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Premetto al mio commento di essere cristiano cattolico credente e praticante, quindi la mia recensione negativa non dipende da mie convinzioni personali, bensì da un'analisi del film dal punto di vista formale e dei contenuti ed aggiungo che si tratta di un'opinione personale che ho maturato anche leggendo diverse recensioni da parte della critica(Mereghetti e Morandini specialmente, escluso Pino Farinotti che, scusatemi, non ci capisce niente).
Se possiamo tollerare gli iinumerevoli errori storici che sono sempre stati un limite e talvolta un pregio del cinema, è già più difficile indulgere su una sceneggiatura che non solo mischia tutti i vangeli come se fossero uno solo, ma oltretutto aggiunge episodi perfino inventati.
Il film scade soprattutto su alcuni aspetti ideologici: sull'indiscutibile antisemitismo (o meglio "antigiudaismo") di fondo, sulla caraterizzazione dei personaggi di Caifa e dei sacerdoti più che il mite Pilato che è stato tanto criticato, fino alla rappresentazione dei soldati romani che, se anche sono sempre stati rappresentati (a torto) come i nazisti dell'antichità, mai avevano avuto questi tratti grotteschi che li fanno somigliare a bestie.
Tuttavia "a destare dubbi non sono la buona fede di Gibson e il suo integralismo da neoconvertito" [Paolo Mereghetti], bensì la maniera in cui queste due ore di tortura vengono condotte da una regia che "intrappola" lo spettatore facendolo allo stesso tempo vittima e carnefice, sottolineando i particolari più macabri e cruenti in modo quasi compiaciuto e facendo della Passione di Gesù Cristo un effetto splatter con annessi scampoli horror (le scene del diavolo; questo non è tollerabile. A tutto si aggiunge una colonna sonora fastidiosa, ma la fotografia è indubbiamente molto bella.
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