L'amore ritrovato

Rita Celi

È la storia di un incontro tra un uomo e una donna, che non ha tempo. Così Carlo Mazzacurati sintetizza il cuore del suo film, L'amore ritrovato, presentato a Venezia Fuori concorso (nelle sale da venerdì 17 settembre, distribuito da Medusa) e interpretato da Maya Sansa, Stefano Accorsi, Marco Messeri. Tratto dal romanzo di Carlo Cassola "Una relazione", è ambientato in Toscana nel 1936 e racconta il legame che nasce tra un trentenne, sposato con un figlio, impiegato di banca, e una giovane manicure, sua vecchia fiamma, che incontra per caso sul treno.

"La forza del film" spiega il regista, "è l'autenticità dei sentimenti che non ha tempo. Il personaggio maschile, Giovanni, ha caratteristiche chiare fin dall'inizio: ipocrita e impulsivo, rappresenta quella forma di adolescenza infinita che hanno gli uomini intorno ai trent'anni che non vogliono crescere. Alla fine però, Giovanni cambia, acquisisce una sensibilità dovuta all'orrore della guerra che ha vissuto, ma soprattutto dal rapporto che ha avuto con Maria. In questo senso il film rappresenta una educazione sentimentale. E il loro sentimento è autentico nella semplicità e profondità, per questo è senza tempo".

Nel film Marco Messeri interpreta Franchino, il controllore del treno che accompagna nel tempo, viaggio dopo viaggio, la relazione tra Maria e Giovanni. "Il treno è un personaggio del film, incarnato da Messeri, e diventa il testimone segreto di questa storia clandestina".

L'Italia tra la metà degli anni 30 e la fine della guerra è sullo sfondo, appena accennata. "E’stata una scelta" dichiara Mazzacurati. "La fiction televisiva ha distrutto ogni possibilità di raccontare quel periodo storico. Ho scelto di lasciare tutto sullo sfondo, ispirandomi ai pittori della Scuola Romana più che alle fotografie dell'epoca. I documentari dell'epoca descrivono un Paese rinchiuso nella prigione del fascismo, ma io credo sia esistita anche un'Italia periferica e provinciale in cui la gente ha continuato a vivere".

"Il periodo storico in cui è ambientata la vicenda, tra il '36 e il '45" precisa Stefano Accorsi, "è marginale rispetto alla storia d'amore dei due personaggi, senza dimenticare che allora si rischiava di perdere il posto di lavoro e di andare anche in prigione per adulterio". "La passione è eterna, cambia la vita delle persone" sottolinea Maya Sansa "e nella mia breve esperienza professionale quello di Maria è stato il personaggio cui mi sono sentita più vicina".
Da La Repubblica, 8 settembre 2004


di Rita Celi, 8 settembre 2004