatore che riesca a dire qualcosa di interessante (non necessariamente originale) su Eros e Tanatos. [+]

La storia molto anni 50 si svolge all’interno di un manicomio criminale, con un’ossessione per L'amante di Lady Chatterley di D. H. Lawrence, e un vago sentore di Mrs. Softel (con Diane Keaton e Mel Gibbson). Moglie inglese nullafacente, (ovviamente) molto annoiata, per non affogare nell'alcol scelgie di attraversare il giardino e completare il gioco dell’autodistruzione tra le braccia di un uomo molto bello e malato. Il romanzo di Lawrence però è del 1928 ed è avvincente perché scritto benissimo! Rifarne una brutta copia nel 2007 è (a dir poco) azzardato, soprattutto quando non si ha a portata di mano un bravo sceneggiatore che riesca a dire qualcosa di interessante (non necessariamente originale) su Eros e Tanatos. Manca inoltre quel tocco di credibilità e poesia nel gioco passionale che consenta allo spettatore almeno di ritrovarsi da qualche parte nelle emozioni. Qui invece si fa fatica a dipanare l’intreccio passionale buttando tutto su foschissime tinte da tragedia greca, trascurando particolari e logica. Che dire poi del personaggio di Ian McKellen? Un concentrato di malvagità e pazzia, costruito veramente male! Peccato perché Natascha Richardson ha una personalità interessante. [-]