20 centimetri |
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Un film di Ramón Salazar.
Con Pilar Bardem, Juan Sanz, Noel Salazar, Inma Olmos, Miguel O'Dogherty, Pep Noguera, María Lalane, Vicente Haro, Macarena Gómez, Concha Galán.
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Titolo originale 20 centímetros.
Commedia musicale,
durata 112 min.
- Spagna 2005.
uscita venerdì 26 agosto 2005.
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Un Almodovar da scuola di cinema (molti omaggi)di GerminalFeedback: |
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venerdì 5 gennaio 2007 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Ramon Salazar, il nuovo Almodovar (?). Si tratta di un trentenne abbastanza trandy ma assai sorprendentemente acuto; insomma non abbiamo a che fare con un Muccino qualunque circondato dalle carcasse Morettiane che si sgolano secondo i dettami del Muccino style. Sperma che cola dal membro del protagonista superdotato - il titolo eloquente non a caso è “20 centimetros“ - durante una sega allo specchio del bagno; protagonista travestito che si scopa un machissimo scaricatore di un mercato ortofrutticolo che non è certo Romeo o lord Byron (rutta sonoramente a tavola) ma è cotto al pari dei suoi romantici avi. Salazar, sia detto per inciso e per Giuliano Ferrara, non solo è dichiarato allievo di quel blasfemo Almodovar (l’interprete Monica Cervera è stata scoperta dal regista di “Donne sull’orlo di una crisi di nervi”) ma dimostra di aver raccolto la lezione dei maestri americani ed europei, Fellini e Minnelli su tutti, basti pensare ai balletti vivaci e colorati e al pulviscolo di onirica turpitudine che attraversa il film. Certo, lo sperma, i travestiti, i sabba con le prostitute ecc. sono tutte suggestioni Almodovariane. Il protagonista abbiamo detto è un travestito con venti centimetri di fallo, una taglia da pornostar, malgrado lui/lei si prostituisca a camionisti allupati per racimolare qualche soldo necessario all’operazione per cambiare sesso. Nel mentre vive in un condominio abitato da gente strana e sboccata: un nano, una vecchia con figlioletto di colore che chiede candidamente alla protagonista “a scuola ci stanno insegnando l’apparato riproduttore maschile: mi fai vedere il tuo pisello?”. Licenza Almodovariana … prova che sussiste l’interazione ravvisata or non è molto. Le scene divertenti abbondano, come la sognata seduzione della procace impiegata dell’ufficio di collocamento, dove riesce a trovare un impiego “maschile “ come inserviente alla stazione di Atocha (eh si …) o la sveltina a casa dello statuario scaricatore gia citato, coi suoi che sentono tutto ma che non possono immaginare che è il figlio a recitare il ruolo della donna. L'ho visto l'anno scorso all'università di Catania alla presenza del regista.
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