Sylvia |
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Un film di Christine Jeffs.
Con Gwyneth Paltrow, Daniel Craig, Jared Harris, Blythe Danner, Michael Gambon.
continua»
Drammatico,
durata 110 min.
- Gran Bretagna 2004.
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Silvia Bizio
La Repubblica
Dopo Nicole Kidman e i tormenti di Virginia Woolf in The hours, ecco che con Sylvia anche Gwyneth Paltrow mette in scena il tragico e il poetico attraverso il prisma del melodramma con il suo ritratto della poetessa americana Sylvia Plath. Figura leggendaria nei salotti letterari - nonché ruolo da tempo corteggiato da numerose leading ladies di Hollywood - artista interpretabile in mille modi, come i suoi versi, la Plath è stata via via descritta come una donna equilibrata e maniaco-ossessiva, depressa ed esuberante, psicopatica e ninfomane. E ancora: dipendente da sonniferi, vittima di un complesso d’Elettra, masochista e perfino misogena. O femminista. Soffrì la paranoia, gli effetti dei trattamenti elettroshock e l’influenza della madre, ed ebbe una relazione tormentata quanto spettacolare col poeta inglese Ted Hughes (Daniel Craig nel film). In breve, un ruolo che sembra cucito su misura per l’Oscar (la Paltrow ne ha già vinto uno, nel 1999, per Shakespeare in love). Il film, presentato a Londra, è diretto dalla regista neozelandese Christine Jeffs, voluta dalla stessa Paltrow rimasta molto colpita dal suo Rain: ci voleva una sensibilità particolare per narrare la storia della Plath, dal 1956, quando, studentessa a Cambridge, incontra il grande amore della sua vita, Ted Hughes. Non era impresa facile raccontare lo sviluppo appassionato e tragico del loro rapporto (ebbero due figli), fino al suicidio di Sylvia nella cucina della sua casa londinese dopo l’ennesimo abbandono del marito. Un anno dopo Hughes pubblicò la collezione di poesie della Plath, Ariel, e dopo trent’anni di silenzio, poco prima di morire per cancro, rese pubblico il loro rapporto con il tomo Birthday Letters. La madre stessa di Gwyneth Paltrow, l’attrice Blythe Danner, recita nel film la madre di Sylvia, Aurelia Plath. Emergendo dal silenzio in cui si era chiusa un anno fa dopo la morte del padre, il regista Bruce Paltrow, la bella Gwyneth, che ormai vive a Londra, spiega che progetti come Sylvia fanno parte della sua nuova filosofia di vita: «Fare i film a basso costo, ma alto contenuto. Anche umano».
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