Carlo Petrini
La Stampa
La pellicola è da vedere, meglio se in compagnia di figli o nipoti in giovane età. E’ una questione di educazione alimentare, anche se «Super size me» - come si può immaginare - è volutamente esagerato e l'ipotesi di partenza, mangiare per un mese fast food, è fuori dalla realtà. Il film fa toccare con mano come l'alimentazione scorretta possa nuocere all'individuo, con effetti negativi anche sul corpo sociale. Il diffuso aumento dell'obesità, con tutte le patologie conseguenti, è una piaga terribile nella civiltà degli hamburger. [...]
di Carlo Petrini, articolo completo (3054 caratteri spazi inclusi) su La Stampa 6 aprile 2005