Fabio Ferzetti
Il Messaggero
Che coraggio: un film sull’handicap che non scarica il problema sull’interprete (come è accaduto ai vari Sean Penn, Dustin Hoffman, Daniel Day-Lewis, Giancarlo Giannini, etc.) ma va in fondo alle cose, prendendo per attore un vero handicappato e affrontando tutti i problemi di regia posti da una scelta simile: cosa mostrare, in che modo, come dirigere un disabile che non si limita certo a "fare" se stesso, cosa dire o non dire per evitare lo spettacolo del dolore, etc.
Che meraviglia: un regista che parte da un libro importante e autobiografico - Nati due volte di Giuseppe Pontiggia - ma non lo "adatta" per lo schermo, bensì lo reinventa, lo riassimila cercando nel rapporto con il giovane attore disabile Andrea Rossi un equivalente, per quanto possibile, dell’esperienza da cui nasceva il libro. [...]
di Fabio Ferzetti, articolo completo (3536 caratteri spazi inclusi) su Il Messaggero 10 settembre 2004