Beautiful Country

Luigi Paini

Le guerre non finiscono mai. Quando tacciono le armi, la scia di dolore prosegue sotterranea, per decenni, sconvolgendo la vita delle generazioni che seguono. Beautiful Country, di Hans Petter Moland, è il diario del dopo, la cronaca del male che non si estingue, delle lacrime che continuano a scorrere nei Vietnam non più in armi contro gli americani.
Il calvario è quello del giovane Binh, figlio di una vietnamita e di un soldato yankee. «Bui doi», "meno delle polvere": con quest'atroce definizione la società confina ai margini i "figli della colpa". [...]

di Luigi Paini, articolo completo (1924 caratteri spazi inclusi) su Il Sole-24 Ore 9 luglio 2006