Interessante, questo"Ghost Ship"(20o2, David Beck), moderna rilettura di un tema classico dlella letteratura fantastica e poi, in seconda battuta, del cinema fantastico, ma anche di entrambe le forme d'arte e scritture di pirateria(Stevenson docet). Dirò subito che Lovecraft e KIng avrebbero apprezzato(meglio , risulta, che King l'abbia fatto, mentre per un ovvio problema cronologico, H.P.Lovecraft non ha potuto farlo); nonostante il"gore" iniziale nella parte riguardante la vicenda passata, che peraltro poi"torna sempre"a "hanter", a fare aggio negativamente sul "presente"filmico(nel cinema le categorie spaziali e temporali, senza considerare l'einsteiniana teoria della relatività sono comunque estremamente"flou"), per come la scoperta dell"orrore"procede, per come la sensualità si lega con la morte(qui anche Bataille avrebbe gioito), per come il pericolo, invero costante, capace di percorrere tutto il film, si sviluppa con spire sempre più ampie, dopo una condizione di iniziale quasi-rilassatezza, da parte della barca quasi"avventizia"per questa missione, che, volendo ricercare il tesoro nascosto nella nave da crociera del 1962, con tanto di cantante iper-seducente che all'inizio canta(con forte inflessione anglosassone, invero)la ginopaoliana"Senza fine", si trova precipitata in una spirale d'orrore, appunto, in qualche modo fatalisticamente predisposta, senza alcuna possibilità di uscirne, senza uno scampo che si presenti all'orizzonte. Progressione nell'orrore che è ben"orchestrata"sul piano visivo(ottimo il rapporto tra viventi e fantasmi, dove in genere l'apparizione del fantasma, nel cinema, lungi del"bucare lo schermo", spesso corrisponde invece a un flop visivo-fantasmatico. Ciò che talora invece lascia perplessi, essendo uno specchietto per le allodole classico nel cinema"d'evasione"o"commerciale"(a seconda di come lo si voglia definire)è il"gore", appunto, l'esibizione di sangue a fiumi, vermi che sembrano cibi, sostanze non ben identificabili ma apparentabili a liquami... Un repertorio che, in un cinema non privo di dignità "artistica", dorebbe essere accennato più che esibito, ma le esigenze legate all'incasso, chiaramente, fanno la parte del leone... Ottimi interpreti tutti/e, da Juliana Margullies , bella e coraggiosa, a Gabriel Byrne, quintessenza della solidità irlandese, a "Ron Eldard, a Francesca Rettondini, la cantante bellisssima- sensuale quanto(vera Loreley, dove Loreley nel film è un richiamo costante...)latrice di morte. El Gato
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