Lietta Tornabuoni
La Stampa
Film nel film, amore nell’amore: ne «La vita che vorrei» di Giuseppe Piccioni tutto si duplica, l’esistenza si raddoppia nel cinema. Un’attrice e un attore impegnati a interpretare un meló ottocentesco s’innamorano, la loro passione reale procede parallela o incrociata a quella che stanno recitando, decade: «Finiamo questo film, poi è meglio se non ci vediamo più», «Sì, è meglio». Ma la vita va come vuole. L’amore serve a raccontare il cinema, gli attori. Il regista li guarda come un uomo di mestiere e insieme come uno spettatore, con ingenuo stupore e insieme con famigliarità profonda, con ironia, e insieme con affetto. [...]
di Lietta Tornabuoni, articolo completo (2382 caratteri spazi inclusi) su La Stampa 29 settembre 2004