Troy

Luca Celada

Sulla scia digitale dei blockbuster tolkeniani e del successo economico del Gladiatore, Troy annuncia il revival di un genere classico hollywoodiano: il kolossal «spada e sandalo», assurto ai fasti storici con le epiche di De Mille, passato dalla nostrana produzione «B» di Ercole e Maciste e tornato in auge nell'attuale infatuazione hollywoodiana con le epiche storiche, dall'Ultimo samurai alla Passione di Cristo. Oltre all'Iliade californiana di Wolfgang Petersen (la piana di Troia è la spiaggia di Cabo San Lucas in Baja California popolata di una coalizione internazionale di comparse - messicani, inglesi, bulgari), si preparano: Oliver Stone a realizzare un vecchio sogno nel cassetto, Alessandro (Magno) con Colin Farrell titolare e Antony Hopkins come Tolomeo, Dino De Laurentiis con una versione di Baz Luhrman dove l'imperatore macedone è Leonardo di Caprio e Olimpia ha le sembianze di Nicole Kidman e inoltre due miniserie tv Empire della Abc sull'ascesa di Ottaviano Augusto e Rome che la Hbo ha affidato a Michael Apted. [...]

di Luca Celada, articolo completo (5742 caratteri spazi inclusi) su Il Manifesto 14 maggio 2004