The One and Only

Lungo la maggior parte del film si trova un Neil che non sa amare la bambina in adozione e non sa amare sua moglie, carattere dominante ma nella quale egli potrebbe trovare un tesoro se solo lo cercasse (impietosa ed improbabile caricatura di donna, quella costruita dal regista), il suo collega confonde l'amore con la stalloneria ferormonale e la ricerca del proprio gusto,  Stevie ama solo la propria linea, confonde il matrimonio con una gita di piacere e sarebbe pronta ad abortire (sublime prova d'amore verso l'incolpevole nascituro), il calciatore Sonny ama solo se stesso e usa gli altri per il proprio tornaconto, insomma fin qui è tutta colpa di un egoismo della più bell'acqua, altro che dell'amore. Colpo di scena finale, Stevie scopre di amare Neil, che chissà perchè si era da subito innamorato di lei pur non sapendo amare nessun altro. Forse un capriccio, forse l'unico vero grande amore della vita. Chissà.  Comunque è Stevie a dare le carte ed a  regolare il gioco. Molto politically correct agli occhi delle femministe. Infine, sarà anche vero che Stevie è 'the one and only' per Neil, ma  su quali basi l'intesa fra i due (come chiamarla amore?) possa durare oltre il banchetto finale è difficile comprendere, alla luce di quanto sopra. Auguri. Politically molto correct inoltre che il rito del matrimonio sia di tipo schiettamente pagano e che la bambina negra dal nome impronunciabile abbia saputo suscitare nel cuore di Neil il senso dell'amore. Fosse stata bianca ciò non sarebbe accaduto. Solo i neri sono buoni ed umani e sanno tirare fuori il buono dai bianchi, che invece li hanno tanto sfruttati, comprati e venduti.  Giochi troppo scoperti, messaggio sociale contrabbandato come opera d'arte,  come di prassi da un centinaio d'anni. Alberto.