Ju-on: Rancore

Come molti horror orientali, il film si basa su una storia di fantasmi dalla presenza a dir poco inquietante: gli yurei, imprigionati nel mondo dei vivi per qualche emozione che non li fa trapassare in quello dei morti e solitamente caratterizzati da abiti bianchi e lunghi capelli neri. C'è una violenza familiare tenuta nascosta,un uomo uccide per gelosia la moglie e il figlio dando inizio alla maledizione che imperverserà su chiunque entrerà in quella casa. Non ci sono sorprese, il film è diviso in sei capitoli recanti come titolo il nome del personaggio di cui sta per descrivere la fine. Si sa cosa succederà, essi moriranno ma sono proprio questo senso di ineluttabilità, la paura di fronte all'orrore che rendono il film angosciante, l'atmosfera tesa e le presenze agghiaccianti. Il fatto che la trama non abbia un andamento lineare per il confuso susseguirsi dei capitoli, non fa altro che alimentare il senso di confusione proprio del terrore. La stessa confusione che lo spettatore avverte per dei particolari, delle scene mai chiarite e che lasciano dei punti interrogativi. Bravo Takashi Shimizu a far leva sui sensi, ricorrendo al visivo e al sonoro, a creare un'atmosfera che la fa da padrone, a suscitare nello spettatore un senso di angoscia che lo accompagnerà dall'inizio alla fine.