miriam
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lunedì 4 giugno 2007
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quando il cinema è arte
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Premessa importante:per apprezzarlo occorrono sensibilità,senso dell’umorismo,capacità di guardare oltre le apparenze e una certa visione del prossimo “pirandelliana”.In altre parole è vivamente sconsigliato ai superficiali e,a proposito,è un peccato di grande miopia professionale che quasi tutti i critici lo abbiano stroncato,forse perché troppo fuori cliché,evidentemente, per le loro capacità. L’ironia inizia dalla presentazione della vita del protagonista,divisa in capitoli come una fiaba per chi non l’avesse capito,amara come spesso sono le fiabe e prosegue diventando agrodolce perché questo bambino irriverente e libero anche nel linguaggio,come tutti i bambini,diventa un giovanotto con una chiara identità psicologica (femminile) ,”utopista” e “sognatore” nel senso che la sua sensibilità lo porta (come dirà chiaramente alla voce che lo guarda nella cabina) a rifugiarsi nella fantasia per mediare una realtà dura,triste conservando così la speranza di guardare oltre.
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Premessa importante:per apprezzarlo occorrono sensibilità,senso dell’umorismo,capacità di guardare oltre le apparenze e una certa visione del prossimo “pirandelliana”.In altre parole è vivamente sconsigliato ai superficiali e,a proposito,è un peccato di grande miopia professionale che quasi tutti i critici lo abbiano stroncato,forse perché troppo fuori cliché,evidentemente, per le loro capacità. L’ironia inizia dalla presentazione della vita del protagonista,divisa in capitoli come una fiaba per chi non l’avesse capito,amara come spesso sono le fiabe e prosegue diventando agrodolce perché questo bambino irriverente e libero anche nel linguaggio,come tutti i bambini,diventa un giovanotto con una chiara identità psicologica (femminile) ,”utopista” e “sognatore” nel senso che la sua sensibilità lo porta (come dirà chiaramente alla voce che lo guarda nella cabina) a rifugiarsi nella fantasia per mediare una realtà dura,triste conservando così la speranza di guardare oltre. è incosciente,per chi non rifletta può apparire sprovveduto ma la ricerca deve andare avanti anche se sa di rischiare e alla fine sarà premiato. La politica c’è e in modo moderno cioè come atmosfera:più che parlare di oppressione e di ingerenza di una mentalità nella vita del singolo non so cosa si possa fare (”Il vento che accarezza l’erba” basta e avanza) ,come incidente di percorso:in seguito ad uno “sfortunato amore” avrà a che fare con le armi e questo avrà conseguenze pesanti. Il doppiaggio è ottimo perché la voce segue modulando i toni NON le mossette di un Murphy,da Oscar,MA la gestualità,l’espressività di quegli occhi da cinema muto. Il timbro segue le situazioni che si snocciolano con ritmo in tutte le sfumature richieste dal testo,si fa dolente,malinconico,irriverente,provocante,lontano…Per finire non è Tootsy,non è Il vizzietto o Tutto su mia madre come ha detto qualcuno ma è un film serio,intenso chiuso in modo brillante.
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olga
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giovedì 31 maggio 2007
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trans ke fatica!
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Nella cattolicissima Irlanda Patrick Brady nasce come frutto di una relazione tra un prete e la sua governante; in più sin da ragazzino sviluppa una personalità tutta al femminile, sia nell’aspetto che nella sensibilità. Dura la vita per il bambino illegittimo dato in adozione a una rozza tabaccaia del paese che, ovviamente, non lo comprende. Patrick perciò riversa tutto il suo affetto su un gruppetto di amici, anche loro un po’ diversi. Quando il gruppetto in qualche modo si sfalda, per il ragazzo è l’ora di lasciare la sua terra e trasferirsi a Londra, dove ricerca, per incontrarla, la madre che lì si è stabilita. Nella metropoli inglese trova le medesime difficoltà di accettazione, data la mentalità conservatrice di quegli anni ’60-’70.
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Nella cattolicissima Irlanda Patrick Brady nasce come frutto di una relazione tra un prete e la sua governante; in più sin da ragazzino sviluppa una personalità tutta al femminile, sia nell’aspetto che nella sensibilità. Dura la vita per il bambino illegittimo dato in adozione a una rozza tabaccaia del paese che, ovviamente, non lo comprende. Patrick perciò riversa tutto il suo affetto su un gruppetto di amici, anche loro un po’ diversi. Quando il gruppetto in qualche modo si sfalda, per il ragazzo è l’ora di lasciare la sua terra e trasferirsi a Londra, dove ricerca, per incontrarla, la madre che lì si è stabilita. Nella metropoli inglese trova le medesime difficoltà di accettazione, data la mentalità conservatrice di quegli anni ’60-’70. E’ spesso preda di sfruttamento e di inganno, ma attraversa le situazioni più drammatiche con la sua grazia leggera, facendo esperienze diverse e a volte abiette. Non abbandona però il suo “fanciullino”, la sua capacità di vivere in una soprarealtà che ne fa un novello Candido e ne preserva purezza e bontà.
Sullo sfondo, ma non troppo, l’Irlanda, con le lotte tra gli inglesi e l’Ira, paese in crescita e in evoluzione come il protagonista, poiché entrambi cercano se stessi, l’uno nella liberazione dalla presenza degli oppressori, l’altro nel superamento delle convenzioni. Ma se le due vicende, quella storica e quella personale, s’intrecciano, è evidente che al centro c’è l’adorabile trans cui Cillian Murphy dona un’anima e un aspetto trasgressivo ma non banale, ricreando con intensità il personaggio letterario che lo ispira. Il film infatti è tratto da un romanzo di Patrick Mc Cabe. Sta proprio in questa interpretazione, che coinvolge aspetto fisico ed interiorità e rasenta l’eccesso senza caderci, il fascino di Patrick detto Kitten (Gattina) e la novità del film, per altri aspetti somigliante ad altre opere del regista (La moglie del soldato). Del resto la tematica legata alla difficile vita dei trans non è nuova per il cinema: basti citare gli spagnolissimi La mala educacion e Tutto su mia madre o l’americanissimo Transamerica. In quanto al genere, molte sequenze sfiorano il dramma, ma sempre con ironia, per cui si potrebbe parlare di commedia drammatica. Inscindibile dal racconto un bel montaggio, una fotografia forse eccessivamente colorata e una colonna sonora anni ’70 con brani bellissimi, che spaziano da Cole Porter a Van Morrison. In conclusione, al di là di ogni considerazione, è forse vero quello che Cillian Murphy ha dichiarato: “Alla base del mio lavoro e al di là dei modelli precedenti, c’è stata, semplicemente, l’osservazione delle donne e della loro straordinarietà”.
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per voi
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martedì 5 giugno 2007
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mi permetto
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Tutto sempre senza mai perdere il suo candore, la sua tenerezza, la sua fede in un modo di vivere migliore. Senza mai scadere nel melenso, anzi con humor e ironia, Neil Jordan racconta, dal romanzo di Pat Mccabe, una fiaba surreale, tinta di attualità, che vuole mostrare come ci si possa fermamente negare a violenza e degrado, mantenendo un’anima pura (come diceva De Andrè, solo dal letame nascono i fiori). Ingenuo ma deciso e anche coraggioso, sempre pronto ad affrontare le conseguenze delle sue scelte, per tutta la vita Patrick-Patricia-Kitten sublimerà difficoltà, pregiudizi, offese, sofferenze sempre con il sorriso sulle labbra, come se si trattasse di appassionanti temi per novelle da scrivere o raccontare, romanzando la realtà che così, per quanto squallida e triste, si tramuterà sempre in qualcosa di appassionante e degno di essere vissuto.
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Tutto sempre senza mai perdere il suo candore, la sua tenerezza, la sua fede in un modo di vivere migliore. Senza mai scadere nel melenso, anzi con humor e ironia, Neil Jordan racconta, dal romanzo di Pat Mccabe, una fiaba surreale, tinta di attualità, che vuole mostrare come ci si possa fermamente negare a violenza e degrado, mantenendo un’anima pura (come diceva De Andrè, solo dal letame nascono i fiori). Ingenuo ma deciso e anche coraggioso, sempre pronto ad affrontare le conseguenze delle sue scelte, per tutta la vita Patrick-Patricia-Kitten sublimerà difficoltà, pregiudizi, offese, sofferenze sempre con il sorriso sulle labbra, come se si trattasse di appassionanti temi per novelle da scrivere o raccontare, romanzando la realtà che così, per quanto squallida e triste, si tramuterà sempre in qualcosa di appassionante e degno di essere vissuto. Patrick diventerà in questo modo una persona irresistibile, e anche amata, per la sua capacità infinita di tenerezza, la personificazione del motto “sorridi e il mondo ti sorriderà”, così capace di idealizzare ogni bruttura da fare breccia perfino nel cuore spietato di due poliziotti inglesi, inizialmente tentati di farlo passare per un terrorista e poi, dopo averlo pestato come un tappeto, vinti dal suo spirito indomabile e conquistati al punto da trovargli poi una sistemazione. La vita lo premierà, così come le altre persone “buone” rimaste intorno a lui, mentre sullo sfondo le violenze e le atrocità della guerra civile faranno strage (senza tralasciare la mancanza di carità cristiana del prossimo).
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[+] grande cilly...è il migliore
(di saretta.)
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catia p.
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venerdì 15 giugno 2007
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la ricerca del pianeta perduto
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Battendo un mio record personale, ho visto 3 film in 3 giorni: "Le vite degli altri" lunedì (5 stelle), "Notturno bus" mercoledì (3 stelle) e "Breakfast on Pluto" martedì (4 stelle). E a riprova che la virtù sta nel mezzo, tra il capolavoro del lunedì e il buon film del mercoledì, la mia preferita è proprio questa curiosa pellicola di Neil Jordan.
Un tocco di grazia fantasiosa che ti trasporta nel mondo, a volte crudele e violento, a volte romantico e ricco di poesia, di un giovane transessuale irlandese in viaggio verso la psichedelica Londra degli anni '70.
Il giovane in questione ha un animo talmente puro e dolce che lasciarci trascinare nelle sue altalenanti e rocambolesche avventure, facendo il tifo per lui/lei risulta inevitabile.
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Battendo un mio record personale, ho visto 3 film in 3 giorni: "Le vite degli altri" lunedì (5 stelle), "Notturno bus" mercoledì (3 stelle) e "Breakfast on Pluto" martedì (4 stelle). E a riprova che la virtù sta nel mezzo, tra il capolavoro del lunedì e il buon film del mercoledì, la mia preferita è proprio questa curiosa pellicola di Neil Jordan.
Un tocco di grazia fantasiosa che ti trasporta nel mondo, a volte crudele e violento, a volte romantico e ricco di poesia, di un giovane transessuale irlandese in viaggio verso la psichedelica Londra degli anni '70.
Il giovane in questione ha un animo talmente puro e dolce che lasciarci trascinare nelle sue altalenanti e rocambolesche avventure, facendo il tifo per lui/lei risulta inevitabile.L'infanzia difficile, gli aspetti più duri della lotta tra l'ira e gli inglesi, la crudezza dei pericoli cui va incontro un essere così... sprovveduto, vengono costantemente bilanciati da momenti brillanti e fiabeschi, resi ancor più incantevoli dagli occhioni di Cillian Murphy (già carino come uomo, ma addirittura bello come donna) adorabilmente sgranati sull'emozionante trasfigurazione della realtà.
E, a proposito di emozioni, è sempre bello quando, in uno stesso film, si può piangere e ridere in modo catartico. Vuol dire che, passando dagli occhi, qualcosa arriva dritto al cuore, e dunque ha centrato l'obiettivo principale.
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pandora1982
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sabato 17 novembre 2007
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by pandora
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BREACKFAST ON PLUTO
Due uccellini in una fredda e luminosa giornata d'inverno ci introducono alla vicenda e al magico mondo di 'Gattina' (e non azzardatevi a chiamarla Patrick…).
Immaginate una donna nata nelle sembianze di un delicato ragazzo irlandese.
Nessuna malizia in questo film. Nessun dramma in questa storia potenzialmente drammatica, sia per contesto in cui si svolge, sia per quanto riguarda la sfera personale della protagonista.
Una storia improbabile di vita, raccontata nelle tinte rosate che dipingono il mondo agli occhi della nostra eroina: i colori di una fiaba, che va al di là della realtà circostanziale in cui la vicenda trova ambientazione, ovvero quella di un cattolico paesino irlandese nelle agitazioni politiche degli anno ‘70.
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BREACKFAST ON PLUTO
Due uccellini in una fredda e luminosa giornata d'inverno ci introducono alla vicenda e al magico mondo di 'Gattina' (e non azzardatevi a chiamarla Patrick…).
Immaginate una donna nata nelle sembianze di un delicato ragazzo irlandese.
Nessuna malizia in questo film. Nessun dramma in questa storia potenzialmente drammatica, sia per contesto in cui si svolge, sia per quanto riguarda la sfera personale della protagonista.
Una storia improbabile di vita, raccontata nelle tinte rosate che dipingono il mondo agli occhi della nostra eroina: i colori di una fiaba, che va al di là della realtà circostanziale in cui la vicenda trova ambientazione, ovvero quella di un cattolico paesino irlandese nelle agitazioni politiche degli anno ‘70.
La lotta per l’Irlanda libera è il sottofondo della parallela ‘liberazione’ di Gattina dall'impossibilità di vivere la propria natura femminile in un corpo di ragazzo . Ed è anche ciò che accompagna il suo viaggio dall'Irlanda all'Inghilterra , in una ricerca fisica e mentale delle proprie origini, incarnate nella figura di una madre mai vista da ritrovare. Un viaggio fisico , ma anche il percorso verso la conoscenzza di sè .
Tutto ha inizio in Irlanda: qui, Gattina ha le ali per volare, ma non trova lo spazio necessario per farlo .
Decide quindi di prendere la più banale via automobilistica alla volta di Londra, alla ricerca della propria madre,idealizzata nelle sembianze di una famosa attrice dell’epoca.
Motivazione che potrebbe essere la copertura della più profonda e inconsapevole volontà di riscoprire sè stessa, di trovare una radice della propria femminilità raggiungendo colei che viene vista come la ‘Donna’ per antonomasia .
Non vi dirò la conclusione del viaggio (ovviamente).
Preparatevi, piuttosto , a un percorso di vera e propria autoconsapevolezza , che avviene grazie all’incontro con l’altro, con tanti personaggi inquadrati ( di proposito?) nei loro lati più bizzarri .
Questo, l’aspetto più originale : i fatti non sono raccontati nel loro accadere , ma tramite le emozioni che provocano sulla protagonista. Sensazioni che derivano sempre dallo scambio , dalla candida ma potente capacità di apertura che Gattina ha verso l’Altro. Che si tratti di un bizzarro cantante nomade o di un delicato prestigiatore che si invaghisce di lei non importa.
Non un solo frame è speso in autoriflessione: questo film è il trionfo del potere della relazionalità e dei ‘miracoli’ involontari che noi esseri umani compiamo uno sull'altro.
Gattina parte da essere amorfo : né uomo né donna, né fanciulla né adulta. Non sa chi sia, non ha radici né mete fisiche.
Trova struttura tramite gli incontri che fa e gli amori - fortunati e meno - che vive .
Incroci di vite che rimangono indelebili . Vite delle quali dimenticherete il genere, la fisicità e i dettagli contingenti, perché per chi vive l’ Incontro questi sono dettagli trascurabili.
Un film che parla di costruzione e crescita: c’è la ricerca della propria sessualità, senza il minimo accenno esplicito al sesso ( in una vaga citazione della regia di ‘Lolita’).
C’è l’inseguimento della propria libertà di Essere, senza calcare la mano sullo stato di costrizione iniziale, e trascurando ogni benché minima autocommiserazione: un film che fa riflettere, senza pretese di teatrali riflessioni.
Lo si potrebbe descrivere come un 'dramma a tinte rosa'.
Che ti trascina nella testa della protagonista e nelle sue fantasie . Al punto che, a divenire Realtà, è proprio il mondo personale di Gattina. Direi un modo allo stesso tempo immacolato e vissuto. Il mondo dell’ossimoro umano dove nulla può essere calcolato, dove non ci sono linee guida per vivere, tranne che l’amore e la passione per la Vita stessa, in ogni situazione. Un film assolutamente liberatorio .
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mary
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venerdì 10 agosto 2007
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un labirinto di vita alla ricerca di sè stessi...
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Una parabola di vita che si consuma tra sogno e realtà, in cui il dolore non è mai troppo devastante da escludere la speranza... Amore, amicizia, rapporti familiari: l'immagine vivida di un'Irlanda che appare come una terra di confine in balìa della voglia di cambiamento e di libertà; la città di Londra che diventa la chiave di volta nella ricerca di sè stessi, e che è un labirinto in cui Patrick, più che ritrovarsi, vaga da un'avventura all'altra, fino alla svolta finale dell'incontro col padre... Tutto viene messo in gioco e osservato in un caleidoscopio di immagini che riflettono lo sguardo limpido e innocente di Kitten...un film da vedere, una colonna sonora da assaporare, una storia su cui, ancora una volta nella vita, vale la pena riflettere.
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monia raffi
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giovedì 2 aprile 2009
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lady stardust
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Un film delizioso, continuamente teso tra il sorriso e il pianto, tra il dramma e la commedia. E’ la storia di Patrik/Patricia, detta Kitten, che parte dall’Irlanda alla volta di Londra per incontrare la madre, che non aveva mai visto. Sullo sfondo gli anni ’70, i tempi della rivoluzione e della liberazione, ma anche il momento dove il vecchio e il nuovo s’ incontrano e si scontrano, il periodo del terrorismo, dell’IRA. Una storia personale, e un destino che incrociandosi con quello delle tante persone che Kitten trova nel cammino della vita, presenta varie facce di una stessa epoca.
Un film sfiorato continuamente dalla tragedia: tenteranno di ucciderla, rischierà di essere violentata e sarà incolpata di azioni terroristiche, ma il tono drammatico non prende mai il sopravvento perché visto attraverso l’anima di Kitten; un’anima candida e leggera che pur soffrendo vuole continuare a vedere la realtà come una fiaba.
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Un film delizioso, continuamente teso tra il sorriso e il pianto, tra il dramma e la commedia. E’ la storia di Patrik/Patricia, detta Kitten, che parte dall’Irlanda alla volta di Londra per incontrare la madre, che non aveva mai visto. Sullo sfondo gli anni ’70, i tempi della rivoluzione e della liberazione, ma anche il momento dove il vecchio e il nuovo s’ incontrano e si scontrano, il periodo del terrorismo, dell’IRA. Una storia personale, e un destino che incrociandosi con quello delle tante persone che Kitten trova nel cammino della vita, presenta varie facce di una stessa epoca.
Un film sfiorato continuamente dalla tragedia: tenteranno di ucciderla, rischierà di essere violentata e sarà incolpata di azioni terroristiche, ma il tono drammatico non prende mai il sopravvento perché visto attraverso l’anima di Kitten; un’anima candida e leggera che pur soffrendo vuole continuare a vedere la realtà come una fiaba. Questa perfetta Lady Stardust ha capito che per vivere o forse semplicemente per sopravvivere bisogna guardare all’esistenza con occhio innocente e non prendere(si) troppo sul serio; perché se il fato ha deciso di farti vivere esperienze terribili, non puoi fare nulla, non puoi cambiare quello che era già scritto e allora tanto vale vedere tutto sotto un’altra luce. Per questo Kitten annota le sue esperienze in un diario, idealizzandole per sottrarne l’insopportabilità e trasformarle in episodi sognanti; solo così la morte, la malignità e l’ottusità della gente, le tante inevitabili difficoltà incontrate si potranno mescolare a maghi, papere giganti e improbabili uccellini parlanti. Cillian Murphy interpreta il personaggio di Kitten piacevolmente e, grazie a una notevole mimica, riesce ad oscillare spontaneamente da istanti fortemente caricaturali a momenti di sorprendente dolcezza femminile.
Un film in cui Neil Jordan fa aleggiare il fantasma di Bolan, non solo palesemente nella colonna sonora, nella vaga somiglianza con il protagonista e nel cammeo di Brian Ferry; ma anche e soprattutto nell’intero spirito del film in un’atmosfera un po’ glam rock: un involucro stravagante, scintillante e a tratti grottesco che tuttavia racchiude un cuore sanguinante.
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luca scialo
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giovedì 16 aprile 2020
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le vicissitudini di un giovane alla ricerca della madre e di se stesso
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Neil Jordan ha spesso e volentieri, anche avvalendosi di romanzi, trattato periodi storici drammatici attraverso le vite di persone comuni. In questo caso, traspone l'omonimo romanzo di Patrick McCabe in cui il protagonista è Patrick Brady. Giovane omosessuale in una Irlanda bigotta, bacchettona e ipocritamente cattolica. Al punto che lui stesso sia nato da una relazione tra un prete e la sua governante, che lui immagina simile alla cantante americana Mitzi Gaynor. Patrick decide di lasciare madre adottiva e sorellastra per andare alla ricerca della donna ma anche di una propria identità. Nel corso del viaggio, ne attraversa di ogni. Tante storie d'amore travagliate, tra cantanti, maghi, assassini e soldati.
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Neil Jordan ha spesso e volentieri, anche avvalendosi di romanzi, trattato periodi storici drammatici attraverso le vite di persone comuni. In questo caso, traspone l'omonimo romanzo di Patrick McCabe in cui il protagonista è Patrick Brady. Giovane omosessuale in una Irlanda bigotta, bacchettona e ipocritamente cattolica. Al punto che lui stesso sia nato da una relazione tra un prete e la sua governante, che lui immagina simile alla cantante americana Mitzi Gaynor. Patrick decide di lasciare madre adottiva e sorellastra per andare alla ricerca della donna ma anche di una propria identità. Nel corso del viaggio, ne attraversa di ogni. Tante storie d'amore travagliate, tra cantanti, maghi, assassini e soldati. Sullo sfondo, la guerra anglo-irlandese degli anni '70. Durante i quali accaddero episodi come il Bloody Sunday o l'attentato ad un pub di Londra. Nel quale Patrick resta coinvolto in pieno. Tuttavia, come in Paris, Texas, il protagonista riuscirà a trovare ciò che cerca attraverso un locale a luci rosse. La storia scorre in modo gradevole, tra ironia e tragedia. Un modo di raccontare una pagina di storia europea molto triste, e passata in secondo piano nel resto del vecchio continente. Ottimo Cilian Murphy nel ruolo pittoresco dello sventurato "kitten" Patrick. Mentre Liam Neeson, al quale Jordan aveva già affidato qualche anno prima il delicato ruolo di Michael Collins, qui veste l'insolito ruolo del prete poco ortodosso.
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panzarita
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mercoledì 1 agosto 2007
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gattinaaaa gattinaaaa
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il primo tempo irritante, per il comportamento smaccatamente provocatorio del protagonista omosessuale, poi "ci si abitua" al suo birignao e alle sue ingenuità e si riesce persio ad arrivare alla fine.
Ma in Gran Bretagna o in Irlanda sono davvero tutti così tolleranti con le persone che sono sopra/sotto/in fianco/tra le righe???
Non credo proprio. secondo me questa è la proiezione dei sogni del regista o di una certa parte della popolazione.
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