Elephant

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Un film di Gus Van Sant. Con Eric Deulen, Alex Frost, Elias McConnell, Timothy Bottoms, Matt Malloy.
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Drammatico, Ratings: Kids+16, durata 81 min. - USA 2003. - Bim Distribuzione MYMONETRO Elephant * * * - - valutazione media: 3,29 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
   
   
   
rossella mercoledì 15 ottobre 2003
la follia della normalità Valutazione 5 stelle su cinque
79%
No
21%

Di una bellezza sconvolgente. durissimo. potrei paragonare il punto di vista del regista, esterno, asettico, al miglior hemingway. nessun tentativo di spiegare, inutile cercare motivazioni a un gesto incomprensibile. Il vuoto della casa di uno degli assassini,una madre della quale non si vede il volto: gli unici indizi, troppo deboli, per cercare di capire le ragioni di una strage immotivata. immagini bellissime: parco autunnale con alberi d'oro, vetrate che riflettono una luce pulita e scintillante. e ragazzi soli, ognuno chiuso nella sua solitudine, anche nella fuga un silenzio raggelante. Un film bellissimo, le cui immagini rimarranno impresse, piaccia o no, nella memoria di ciascuno."

[+] assolutamente inquietante (di luchino)
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frdb82 lunedì 2 maggio 2005
un elefante Valutazione 4 stelle su cinque
74%
No
26%

Un mare aperto di angoscia contratta e di vuoto. Vedi la continua frustrazione delle aspettative dello spettatore in un film sperimentale in cui per i primi due terzi succede poco o niente e in cui gli stessi avvenimenti vengono riproposti più volte sotto punti di vista differenti, vedi l’ipnosi di una regia atta ad avvolgerci sofficemente in una stasi contemplativa e annichilente, limitandosi semplicemente a registrare la routine di una giornata come le altre, vedi le problematiche nascoste e mantenute sotto controllo degli adolescenti ritratti (dalle anoressiche, ai disadattati, alle problematiche familiari, al suicida), vedi l’attesa persistente di un’esplosione di violenza liberatoria, di un climax più volte rimandato che non giungerà mai; neanche, e inaspettatamente, nel momento della strage, filmata anch’essa così come è, nella sua più chiara naturalezza e trasparenza, senza lasciar trapelare un minimo di coinvolgimento e passionalità. [+]

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ggalletti venerdì 1 settembre 2006
la mappatura dello spazio Valutazione 4 stelle su cinque
65%
No
35%

Forse Gus aveva bene in mente le sequenze di L'anno scorso a Marienbad di Resnais al momento di girare il suo Elephant. Probabilmente ricordava bene quei corridoi vuoti che si aprivano su altri corridoi, quelle parole sfumate che si ripetevano senza senso nelle bocche di ectoplasmatici avventori di un lugubre hotel. L'assenza di identità, l'assenza di memoria. Oltre Resnais: l'assenza di capacità di distinguere, o anche solo interessarsi, a ciò che è bene e ciò che è male; la realtà dal gioco. Eppure c'è un'operazione molto curiosa che compie Van Sant: contestualizza non solo emotivamente e psicologicamente, ma anche "geograficamente" lo spazio della tragedia. Lunghe camminate attraverso la scuola non solo "delimitano il campo", ma lo "mappano". [+]

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breveecirconciso giovedì 24 marzo 2011
elephant in a room Valutazione 5 stelle su cinque
100%
No
0%

Elephant si erge in tutta la sua mole pachidermica, schiacciando lo spettatore tra l’inquietudine e l’ammirazione per quest’opera. Il film è tratto dalla triste vicenda realmente accaduta nella Columbine High School il 20 Aprile 1999, quando in una tranquilla giornata scolastica due studenti si presentarono a scuola armati, e aprirono il fuoco su docenti e compagni, uccidendone 12 e ferendone 24.
La ripresa di Gus Van Sant non giudica, mostra semplicemente. Pedina i protagonisti della vicenda, assassini e vittime, come uno spettatore invisibile. E’ superpartes. Inquadra la strage in una cornice di routine, a volte volutamente ostentata. E’ tutto normale. [+]

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marcello fittipaldi venerdì 7 novembre 2003
benvenuti alla columbine high school! Valutazione 4 stelle su cinque
70%
No
30%

Gus Van Sant ripercorre l'avvenimento sconcertante della strage avvenuta alla Columbine High School forse perché cercava un soggetto cinematografico tanto cruento da lasciare senza parole anche il più cinico appassionato di horror movies. Forse attraversava un periodo d'apertura al sociale, di risposta costruttiva all'inettitudine dilagante dell'umanita tutta. Forse non riusciva a togliersi dalla mente quel documentario frutto del copioso e impeccabile lavoro di Michael Moore, Bowling a Columbine. Fatto sta che Gus Van Sant ha scelto una storia vera, questa storia, e ha realizzato un film, Elephant, con una superba capacità espressiva e narrativa tale da ricondurci nelle atmosfere grigie e sconcertanti dell'indimenticabile Drugstore Cowboy. [+]

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petercinefilodoc giovedì 19 giugno 2014
un film che tocca dicendo la sua con tatto Valutazione 5 stelle su cinque
100%
No
0%

Quella che sembra una normale giornata di scuola, si trasformerà presto in un inferno. Due ragazzi, che nella pellicola ci vengono mostrati come isolati e bullizzati, acquistano online delle armi e mettono in atto quello che sarebbe diventato uno dei più grandi massacri della storia americana, per poi suicidarsi. Il massacro avvenuto 15 anni alla Columbine High School è qualcosa di talmente terribile e sconcertante che scriverci diventa molto complicato, addirittura doloroso, pensate farci un film. Ma Gus Van Sant (Will Hunting - Genio ribelle, Milk) in "Elephant" riesce a raccontare questa vicenda con il giusto tatto, non esaltando in nessun modo la violenza, ma semplicemente seguendo la tipica routine dei personaggi. [+]

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doctor love lunedì 15 gennaio 2007
normali mostruosità quotidiane Valutazione 4 stelle su cinque
60%
No
40%

Con gli ultimi anni Van Sant è uscito dalla mediocrità dei suoi ultimi e (sopravvalutati)campioni di incassi, abbandonando redditizi copioni con begli attori e più o meno buoni sentimenti per tornare a raccontare quello che meglio sa fare: i drammi della quotidianità, con personaggi veri e fragili come foglie, non geni ribelli ma normali e banali. In questo senso la sua trilogia della gioventù disegna il capitolo più amaro, costringendoci a sperimentare senza filtri la sensazione di smarrimento e impotenza che lo spettatore statunitense ha provato di fronte alla notizia della strage. Chi si aspettava esaltanti scene di azione, con incessanti raffiche e ritmo incalzante è rimasto deluso: il film è lento e piatto come lo scenario che descrive. [+]

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luci-j lunedì 18 ottobre 2010
un pugno nello stomaco Valutazione 5 stelle su cinque
100%
No
0%

Poche volte si può osservare un film e arrivare in fondo con quell'amaro che ti lascia letteralmente ammutolito,Elephant è una di quelle eccezioni,un vero pugno chiuso e pronto a colpire con una violenza pacata e surreale lo spettatore che impietrito avrà a malapena la forza di realizzate che ciò che a visto è il crudo spaccato di una società folle.
Riprendendo il terribile fatto di cronaca riguardante il massacro alla Columbine,Van Sant,riesce e regalare allo spettatore qualcosa di unico. poteva raccontare la prevedibile storia degli aguzzini che,una volta motivate le cause,avviano il massacro e concludendo con una conclusione posteriore alla tragedia. [+]

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francesco di benedetto venerdì 8 settembre 2006
elephant e il caimano Valutazione 5 stelle su cinque
60%
No
40%

Spiazzare le aspettative di coinvolgimento immediato e passionale da parte dello spettatore. Rinunciare alla concretezza, alla densità materiale degli stimoli percettivi da comunicare. Disancorare dunque lo spettatore da stabili punti di appoggio e di riferimento. Tenere desta la tensione percettiva dello spettatore, mantenendola su questo binario di persistente frustrazione. Far emergere con lucidità attraverso la sofisticatezza della messa in scena tutto il caos insito nell’attività, ormai sputtanatissima, di produzione delle immagini. Riflettere dunque sul cinema e su di sè. Constatare lo scacco, l’impotenza da parte dello sguardo, narrandone l’asfittico, asfissiante, bulimico consumo di stimoli visivi, ora fermandosi insistentemente alla glacialità, disumanità, impersonalità di un punto di vista, ora forzando gli input percettivi nel senso di uno scoppiettante e surreale parossismo espressivo; ma fornendo in ogni caso sempre la stessa impressione finale di logoramento dell’attenzione, di incompiutezza e di caos. [+]

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francesco di benedetto sabato 9 settembre 2006
elephant e il caimano (versione corretta) Valutazione 5 stelle su cinque
50%
No
50%

Spiazzare le aspettative di coinvolgimento immediato e passionale da parte dello spettatore. Negare o comunque non evidenziare concretezza, intensità e densità materiale degli stimoli percettivi da comunicare. Disancorare dunque lo spettatore da stabili punti di appoggio e di riferimento. Tenere desta la tensione percettiva dello spettatore, mantenendola su questo binario di persistente frustrazione. Far emergere con lucidità attraverso la sofisticatezza della messa in scena tutto il caos insito nell’attività, ormai sputtanatissima, di produzione delle immagini. Riflettere dunque sul cinema e su di sè. Constatare lo scacco, l’impotenza da parte dello sguardo, narrandone l’asfittico, asfissiante, bulimico consumo di stimoli visivi, ora fermandosi insistentemente alla glacialità, disumanità, impersonalità di un punto di vista, ora forzando gli input percettivi nel senso di uno scoppiettante e surreale parossismo espressivo; ma fornendo in ogni caso sempre la stessa impressione finale di logoramento dell’attenzione, di incompiutezza e di caos. [+]

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