Priscilla del Ninno
Il Secolo d’Italia
A questo punto della maratona cinematografica A un passo dal traguardo finale, è chiaro: le chiavi del cinema italiano, quelle che aprono la porta al cuore e che lasciano entrare nella stanza dei sentimenti. Nella dimensione del racconto tenero e coinvolgente, sincero nella sua durezza e spietato nella sua dolcezza Una stanza narrativa che confina con la poesia e che mai, neppure per un attimo, appare ingombra di ridondanze di sceneggiatura. Una stanza di puro cinema d’impegno e di emozioni che apre una finestra su un panorama ultimamente inedito, viste soprattutto le recenti produzioni di casa nostra che sonora, qui al Lido per esempio, hanno offerto titoli capaci di rimescolare in salsa no-global stantie velleità pseudorivoluzionarie (Lavorare con lentezza di Guido Chiesa) o, peggio ancora, ambiziosi sofismi metacinematografici, indecisi tra Pirandello e Schnitzler, che tra nudi integrali e confusione di piani narrativi, mescolano ispirazione melò e realizzazione caricaturale (Ovunque sei di Michele Placido). [...]
di Priscilla del Ninno, articolo completo (3502 caratteri spazi inclusi) su Il Secolo d’Italia 10 settembre 2004