The Terminal

Franco Montini

Oltre che su un’isola deserta in mezzo all’oceano, come già accaduto in Cast Away, Tom Hanks dimostra che si può naufragare sulla terra ferma e in mezzo a migliaia di persone. Nei panni di Viktor Navorski, l’attore americano interpreta il ruolo di un turista che approda a New York, proveniente dalla Krakhozi a,un immaginario paese dell’Est Europa. Ma durante il volo, in seguito a un violento colpo di Stato, la Krakhozi a sparisce come entità politica e giuridica e quando Viktor sbarca al John F. Kennedy International Airport scopre che il suo passaporto non ha più alcun valore: è semplicemente carta straccia. Essendo privo di documenti validi, non può ottenere il permesso di ingresso negli Usa, ma neppure tornare a casa. Perciò non ha altra possibilità che trascorrere un po’di tempo nel terminal dell’aeroporto, sperando che la guerra scoppiata nella sua patria si esaurisca rapidamente. Mentre i giorni diventano settimane e poi mesi, Viktor deve attrezzarsi per la sopravvivenza: trovare un posto dove dormire, scovare del cibo. Prigioniero di un microcosmo molto particolare, sempre molto affollato,popolato da persone di varia provenienza,cultura, possibilità economiche, Viktor impara a conoscere la realtà americana pur senza mettervi mai realmente piede. Le sue giornate procedono fra paradossi e atti generosi, ambizioni, imprevisti, voglia di divertimento, colpi bassi e colpi di fortuna, fino ad incontrare perfino l’amore nella persona di Amelia (Catherlne Zeta-Jones), una splendida assistente di volo.
Da Il Venerdì di Repubblica, 27 agosto 2004


di Franco Montini, 27 agosto 2004