Titolo originale 8 Femmes.
Giallo,
durata 101 min.
- Francia 2002.
- Bim Distribuzione
MYMONETROOtto donne e un mistero
valutazione media:
3,73
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
François Ozon, regista poliedrico di thriller profondamente psicologici, come "sotto la sabbia" e "swimming pool", si ritrova a dirigere una commedia teatrale.
Un giallo, svolto quasi tutto in un salone della Francia bene di fine anni '50, le cui protagoniste sono otto donne, che con la giustificazione apparente della morte del "pater familias" si raccontano fra piccole menzogne, ricatti, voltafaccia, litigate e verità rivelate.
Ognuna di loro è associata a un fiore (velenoso), pronto a colpire con la dolcezza della piena femminilità, ma anche con gli strali venefici, che non ammettono esclusione di colpi. E' una lotta senza quartiere, fatta di continue scoperte.
Gaby sta per lasciare il marito (presunta vittima)per un altro uomo, che è anche l'amante della scandalosa cognata Pierrette.
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François Ozon, regista poliedrico di thriller profondamente psicologici, come "sotto la sabbia" e "swimming pool", si ritrova a dirigere una commedia teatrale.
Un giallo, svolto quasi tutto in un salone della Francia bene di fine anni '50, le cui protagoniste sono otto donne, che con la giustificazione apparente della morte del "pater familias" si raccontano fra piccole menzogne, ricatti, voltafaccia, litigate e verità rivelate.
Ognuna di loro è associata a un fiore (velenoso), pronto a colpire con la dolcezza della piena femminilità, ma anche con gli strali venefici, che non ammettono esclusione di colpi. E' una lotta senza quartiere, fatta di continue scoperte.
Gaby sta per lasciare il marito (presunta vittima)per un altro uomo, che è anche l'amante della scandalosa cognata Pierrette.
Mamy vive assorta nell'autismo della sua tirchieria perennemente avvinazzata, anche se vuole proporsi come anziana saggia e timorata di Dio.
Augustine, rispettivamente, sorella di Gaby e figlia di Mamy, è una povera zitella, incattivita dalla vita e dal suo amore impossibile per il cognato.
Catherine e Suzon, le due figlie di Gaby, nascondono amari segreti.
La nuova cameriera, Louise, amante del padrone di casa, ma protesa ad immedesimarsi psicologicamente ed intenzionalmente in Gaby, crea non poco scompiglio con la sua bellezza perversa.
La governante, Chanel, è invece solo rea d'amare Pierrette.
Nel film tutto è portato all'eccesso: la clausura nella villa rapita dal gelo invernale; la gravidanza della giovane Suzon; l'umiliante scoperta dell'omosessualità di Chanel, che viene fatta appositamente cadere e lì giace per alcuni secondi, incapace di rialzarsi; le isterie di Augustine; le confessioni alcooliche dell'omicidio di Mamy; la sprezzante alterigia della bellissima Louise; l'assurda complicità fra Gaby e Pierrette; le bugie e i dispetti dell'adolescente Catherine.
Ci si dimentica quasi totalmente dell'omicidio.
Ogni attrice, attraverso una canzone, ritaglia l'essenza della propria storia.
Ma fra scene esilaranti, come il ritrovamento della capacità di camminare di Mamy, il litigio fra quest'ultima e le figlie al momento della confessione dell'omicidio del padre, i balli della seduzione di Pierrette e di Louise, compaiono anche veri moti dell'animo: la rivelazione dell'amore di Gaby per il vero padre di Suzon, nella quale lei rintraccia ogni giorno le più dettagliate minuzie somatiche e che vela di lacrime il volto di Pierrette nascosto dietro un tendaggio rosso; il "messaggio personale" di Augustine per l'amore che non arriverà mai più; la dichiarazione d'amore di Louise per la sua ex-padrona di casa; l'affetto incondizionato di Chanel per le due bambine che ha cresciuto.
Alla fine tutto si chiarisce e la commedia degli equivoci si trasforma in vera e propria tragedia dal valore simbolico:
le sei donne intrecciano un minuetto di morte, mentre Mamy, tramite le splendide parole d'una poesia d'Aragon, da più anziana del gruppo, spiega alla più giovane, Catherine, quale è l'essenza dolorosa della vita e dell'amore.
Una conclusione totemica, in cui alla tristezza sconfinata e stilizzata del ballo si coniuga il doloroso insegnamento dell'essere-nel-mondo.
Le attrici si congedano con un inchino.
Finzione e realtà, una volta tanto, coincidono.
leonardo g.
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A prima vista, potrebbe sembrare un tipico giallo alla Agatha Christie: una villa isolata in mezzo alla neve, otto donne costrette a stare sotto lo stesso tetto… mentre, nel frattempo, il padrone di casa giace senza vita nella sua stanza, con un coltello da cucina conficcato nella schiena. Ben presto, salterà fuori che la sua rispettabile famiglia non è poi così impeccabile come appare, e che tutte le signore presenti alla villa avevano un ottimo motivo per desiderare la sua morte: ma chi di queste è l’assassina? Nei primi minuti del film, lo spettatore ha l’impressione che si tratti più di una parodia che di un vero e proprio giallo: ma guardando al di là della superficie di frivola leggerezza tipica del cinema francese, ben presto ci si rende conto che 8 femmes è in realtà un gioco teatrale di formidabile precisione, un adorabile divertissement il cui principale merito è quello di aver saputo riunire il fior fiore delle attrici francesi.
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A prima vista, potrebbe sembrare un tipico giallo alla Agatha Christie: una villa isolata in mezzo alla neve, otto donne costrette a stare sotto lo stesso tetto… mentre, nel frattempo, il padrone di casa giace senza vita nella sua stanza, con un coltello da cucina conficcato nella schiena. Ben presto, salterà fuori che la sua rispettabile famiglia non è poi così impeccabile come appare, e che tutte le signore presenti alla villa avevano un ottimo motivo per desiderare la sua morte: ma chi di queste è l’assassina? Nei primi minuti del film, lo spettatore ha l’impressione che si tratti più di una parodia che di un vero e proprio giallo: ma guardando al di là della superficie di frivola leggerezza tipica del cinema francese, ben presto ci si rende conto che 8 femmes è in realtà un gioco teatrale di formidabile precisione, un adorabile divertissement il cui principale merito è quello di aver saputo riunire il fior fiore delle attrici francesi. Come di fronte a un palcoscenico, lo spettatore si trova ad assistere a un allegro gioco al massacro che non risparmia niente e nessuno, e che metterà alla berlina tutte le ipocrisie, le falsità e i pregiudizi della famiglia; mentre le otto protagoniste di questa cinica commedia umana, nell’arco di un’intera giornata, si fronteggiano a colpi di affermazioni al vetriolo, tirando fuori una dopo l’altra i propri scheletri nell’armadio. Il cast è di prim’ordine: Catherine Deneuve è una tipica moglie borghese snob e perbenista, mentre Fanny Ardant è la sua disinibita cognata, lo scandalo della famiglia. Isabelle Huppert, grande attrice poco avvezza ai ruoli da commedia, recita troppo sopra le righe nella parte bizzarra della zia zitella e bigotta, ma in compenso è magnifica nei momenti drammatici (straordinaria l’espressività del suo sguardo). Eccellente uso simbolico dei colori per delineare i diversi personaggi, a ciascuno dei quali è assegnato un particolare numero musicale. Il film sa alternare con abilità dramma e commedia, divertimento e commozione: spassosissima la scena in cui le due rivali Deneuve e Ardant si azzuffano l’una con l’altra e finiscono sul pavimento a scambiarsi effusioni saffiche. E il finale, con l’immancabile colpo di scena, per una volta non lascia delusi. Consigliabile a tutti gli appassionati del giallo… tranne che per le feste di famiglia.
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Seducono, colpiscono, odiano e amano le otto donne di François Ozon.
Dopo la morte di un padre in "Sitcom" e la scomparsa di un marito in "Sotto la sabbia", il giovane regista francese prosegue nella sua smania di 'eliminare' i protagonisti maschili dai propri film, sebbene in questo caso cambi decisamente registro affrontando la commedia musicale, e non solo. Va oltre infatti, supera i confini del genere e affonda a piene mani nei moti e modi dell'arte cinematografica, mescolando, stravolgendo, modificando.
Aggiunge un coté "Agatha Christie" nel mistero della morte dell'unico personaggio maschile (che peraltro si vede solo di spalle) e nell'occasione che questa fornisce per disvelare le personalità delle altre protagoniste belle, affascinanti e decisamente sagaci.
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Seducono, colpiscono, odiano e amano le otto donne di François Ozon.
Dopo la morte di un padre in "Sitcom" e la scomparsa di un marito in "Sotto la sabbia", il giovane regista francese prosegue nella sua smania di 'eliminare' i protagonisti maschili dai propri film, sebbene in questo caso cambi decisamente registro affrontando la commedia musicale, e non solo. Va oltre infatti, supera i confini del genere e affonda a piene mani nei moti e modi dell'arte cinematografica, mescolando, stravolgendo, modificando.
Aggiunge un coté "Agatha Christie" nel mistero della morte dell'unico personaggio maschile (che peraltro si vede solo di spalle) e nell'occasione che questa fornisce per disvelare le personalità delle altre protagoniste belle, affascinanti e decisamente sagaci.
Ma Ozon si ispira anche ad Hitchcock e come il maestro del thriller padroneggia la scenografia dirigendola come se fosse uno degli attori. Non manca così la scala, elemento fondamentale per l'entrata in scena dei personaggi o per ridestare l'importanza dei vari ruoli vis à vis della storia, mentre lo svilupparsi dell'indagine ricorda lo straordinario "Nodo alla gola".
Ma Ozon, dicevamo, va oltre, affonda le radici nella storia del cinema e gusta con compassata voracità ogni genere e ogni stile. È difficile quindi parlare di commedia, di indagine poliziesca o di dramma, e sebbene tutto sembri inesorabilmente mescolato non diventa mai un minestrone senza sapore. Al contrario, François Ozon resta François Ozon, e i suoi dialoghi sono come sempre l'evoluzione di un arte sopraffina: raccontano la storia e arrivano alla soluzione del mistero e al tempo stesso con sottile e ironico giubilo le otto donne si scambiano battute maligne, quando non veri e propri insulti, quasi un perverso divertissement del regista ad affidare questi improperi proprio alle "rivali" del cinema d'oltralpe. Una sceneggiatura ricca di intesi e sottintesi che non nasconde l'omaggio al cinema francese - ai suoi film, ai suoi autori e anche ai suoi attori - utilizzando indimenticabili frasi di indimenticabili capolavori di François Truffaut, ('Averti accanto a me è una gioia e una sofferenza') o giocando con altrettanto espliciti riferimenti a "La pianista" o alla "Dama delle camelie" interpretati da Isabelle Huppert. Il tutto in una trama ingegnosamente semplice: otto donne di diversa classe sociale ed età si ritrovano chiuse in una villa. Due sorelle (Isabelle Huppert e Catherine Deneuve); due figlie (Virginie Ledoyen e Ludivine Seigner); una matriarca (Danielle Darrieux) una cognata (Fanny Ardant) e due cameriere (Emmanuelle Béart e Firmine Richard). Una di loro ha ucciso il padrone di casa, con un pugnale conficcato nella schiena.
Sebbene Ozon trasformi tutte queste star in otto vipere micidiali, ne esalta al tempo stesso bellezza e bravura, mitizzandole in altrettante eroine antiche e moderne, capaci persino di ballare e, senza batter ciglio, cantare i grandi successi della musica francese d'ogni tempo - e quindi senza tempo -, da "Pour ne pas vivre seule" di Dalida a "Toi, jamais" di Sylvie Vartan.
Ed è un vero trionfo: di colori, di musica, di recitazione. [-]
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Come ogni commento di un film o di un libro la vicenda va rivelata soltanto per grandi linee,a maggior ragione se è un giallo. Gli intrecci di questo splendido spettacolo,perché di spettacolo si deve parlare e non di film,sono tali e tanti che non basterebbero poche parole a mettere in luce le ammissioni, le confessioni, le accuse,le scoperte di questo mistero. Tralasciando volutamente di raccontare la trama del film non resta che riferire le proprie impressioni sulla sua realizzazione.
Contrariamente a tanti film con prevalenza maschie o di solo attori,vedi film di guerra,western e di prigione,pochi sono con solo donne forse perché non è facile farle stare insieme senza che non si accapiglino.
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Come ogni commento di un film o di un libro la vicenda va rivelata soltanto per grandi linee,a maggior ragione se è un giallo. Gli intrecci di questo splendido spettacolo,perché di spettacolo si deve parlare e non di film,sono tali e tanti che non basterebbero poche parole a mettere in luce le ammissioni, le confessioni, le accuse,le scoperte di questo mistero. Tralasciando volutamente di raccontare la trama del film non resta che riferire le proprie impressioni sulla sua realizzazione.
Contrariamente a tanti film con prevalenza maschie o di solo attori,vedi film di guerra,western e di prigione,pochi sono con solo donne forse perché non è facile farle stare insieme senza che non si accapiglino..o non pettegolino. Figuriamoci l’impresa del regista Francois Ozon nel far recitare otto attrici ciascuna ricca della propria personalità, dei successi recenti o remoti,di un fascino che avrebbe messo in crisi lo stesso Paride, a chi offrire la mela d’oro? Ma ad aggravare la difficoltà di stare insieme otto donne, otto attrici ci si mettono anche le 8 protagoniste del giallo nei ruoli di madre oglie,figlie,sorelle e governanti i cui ruoli si interscambiano in una girandola che sa di fuoco d’artificio per i tanti colpi di scena. Dialogo serrato,accusatorio,colorito,scintille d’ogni dove. Non c’è un sol momento dell’intera proiezione che non sia degno d’essere goduto nella sua pienezza. Certo chi vuol vedere un comune film può rimanere deluso e confuso,ma lo spettacolo è dedicato ad un pubblico maturo.
Le attrici vengono presentate con meravigliose immagini di fiori,uno per ciascuna,fiori tutti bellissimi,profumati, ciascuno con il proprio linguaggio, ma talora incompatibili. Un inizio folgorante che lascia immaginare ad un film romantico, delicato, dai toni dolci e carezzevoli come può esserlo un volo di farfalla su ogni fiore. Entra in scena in una magnifica sala la divina Catherine Deneuve nella parte di Gaby ed è già azione “Ciak”! da questo momento in poi è una continuo susseguirsi di presentazioni per le altre 7 donne, tutte attrici bravissime,ma esaltante è l’interpretazione di Isabelle Huppert nella parte di Augustine,sorella di Gaby. Una partecipazione assolutamente da Oscar,straordinariamente sentita. Il ruolo le consente di esprimersi in maniera cattiva,violenta, tuttavia è brillante. Il dramma che accompagna la tragedia dell’assassinio del padrone di casa è seguito da una serie di canti,musiche e balli strepitosi. Uno spettacolo nello spettacolo, non un pianto ma solo rabbia e confessioni fanno di questo film qualcosa di lirico. Al giallo fa eco la commedia brillante, al dolore il riso,alla verità la menzogna, al serio il grottesco:un film per un pubblico adulto,torno a dire, i bambini restino a casa e non vadano a teatro quando si recita per i grandi. Poi c’è lo sfarzo,l’immancabile telefono messo fuori uso,l’abbondante neve,l’arrivo improvviso di Pierrette,cognata di Gaby,interpretata da un’altra bellezza, mostro del gran cinema francese,Fanny Ardant,ed una giovane e bellissima cameriera il cui ruolo è affidato alle grazie di Emmanuelle Béart.
A rappresentare degnamente il cinema del passato ed il più recente ci sono: Danielle Derrieux,Firmine Richard, Virginie Ledoyen e Ludivine Sagnier. Musiche, canti e fotografia particolarmente essenziali per seguire lo spettacolo ed apprezzarlo sino in fondo. Nel finale teatrale le otto donne chiedono l’applauso degli spettatori,ed io ho applaudito senza riserve.chibar22@libero.it
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[+] lascia un commento a luigi chierico »[ - ] lascia un commento a luigi chierico »
François Ozon, per questo "8 Femmes"(in italiano "8 Donne e un mistero", un po'la zeppa aggiunta, che dovrebbe svelare l'arcano), avrebbe potuto fermarsi al solito livello à la Agatha Christie, con tanto di mistero, villa chiusa, delitti in famiglia, Natale, persone bloccate in casa-ma , oltre a far mancare Miss Marple o Monsieur Poirot, ossia l'investigatrice(o la sua versione al maschile), qui tutte si mettono a nudo(talora anche in senso non figurato), tutte sono"detectives", una alla volta e talora in schermaglie anche molto dure. No, Ozon ha scelto la contaminatio, il racconto che ha tratti"noir"ma anche soprattutto la dialettica(dinamica, se si vuole)tra donne, con movenze strutturali teatrali, con 8 couplets/chansons, oltre modo ballati/ballate, esibite(teatro, dunque, ma anche music-hall, variété), tra cui quello straordinario"Il n'y a pas d'amours hereux", poesia di Louis Aragon, messa poi in musica straordinariamente da Georges Brassens che Danielle Darrieux canta in chiave quasi operistica.
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François Ozon, per questo "8 Femmes"(in italiano "8 Donne e un mistero", un po'la zeppa aggiunta, che dovrebbe svelare l'arcano), avrebbe potuto fermarsi al solito livello à la Agatha Christie, con tanto di mistero, villa chiusa, delitti in famiglia, Natale, persone bloccate in casa-ma , oltre a far mancare Miss Marple o Monsieur Poirot, ossia l'investigatrice(o la sua versione al maschile), qui tutte si mettono a nudo(talora anche in senso non figurato), tutte sono"detectives", una alla volta e talora in schermaglie anche molto dure. No, Ozon ha scelto la contaminatio, il racconto che ha tratti"noir"ma anche soprattutto la dialettica(dinamica, se si vuole)tra donne, con movenze strutturali teatrali, con 8 couplets/chansons, oltre modo ballati/ballate, esibite(teatro, dunque, ma anche music-hall, variété), tra cui quello straordinario"Il n'y a pas d'amours hereux", poesia di Louis Aragon, messa poi in musica straordinariamente da Georges Brassens che Danielle Darrieux canta in chiave quasi operistica...Donne straordinarie(nessuna di loro un'"educanda"d'antan, ma erano poi così"verginellle", queste educande tanto mitizzate?C'è da dubitarne- più che altro represse dallo status d'inferiorità in cui la società maschilista costringeva la donna)queste grandi attrici francesi, tra cui la Ardant, la Béart, la Deneuve, la citata Darrieux, capaci di cantare, ballare e -ça va de soi-recitare senza problemi, anzi molto bene. Very good, dunque, anche per l'origine teatrale del film, mai negata(cfr. l'"Ontologie du cinéma "di André Bazin). El Gato
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[+] lascia un commento a elgatoloco »[ - ] lascia un commento a elgatoloco »
L'unico uomo di casa viene trovato assassinato dalla sua famiglia riunita nella loro villa di campagna sotto la folta nevicata. Il telefono è isolato, il cancello chiuso, la neve fa il resto. Tutti sospettano di tutti, tutti indagano. Anzi tutte, le sei familiari del defunto appartenenti a tre generazioni e le due di servizio.
I sospetti e le indagini provocano la progressiva scoperta di molti segreti, infelicemente inframmezzati da uno stacco cantato e ballato. Si intuisce presto che oltre al cadavere nel letto ce ne sono svariati negli armadi di ciascuna.
L'atmosfera somiglia a quella di Saw (l'enigmista), lo svolgimento odora un pochino di Pantera Rosa, la storia ed il finale, logico ma inaspettato, è genialmente originale.
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L'unico uomo di casa viene trovato assassinato dalla sua famiglia riunita nella loro villa di campagna sotto la folta nevicata. Il telefono è isolato, il cancello chiuso, la neve fa il resto. Tutti sospettano di tutti, tutti indagano. Anzi tutte, le sei familiari del defunto appartenenti a tre generazioni e le due di servizio.
I sospetti e le indagini provocano la progressiva scoperta di molti segreti, infelicemente inframmezzati da uno stacco cantato e ballato. Si intuisce presto che oltre al cadavere nel letto ce ne sono svariati negli armadi di ciascuna.
L'atmosfera somiglia a quella di Saw (l'enigmista), lo svolgimento odora un pochino di Pantera Rosa, la storia ed il finale, logico ma inaspettato, è genialmente originale.
Prego spesso il Dio del Cinema sull'Olimpo perché Ozon perda il vizio del musical e Catherine Deneuve abbia una folgorazione mistica e si ritiri in meditazione; nonostante questi grossi limiti ho visto un film meraviglioso. [-]
[+] lascia un commento a lorenzodv »[ - ] lascia un commento a lorenzodv »
Un misto di commedia noir brillante e musical con una trama che si rifà ironicamente ad Assassinio sull'Orient Express di Agatha Christie, facendosi beffe delle trame complicate ed inverosimili della vecchia signora giallista per antonomasia. A tratti è divertente, grazie alla verve di attrici del calibro di Deneuve, Ardant, Huppert, Beart, che tengono magnificamente la scena in un film che è la trasposizione filmica di una piece teatrale di Robert Thomas, e per il resto annoia profondamente, proprio per la sovrabbondanza di battute ad effetto che pretendono a tutti i costi di stupire attraverso la caratterizzazione grottesca dei personaggi e abusando delle invenzioni iperboliche degli intrecci a sorpresa e dei disvelamenti col contagocce, scanditi con il metronomo, dei segreti delle otto donne di casa.
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Un misto di commedia noir brillante e musical con una trama che si rifà ironicamente ad Assassinio sull'Orient Express di Agatha Christie, facendosi beffe delle trame complicate ed inverosimili della vecchia signora giallista per antonomasia. A tratti è divertente, grazie alla verve di attrici del calibro di Deneuve, Ardant, Huppert, Beart, che tengono magnificamente la scena in un film che è la trasposizione filmica di una piece teatrale di Robert Thomas, e per il resto annoia profondamente, proprio per la sovrabbondanza di battute ad effetto che pretendono a tutti i costi di stupire attraverso la caratterizzazione grottesca dei personaggi e abusando delle invenzioni iperboliche degli intrecci a sorpresa e dei disvelamenti col contagocce, scanditi con il metronomo, dei segreti delle otto donne di casa. Ozon riesce piacevole e leggero soprattutto negli intermezzi musicali con tanto di balletto, anche se alla lunga, dopo l’ennesimo teatrino danzante, che apre uno squarcio nella finzione introducendo un elemento palesemente fittizio che rompe la continuità dell’inganno filmico per riportare il tutto sulle tavole di un palcoscenico, anche quelli risultano soverchianti e stancanti.
Adatto ad un pubblico di vecchie signore snob tediate dalla routine quotidiana col barboncino sul letto e lo sherry sul comodino che si rispecchieranno empatizzando con almeno una delle otto simpatiche protagonisti. [-]
[+] lascia un commento a carloalberto »[ - ] lascia un commento a carloalberto »
N’avez pas besoin de dire la vèritè.
Sul gioco di questa espressione ” naviga “questo scoppiettante film di François Ozon , che, sapientemente ,mescola intrecci di modalità di espressione completamente diversi, traendo da questa magica alchimia “ un connubio felice”.
Il film sa di Francia inequivocabilmente ,ma d' “une France moins boutonnè et maniériste”.
Chi potrebbe tenere insieme la commedia , il teatro.il giallo, il musical , il thriller ,il comico , la satira , il dramma esistenziale con tanta disinvoltura? Ozon lui ci è riuscito splendidamente!
È vero , cotante attrici hanno concorso a realizzare questa splendida pellicola , ma senza François Ozon non sarebbe stato possibile "compiere il miracolo" di un progetto ardito ed efficace come “otto donne ed un mistero”
Il film propone una verità che si dischiude lentamente lasciando , con genialità , trasformare morbidamente ogni sistema di comunicazione possibile .
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N’avez pas besoin de dire la vèritè.
Sul gioco di questa espressione ” naviga “questo scoppiettante film di François Ozon , che, sapientemente ,mescola intrecci di modalità di espressione completamente diversi, traendo da questa magica alchimia “ un connubio felice”.
Il film sa di Francia inequivocabilmente ,ma d' “une France moins boutonnè et maniériste”.
Chi potrebbe tenere insieme la commedia , il teatro.il giallo, il musical , il thriller ,il comico , la satira , il dramma esistenziale con tanta disinvoltura? Ozon lui ci è riuscito splendidamente!
È vero , cotante attrici hanno concorso a realizzare questa splendida pellicola , ma senza François Ozon non sarebbe stato possibile "compiere il miracolo" di un progetto ardito ed efficace come “otto donne ed un mistero”
Il film propone una verità che si dischiude lentamente lasciando , con genialità , trasformare morbidamente ogni sistema di comunicazione possibile .
weach illuminati [-]
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