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Un pò wuxpasian non pus ultra,un pò horror metafisico e saggio iper eccessivo sulla violenza come forza negativa( e in quanto tale inarrestabile,incotrastabile e in grado di annientare graduatamente anche lo stesso Izo)da cui nessuno si può salvare(nemmeno i morti),il conflitto tra il singolo e il sistema e l'assurdità della stessa esistenza.Miike spinge all'estremo,in tutti i sensi.Dalle continue digressioni narrative ai salti temporali non rinuciando a trovate nonsense anche piacevoli(il suonatore di chitarra che inframmezza le varie vicende,gi agenti immobiliari che si trasformano in vampiri).Il sangue,rispetto al precedente "Ichi the killer",è assai meno(con lo scorno di molti spettatori)e la violenza sconfina presto nel parossismo e nella ripetitività.Gli va riconosciuto il gusto provocatorio e l'indubbia capacità di spiazzare con il vorticoso mescolio di registri e generi,ma la pazienza richiesta è molta.Il simbolismo è pedante,e i dialoghi eccessivamente didascalici(ma forse è una scelta volontaria,autoironica).A venezia il pubblico(con l'eccezione di Tarantino a quanto pare)è rimasto freddo.Buona parte dei fan hanno apprezzato molto.L'imbiondito takeshi Kitano è una delle innumerevoli vittime di Izo.
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