Arianna Finos
Il Venerdì di Repubblica
Kevin Bacon non riesce a togliere lo sguardo da quella ragazzina di dodici anni. È infagottata nel giaccone, pigiata nel bus. L’uomo, il taglialegna, scende alla stessa fermata, la segue fino al bosco alla periferia di Philadelphia, le si siede accanto, le sorride complice. Il taglialegna sa entrare nella sua testa, le dice le cose giuste. L’ex divo di Footloose a 46 anni rompe l’ultimo tabù e ci offre il ritratto di un pedofilo. È la prima volta che il cinema americano osa raccontare il «mostro contemporaneo». E da oggi The Woodsman. Il segreto sarà nelle sale italiane.
«La storia mi ha subito colpito, era qualcosa che nessuno aveva mai raccontato. Credevo si potesse abbattere questo muro, ma trovare i soldi per il film è stato difficile», spiega Bacon al telefono da New York. Lui, che viene da Philadelphia e ha una figlia, Sosie, che ha 12 anni come la ragazzina dell’autobus, quella storia voleva proprio portarla sullo schermo. Ed è stato anche produttore del film, tratto dall’omonimo lavoro teatrale e girato dall’esordiente Nicole Kassel. «La gente ha difficoltà ad affrontare questo argomento e per buone ragioni: nessuno vorrebbe vedere cose brutte sui bambini, ma negli Usa una persona su quattro è vittima di abusi sessuali. Sono bambini, adolescenti, donne, bisogna parlare di questo, parlarne con i nostri figli. Io l’ho fatto».
In The Woodsman il punto di vista è quello di un ex galeotto che ha scontato 12 anni per molestie a ragazzine alle prese con un disperata tentativo di redenzione. Walter, il taglialegna, è tormentato dal disprezzo dei colleghi di fabbrica e dell’amata sorella, ma soprattutto è quotidianamente sopraffatto dall’istinto che lo porta pedinare le bambine. «Sono destinato a perdere: l’ottanta per cento di quelli come me tornano in carcere, è statistica» dirà Walter all’unica donna che cerca di avere un rapporto con lui (interpretata dalla moglie dell’attore, Keyra Sedgwick).
«Voglio far sapere al pubblico che in questo film non si vedono scene brutte, né violenze sui bambini» avverte Bacon, «ho solo tentato di raccontare la lotta interiore di un pedofilo. Ho esaminato centinaia di casi cinici, ne ho studiato la psicologia. Era importante rendere Walter una persona qualunque, che si confonde tra la folla. Quelli come lui sono amici di famiglia, zii, a volte padri. È difficile da accettare perché il pedofilo è il peggiore dei nostri tabù, solo l’idea di considerarla un essere umano ci mette a rischio. Anche io per quest’uomo ho provato ribrezzo, ma poi ho provato compassione e me ne sono vergognato». La stessa cosa è accaduta a quanto pare al pubblico di New York, che ha affollata le sale: «Il film ti sciocca perché scopri di non provare solo repulsione per questo personaggio».
Le recensioni a The Woodsman, film dIsadorno ed essenziale, sono state lusinghiere, ma il tema è stato giudicato troppo scabroso per Hoilywood. Il film è stato ignorato dai Golden Globes, anticamera degli Oscar. «Non mi sono fatto illusioni» dice Bacon, che non è mai stato considerato degno di un Oscar, neppure per la lodatissima interpretazione di Mystic River, «e non mi pento di aver dato la faccia a un personaggio così sgradevole. Non è la prima volta: ho fatto il killer, il torturatore, il tossico. La possibilità di esplorare il lato oscuro è il motivo per cui faccio questo mestiere»
Da Il Venerdì di Repubblica, 28 gennaio 2005
di Arianna Finos, 28 gennaio 2005