Dogville |
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Un film di Lars von Trier.
Con Nicole Kidman, Stellan Skarsgård, Siobhan Fallon Hogan, Chloë Sevigny, Patricia Clarkson.
continua»
Drammatico,
durata 165 min.
- Danimarca, Francia, Svezia, Norvegia 2003.
MYMONETRO
Dogville
valutazione media:
3,99
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Parole che andrebbero lette parte 5di Marta009Feedback: |
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giovedì 2 luglio 2009 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Nel film il conflitto insanabile tra la Legge che uccide e lo Spirito che dà vita trova la sua formulazione più compiuta nel colloquio notturno tra Tom e Grace (che è quasi la grottesca parodia di quello tra Nicodemo e Gesù). Grace è ormai ridotta in schiavitù, relegata in una casetta ai margini della cittadina, sottratta agli sguardi perché pietra d'inciampo. Venendo meno ai patti, Tom decide di possederla. «Sei stata con tutti - le dice - manco solo io». «Ma tu non sei come tutti gli altri - gli ribatte Grace - Avevamo pensato a una cosa diversa per il nostro amore, di farlo quando saremmo stati liberi». La verità esplode davanti a Tom. Si guarda allo specchio e vi scorge solo menzogna. Lui che aveva fatto della sua attività intellettuale un motivo d'orgoglio, si accorge, come si dice in un famoso film di Bergman, di essere «un poeta senza poesia, un musicista senza musica». Tom rimane schiacciato dall’idea che Grace ha dell’amore tra l’uomo e la donna, un amore inteso come elezione, promessa di felicità, fiducia, passione forte come la morte, unione di corpi e di anime (non a caso eros e psiche sono le due parole greche che Grace scrive sulla lavagna a casa di Chuk, il primo che approfitterà di lei, e che saranno cancellate con un colpo di spugna dalla moglie accecata dall’invidia). Inteso in questo senso, l’amore che Grace offre a Tom rimane abbagliante anche se il suo corpo viene ripetutamente profanato. Fin qui, però, la storia di Grace non si discosta troppo da quella di Bess e di Selma, le protagoniste dei precedenti film di von Trier Le onde del destino e Dancer in the dark. Anche'esse sono donne che si perdono per amore, anche se in realtà il perdersi è salvarsi perché, come si legge in una delle pagine più potenti dell'evangelo di Luca, pecca molto solo chi molto ha amato. Tuttavia sono sufficienti gli ultimi dieci minuti del film per mandare tutto a carte quarantotto. Von Trier si ferma alla prima tavola del tradizionale trittico passione-morte-resurrezione, e offre allo spettatore un finale che definire sconvolgente è poco.
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