Roberto Nepoti
La Repubblica
Figlia di un reduce ricoverato in una casa di cura per ex-combattenti, l'architetto ticinese Agnese conosce il clandestino bosniaco Reuf, che si è preso cura del vecchio. La tragedia odierna (siamo nel 1993, durante l'assedio di Sarajevo) fa riaffiorare quella di cinquant'anni prima nella mente della donna che, da piccola, ha vissuto con immenso dolore la sorte del genitore, impazzito a causa della guerra. Con sorpresa di tutti, Agnese decide di passare il confine e di andare in Bosnia a riprendere la piccola Ada, la figlia mutilata di Reuf che si trova in un ospedale in zona di guerra. Un film girato "on location" con stile semi-documentario, pieno di buone intenzioni, scarno nel linguaggio, ben recitato, con qualche goffaggine di sceneggiatura ma complessivamente sincero.(r. n.)
Da La Repubblica, 01 marzo 2003
di Roberto Nepoti, 01 marzo 2003