Big Fish - Le storie di una vita incredibile

Marco Giovannini

Tim Burton, genio e sregolatezza, è stato campione di incassi solo quando ha affrontato il mondo pop di Batman e Il pianeta delle scimmie. Ed ecco perché Big Fish è stato trattato come una pianta rara da maneggiare con cura: uscito in appena 6 cineclub prima che il passaparola e i tanti premi gli concedessero il Pass verso il grande pubblico. Tratto da un romanzo di Daniel Wallace (rimpastato col permesso dell’autore da John August, lo sceneggiatore dei due Charlie’s Angels, e della prossima pazzia di Tim Burton: Willie Wonka e la fabbrica di cioccolato), racconta la vita picaresca del morente Edward Bloom (Albert Finney), attraverso continui flashback; il figlio (Billy Crudup) vuole finalmente sapere: suo padre gli ha sempre raccontato storie, come dice lui, oppure bugie? Uso e abuso dell’aggettivo “fellinesco” nelle critiche americane: vuol dire che Burton è ancora un oggetto misterioso oppure che questo film, ereditato da Spielberg, è troppo buonista e poco “burtonesco”, anche se la scena pretitoli mostra il logo della Columbia al contrario? Cast stellare (Jessica Lange, Helena Bonham Carter, Alison Lohrnan, Steve Buscemi, Danny DeVito), poesia & kitsch; memorabile la scena in cui il giovane Bloom (Ewan McGregor) incontra l’amore: per ottemperare al detto che in quei casi il tempo si ferma, Burton stoppa anche personaggi e immagini del film. [...]

di Marco Giovannini, articolo completo (1416 caratteri spazi inclusi) su Ciak 2004