Roberto Nepoti
La Repubblica
All'origine del film che quest'anno ha inaugurato, tra l'incredulità generale, una loffia edizione del Festival di Cannes, c'è un piccolo cult-movie di cinquant'anni fa: Fanfan la Tulipe di Christian-Jaque che a Cannes, all'epoca, fu premiato per la regia. Nel diciottesimo secolo gli uomini si dedicano allo sport della guerra, l'unico divertimento che il popolo possa condividere col suo Re. Fanfan, però, entra nell'esercito di Luigi XV solo per sfuggire a un matrimonio forzato (ma la furba Adeline, figlia del sergente arruolatore, lo convince anche predicendogli un amore da fiaba con la figlia del sovrano). In ogni caso il giovanotto riesce bene nel nuovo lavoro, essendo uno spadaccino imparaggiabile.
L'originale era una commedia d'azione in bianco e nero libertaria e libertina, con un sottofondo (a guerra appena finita) beffardamente antimilitarista; consolidò il mito del bel Gérard Philipe e lanciò la Lollobrigida nel cinema internazionale. Nel remake c'è lo zampino dello smaliziato Luc Besson, in veste di produttore e sceneggiatore. Il che spiega parecchie cose. La nuova versione a colori prende piuttosto il tono della farsa, aggiornata al gusto dei giovanissimi: cascatone, duelli truccati con gli effetti speciali e una quantità di personaggi caricaturali.
Più che un rifacimento del film con Gérard e Gina, pare una puntata delle avventure di Asterix. Perez si diverte un mondo; Cruz abbastanza. Difficile dire altrettanto dello spettatore adulto.
Da La Repubblica,28 novembre 2003
di Roberto Nepoti, 28 novembre 2003
twitter
diventa fan
