Lietta Tornabuoni
La Stampa
Il doppio adulterio de «I giochi dei grandi» di John Curran ha una doppia caratteristica: come accade nella vita reale, l'infedeltà coniugale non comporta necessariamente la rovina e la fine della famiglia; come non accade nella vita reale, gli amanti clandestini sono ansiosi, piagnucolosi, schiacciati dal senso di colpa e sembra non provino mai piacere, tanto le loro strette risultano affannate e rabbiose. Due coppie di giovani coniugi amici s'intrecciano e scambiano. I mariti sono insegnanti in una piccola università provinciale, vanno a correre tra una lezione e l'altra, vanno a bere al termine del lavoro. [...]
di Lietta Tornabuoni, articolo completo (2167 caratteri spazi inclusi) su La Stampa 23 Aprile 2005