Claudia Morgoglione
La Repubblica
L'uomo che seduceva tutte le donne, ma che non riusciva ad amarne nessuna, ha il sorriso ironico e lo sguardo un po' obliquo di Jude Law: è lui, il divo inglese trapiantato a Hollywood, a incarnare, sul grande schermo, uno dei più irriverenti sciupafemmine di tutti i tempi. Il nome del personaggio in questione è Alfie, ed è il protagonista dell'omonimo film in arrivo nelle nostre sale.
Un ruolo grazie al quale l'attore ha conquistato un posto sicuro nell'Olimpo dei sex-symbol maschili. Consacrando anche, in uno scambio tra finzione e realtà, la sua fama da Casanova. Già: perché Law è uno dei bersagli prediletti delle cronache rosa, che gli attribuiscono love-story vere o presunte con numerose colleghe. A cominciare da quella con Nicole Kidman, sua partner nel drammone storico Ritorno a Cold Mountain che gli è valsa una candidatura all'Oscar.
E dopo questa immersione nelle atmosfere della guerra civile americana, Jude ha cambiato completamente genere, tuffandosi nel caos e nelle tentazioni della New York di oggi: è la Grande Mela, infatti, il teatro delle mille avventure erotiche di Alfie. Remake di un'omonima pellicola interpretata da Michael Caine, il film mantiene, rispetto all'originale, il dialogo continuo del protagonista con gli spettatori, in cui il nostro eroe spiega il perché del suo essere continuamente a caccia. Facendo intravedere anche un'inquietudine, un'insoddisfazione, che nel corso della vicenda si manifesterà più chiaramente.
Così, guardando fisso nella telecamera a beneficio del pubblico, l'Alfie di Law racconta se stesso: il suo lavoro di autista, il suo essere emigrato dall'Inghilterra a New York non per motivi economici o di carriera, ma perché a Manhattan ci sono le donne più belle e disponibili del mondo. E poi assistiamo alle storie con alcune delle sue prede: la mamma single (Marisa Tomei) che vorrebbe un legame più stabile, la moglie trascurata dal marito (Jane Krakowski), la ragazzina instabile (Sienna Miller), la manager senza cuore (Susan Sarandon), la donna del suo migliore amico (Nia Long). Ma non è tutto oro quel che luccica, nella frenetica Grande Mela descritta dal film: e così, tra periodi di impotenza e paure di malattie gravi, Alfie appare meno vincente, meno invulnerabile, di quanto potrebbe sembrare.
Un ruolo impegnativo, per Law. Che non solo appare nel 100 per cento delle scene del film, ma che deve anche mostrare credibilità nelle tante sequenze di seduzione. E infatti Jude ha spesso dichiarato che girare la pellicola non è stato affatto facile: "Questo libertino di bella presenza, idolatrato dalle donne, è il genere di personaggio che metterebbe alla prova qualsiasi attore. La sceneggiatura, però, era davvero straordinaria, e non ho potuto tirarmi indietro".
Resta il fatto che il film è stato accolto da critiche non sempre lusinghiere. Law, però, lo ha sempre difeso. Confessando anche un'identificazione col protagonista che sembra fatta apposta per alimentare le chiacchiere sul suo status di sciupafemmine hollywoodiano: "All'inizio Alfie mi appariva strano e distante", ha detto. "Dopo un po' di tempo, però, ho cominciato ad avere la sensazione che lui fosse diventato per me una specie di seconda natura".
Da La Repubblica, 2 marzo 2005
di Claudia Morgoglione, 2 marzo 2005