Roberto Nepoti
La Repubblica
"L'inferno sono gli altri" diceva Jean Paul Sartre; e l'asserzione sembra applicarsi, oggi, soprattutto ai rapporti di coppia. Dopo la versione sofisticata di gioco (al massacro) d'amore appena vista in "Closer", un altro film americano viene a raccontarci i terremoti sentimentali di una generazione, quella dei trenta- quarantenni. Amici per la pelle, Jack (Mark Ruffalo) e Hank (Peter Krause) sono professori di letteratura in un villaggio universitario; le mogli si occupano delle faccende domestiche.
Scrittore frustrato, Hank tradisce Edith (Naomi Watts) con le studentesse, mentre Edith tradisce lui con l'amico. Finché Terry (Laura Dern), che non si sente amata dal marito, per vendicarsene scivola in una relazione amara con Hank. Tutti hanno bambini, di cui si occupano poco e che trattano come impicci. Per tenerli quieti, un professore spiega ai suoi che liti e scenate di gelosia tra i genitori sono solo "giochi dei grandi": giochi ben poco divertenti, in verità, che avvelenano lentamente le vite di tutti.
Più che la breve esaltazione dei sensi (le scene esplicite tra Naomi e Mark), I giochi dei grandi ci narra le lunghe ambasce e i sensi di colpa che essa produce, come effetti collaterali, sulla vita a due (a quattro). Anche se, nell'epilogo, una coppia fa il tentativo di ricominciare, mentre l'altra si sfascia, aleggia un generale pessimismo sulle possibilità della vita a due, e del matrimonio in particolare. Lodevole, e riuscito, lo sforzo di rispettare il punto di vista dei diversi personaggi.
Da La Repubblica, 29 aprile 2005
di Roberto Nepoti, 29 aprile 2005