Le invasioni barbariche

Franco Montini

Uno dei film più premiati all’ultimo festival di Cannes, dove ha conquistato la Palma d’oro per la sceneggiatura, forte di dialoghi brillantissimi e battute folgoranti, e quella per la miglior attrice protagonista con Marie-Josée Croze. Benché del tutto autonomo e comprensibile a sé, Le invasioni barbariche è una sorta di sequel: a diciassette anni di distanza da Il declino dell’impero americano, Denys Arcand, infatti, riprende i temi e i personaggi di quel film immaginandoli immersi nella realtà contemporanea, caratterizzata da un’ulteriore predominanza della cultura americana. Il risultato è uno psicodramma in forma di commedia, una storia che mescola lacrime e risate, divertimento e commozione. Rémy (Remy Girard), sessantenne professore di storia, «socialista concupiscente» come lui stesso si definisce, divorziato e impenitente dongiovanni, è ricoverato in ospedale affetto da un male incurabile. La sua ex-moglie Louise (Dorothée Berryman) chiede allora figlio Sèbastien (Stéphane Rousseau) rampante broker a Londra, di tornare a casa per assistere e confortare il padre nei suoi ultimi giorni di vita. Sèbastien esita: sono anni ormai che fra lui e il genitore ogni rapporto si è interrotto, ma alla fine cede e vola in Canada accompagnato dalla fidanzata perfetta Gaelle (Marina Hands)...
Da Il Venerdì di Repubblica, 5 dicembre 2003


di Franco Montini, 5 dicembre 2003