paola di giuseppe
|
lunedì 25 gennaio 2010
|
vite al confine
|
|
|
|
Un ragazzo di diciassette anni in un villaggio islandese, oltre il confine solo la calotta polare, bianco e gelo ovunque, albino quasi da non distinguerlo dallo sfondo: è Noi Albinoi, protagonista di un film che, una volta visto, non si dimentica, volti, immagini, musica (gli Slowblow, il gruppo del regista) tutto resta impigliato a lungo nel ricordo.
Candidato all’Oscar senza troppe speranze, nonostante il riconoscimento al Torino Film Festival, non ha avuto premi e prebende, la cinematografia islandese conosce solo la periferia del cinema, come la sua isola quella del pianeta. Poco dopo l’apparizione nelle sale il film è quasi sparito dalla programmazione, strano titolo, strana immagine in locandina, un film che non s’impone, mette in scena un quotidiano che oscilla tra incantesimo e realismo, un mondo a parte dove non si crederebbe mai di poter consumare la propria vita di solitudine totale, nel vuoto, nell’assenza, nell’anti-favola per eccellenza.
[+]
Un ragazzo di diciassette anni in un villaggio islandese, oltre il confine solo la calotta polare, bianco e gelo ovunque, albino quasi da non distinguerlo dallo sfondo: è Noi Albinoi, protagonista di un film che, una volta visto, non si dimentica, volti, immagini, musica (gli Slowblow, il gruppo del regista) tutto resta impigliato a lungo nel ricordo.
Candidato all’Oscar senza troppe speranze, nonostante il riconoscimento al Torino Film Festival, non ha avuto premi e prebende, la cinematografia islandese conosce solo la periferia del cinema, come la sua isola quella del pianeta. Poco dopo l’apparizione nelle sale il film è quasi sparito dalla programmazione, strano titolo, strana immagine in locandina, un film che non s’impone, mette in scena un quotidiano che oscilla tra incantesimo e realismo, un mondo a parte dove non si crederebbe mai di poter consumare la propria vita di solitudine totale, nel vuoto, nell’assenza, nell’anti-favola per eccellenza.
Metafora di una condizione umana straniante, è anche un racconto di formazione, ma alla pura sopravvivenza
Dagur Kàri ha voluto dar forma a questa anti-favola, solo così possiamo chiamare una storia senza storia, senza finale che non sia un vuoto girare intorno a sé stessi, quando quello che si tenta di fare finisce già dove comincia.
Noi è un ragazzo senza futuro, fra i ghiacci dai riflessi azzurrini del fiordo la vita non trova alimento, e dunque neppure la sua fantasia di adolescente può arricchirsi facilmente di prospettive credibili per cui vivere e lottare.
Dorme a scuola, arruffato come il buffo personaggio di un cartoon, è svegliato il mattino da una nonna strampalata che spara col fucile al cielo, il padre alcoolizzato c’è e non c’è, alla cura del figlio preferisce il karaoke in birreria, la madre è assente e Noi è solo di fronte al destino di morte che un indovino, amico della nonna, gli ha pronosticato. Quando la scuola non ne potrà più di lui si ridurrà a scavare tombe nel ghiaccio per guadagnarsi la giornata.
Forse è un genio incompreso, forse uno stupido che spara ai blocchi di ghiaccio, non sapremo mai dire se più tragico o più comico, forse è soltanto un ragazzo che passerà la vita in un microcosmo, senza sapere bene perché si trova al mondo.
Il suo rifugio è nella botola scavata nel pavimento di casa, e lì passa il tempo a fumare e a guardare nel suo strano occhialetto, un visore di plastica per diapositive, spiagge esotiche, mari del sud e palme da dépliant turistico. Con Iris,la cassiera al bar della stazione di servizio del paese,Noi vorrebbe raggiungere quella spiaggia, ma il colpo di scena finale sconvolge gli equilibri del paesino e fa naufragare definitivamente il suo sogno.
Sfuggire alla propria condizione, infatti, se le pareti che ti circondano sono di ghiaccio è già un’impresa, se poi il disgelo tanto atteso porterà il disastro allora non resterà che sognare il sole delle Haway nel visore di plastica…… e nello spazio e nel tempo d'un sogno è racchiusa la nostra breve vita. (William Shakespeare)
[-]
|
|
[+] lascia un commento a paola di giuseppe »
[ - ] lascia un commento a paola di giuseppe »
|
|
d'accordo? |
|
daniela macherelli
|
domenica 28 luglio 2013
|
nòi albinoi : il silenzio e l'incomunicabilità
|
|
|
|
Il villaggio islandese in cui vive Noi, rinchiuso tra una piccola montagna ed il mare, ed avvolto dalla neve, è caratterizzato da un silenzio desolante: la comunicazione tra i suoi abitanti è ridotta all'essenziale, come del resto le loro esigenze di vita. Ognuno sembra vivere quasi esclusivamente all'interno della sua casa o tra le pareti della sua attività, quasi ignorando i compaesani. L'atmosfera che si respira in tutto il film vuole rendere presente una monotonia e una noia ai limiti dell'insopportabile, accentuate da una luce crepuscolare che contribuisce non poco a creare un ambiente quasi irreale e sospeso nel tempo. Nòi,un sedicenne, non si integra in questa piccola comunità, limitata nelle aspirazioni e negli orizzonti mentali.
[+]
Il villaggio islandese in cui vive Noi, rinchiuso tra una piccola montagna ed il mare, ed avvolto dalla neve, è caratterizzato da un silenzio desolante: la comunicazione tra i suoi abitanti è ridotta all'essenziale, come del resto le loro esigenze di vita. Ognuno sembra vivere quasi esclusivamente all'interno della sua casa o tra le pareti della sua attività, quasi ignorando i compaesani. L'atmosfera che si respira in tutto il film vuole rendere presente una monotonia e una noia ai limiti dell'insopportabile, accentuate da una luce crepuscolare che contribuisce non poco a creare un ambiente quasi irreale e sospeso nel tempo. Nòi,un sedicenne, non si integra in questa piccola comunità, limitata nelle aspirazioni e negli orizzonti mentali. E'diverso dagli altri, a cominciare dall'aspetto fisico (è albino), non si inserisce a scuola, dove non lo vediamo praticamente mai parlare con nessuno e, quando comunica, i rapporti sono conflittuali fino all'espulsione, mentre dal ristorante dove il padre lo porta a cena viene brutalmente buttato fuori; non è integrato in famiglia, carente nelle figure di riferimento e nelle relazioni, con madre assente e padre alcolizzato e la nonna che fa quello che può per sopperire alle mancanze dei genitori. Il lavoro che trova (tuttofare al cimitero del villaggio) non lo aiuta nelle relazioni perchè non ha colleghi, e il ragazzo agisce in una solitudine desolante, che la tormenta di neve che lo sorprende mentre lavora trasmette con un'efficacia quasi angosciante. Nòi, però, entra in sintonia con Irma, la figlia diciassettenne del gestore del bar, appena tornata dalla capitale; insieme i due cominciano ad immaginare una vita diversa, anche se Irma, più matura, quando Nòì le propone una fuga rocambolesca quanto improbabile, non lo seguirà. La valanga che alla fine colpisce il villaggio facendo dieci vittime, tra cui il padre e la nonna di Nòi e Irma, lo priva delle persone a lui più vicine; lui si salva perchè in quel momento è in uno stanzino interrato di casa, che lui ha scelto come rifugio per restare solo con se stesso. La solitudine in cui vive, quindi, lo salva, ma le incognite sul suo futuro restano aperte: mentre guarda dentro ad una finta macchina fotografica dove scorrono immagini di paesaggi tropicali, una di esse all'improvviso si anima: forse il desiderio di Nòi di cambiare vita resterà solo un sogno, ma forse si avvererà.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a daniela macherelli »
[ - ] lascia un commento a daniela macherelli »
|
|
d'accordo? |
|
giovannicucca
|
giovedì 18 ottobre 2012
|
freddo come l'islanda
|
|
|
|
Film che si trasporta faticosamente fino al colpo di scena finale, dove riesce appena a sollevarsi dall'anonimato.
La fredda atmosfera islandese fa da cornice alla vita di questo teenager che sogna la vita lontano dal suo anonimo paese...la voglia di vivere e l'amore portano il giovane a progettare la fuga, che purtroppo viene ostacolata da un evento drammatico.
|
|
[+] lascia un commento a giovannicucca »
[ - ] lascia un commento a giovannicucca »
|
|
d'accordo? |
|
conan
|
martedì 13 febbraio 2007
|
ghiaccio non bollente
|
|
|
|
La storia raccontata è piuttosto scontata: il giovane Noi vive in paese sperduto dell'Islanda, è una sorta di genio incompreso, ha un padre alcolizzato, sogna di andare alle Hawaii con le bella della scuola (forse alle Hawaii sognano di andare in Islanda, Groenlandia o qualche altro posto freddo). La vita di Noi scorre con normalità, tra i proffesori che non lo capiscono, i compagni di scuola che stanno sulle loro, e la ragazza che avrebbe voglia di "trasgedire" ma non fino in fondo (almeno non con lui). Il tutto nello stereotipo più banale che potrebbe esserci in terra islandese: la neve e il freddo come simbolo di isolamento fisico e umano. Qua e là ci sono buone trovate, come la nonna che sveglia Noi a colpi di fucile, o la sortita notturna della giovane coppia; purtroppo ciò che di buono viene costruito nel corso del film viene letteralmente spazzato via dalla valanga finale, evento tragico che in maniera troppo scontata arriva a sconvolgere gli equilibri del paesino, con una facile puntualità cineatografica che nella vita reale si verifica raramente.
[+]
La storia raccontata è piuttosto scontata: il giovane Noi vive in paese sperduto dell'Islanda, è una sorta di genio incompreso, ha un padre alcolizzato, sogna di andare alle Hawaii con le bella della scuola (forse alle Hawaii sognano di andare in Islanda, Groenlandia o qualche altro posto freddo). La vita di Noi scorre con normalità, tra i proffesori che non lo capiscono, i compagni di scuola che stanno sulle loro, e la ragazza che avrebbe voglia di "trasgedire" ma non fino in fondo (almeno non con lui). Il tutto nello stereotipo più banale che potrebbe esserci in terra islandese: la neve e il freddo come simbolo di isolamento fisico e umano. Qua e là ci sono buone trovate, come la nonna che sveglia Noi a colpi di fucile, o la sortita notturna della giovane coppia; purtroppo ciò che di buono viene costruito nel corso del film viene letteralmente spazzato via dalla valanga finale, evento tragico che in maniera troppo scontata arriva a sconvolgere gli equilibri del paesino, con una facile puntualità cineatografica che nella vita reale si verifica raramente.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a conan »
[ - ] lascia un commento a conan »
|
|
d'accordo? |
|
|