taniamarina
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domenica 17 ottobre 2010
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il dolore che stordisce a volte è capolavoro
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Bisognerebbe chiedersi, piuttosto, quanto coraggio ci voglia per costruire una pellicola del genere condita di odio, rabbia, amore, sesso e disperazione; ingredienti che si intrecciano in una trama la quale, volutamente, sfiora quasi il ridicolo e l'insopportazione. Immagino ce ne voglia tantissimo di coraggio e anche di mestiere: tanto mestiere. Forster, all'inizio del film, prende spunto dalle immense lezioni di Kubrick per creare l'angosciosa attesa delle vicende intollerabili, e ci riesce alla grande senza imitare nessuno. Ma a ben guardare, l'unica cosa davvero intollerabile è la semi-sparizione di un film del genere, una rarissima perla non proprio compresa con un Billy Bob straordinario ma, sinceramente, una Halle Barry bellissima, ispiratissima e semplicemente e dolorosamente bravissima.
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Bisognerebbe chiedersi, piuttosto, quanto coraggio ci voglia per costruire una pellicola del genere condita di odio, rabbia, amore, sesso e disperazione; ingredienti che si intrecciano in una trama la quale, volutamente, sfiora quasi il ridicolo e l'insopportazione. Immagino ce ne voglia tantissimo di coraggio e anche di mestiere: tanto mestiere. Forster, all'inizio del film, prende spunto dalle immense lezioni di Kubrick per creare l'angosciosa attesa delle vicende intollerabili, e ci riesce alla grande senza imitare nessuno. Ma a ben guardare, l'unica cosa davvero intollerabile è la semi-sparizione di un film del genere, una rarissima perla non proprio compresa con un Billy Bob straordinario ma, sinceramente, una Halle Barry bellissima, ispiratissima e semplicemente e dolorosamente bravissima. Peccato non averla più vista in pellicole così autentiche. Un film sull'inutilità dell'odio e sulle sue radici, un film bellissimo, capolavoro di un genere incatalogabile.
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[+] l'abitudine al dolore.
(di gambardella )
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sid
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lunedì 5 agosto 2002
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tra "jungle fever" e "dead man walking".
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Il “ballo del mostro” è film toccante e profondo nella sua banalità.
La letteratura ci ha dato parecchi film negli ultimi anni sulla pena di morte, e il nostro vocabolario si è arricchito notevolemente dei termini propri della prigionia statunitense: “il miglio verde”, “uomo morto che cammina” e ora “il ballo del mostro”…
Ma questo film tocca ,e non sviluppa, diverse tematiche proprie di film di diversi generi, sentimentale, politico, grottesco, sociale…
E la pena di morte è solo una di queste tematiche, e a mio avviso, non è nemmeno la principale…
Nella trama fatalista, capita esattamente quello che ci si aspetta, ma con delle sfumature e dei risvolti sottili e crudamente veri.
Due persone SOLE - emotivamente sole - si ritrovano sole - materialmente sole.
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Il “ballo del mostro” è film toccante e profondo nella sua banalità.
La letteratura ci ha dato parecchi film negli ultimi anni sulla pena di morte, e il nostro vocabolario si è arricchito notevolemente dei termini propri della prigionia statunitense: “il miglio verde”, “uomo morto che cammina” e ora “il ballo del mostro”…
Ma questo film tocca ,e non sviluppa, diverse tematiche proprie di film di diversi generi, sentimentale, politico, grottesco, sociale…
E la pena di morte è solo una di queste tematiche, e a mio avviso, non è nemmeno la principale…
Nella trama fatalista, capita esattamente quello che ci si aspetta, ma con delle sfumature e dei risvolti sottili e crudamente veri.
Due persone SOLE - emotivamente sole - si ritrovano sole - materialmente sole.
Le “debolezze” dei rispettivi figli allontanano i protagonisti dal lavoro.
L'incontro casuale dei due, maldestro e "sorvolato", non è quello che si dice un colpo di fulmine. Ci mettono un po ad innamorarsi (cosa che ci si aspetta), ma più che altro ci mettono un po a farsi compagnia (cosa che ci spiazza), perchè è di questo che si parla, la necessità dello "stare con", del non morire soli.
Agghiacciante come il protagonista maschile finisca di rimpiazzare nella vita della protagonisca il marito che lui stesso aveva giustiziato, ma ancora più agghiacciante la scena in cui lei scopre questa verità, e l’accetta, piccolapiccola difronte ad un universo pieno di stelle.
Fantastiche nella loro cruda freddezza le scene di sesso.
Bellissima la protagonista (anche molto brava,vedi la morte del figlio), ma un grande grande bentornato al “mago” Peter Boyle è lui il vero “Monster”, nei panni di papà Grotovsky.
Da vedere.
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(di alice di montebelluna)
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aristoteles
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martedì 4 agosto 2015
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sofferenza e speranza
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In fondo è un film sulla speranza.
La speranza che ci sia sempre una possibilità di ricominciare nonostante le avversità.
Avversità che, in questo caso, si manifestano tramite una serie di tragedie devastanti che colpiscono separatamente i due protagonisti,che poi ,per caso, incrociano le proprie esistenze.
Il film è infatti un costante pugno nello stomaco dello spettatore che osserva ,atterrito, il dolore di Hans e Leticia.
Probabilmente in questo il film eccede, perchè sembra ,a tratti, che i due protagonisti siano quasi vittime di un Dio cattivo che si diverte con la sofferenza altrui.
Per il resto il film è emozionante ,è ben girato e Thornton e la Berry sono strepitosi,regalandoci anche un'intensa scena di passione.
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In fondo è un film sulla speranza.
La speranza che ci sia sempre una possibilità di ricominciare nonostante le avversità.
Avversità che, in questo caso, si manifestano tramite una serie di tragedie devastanti che colpiscono separatamente i due protagonisti,che poi ,per caso, incrociano le proprie esistenze.
Il film è infatti un costante pugno nello stomaco dello spettatore che osserva ,atterrito, il dolore di Hans e Leticia.
Probabilmente in questo il film eccede, perchè sembra ,a tratti, che i due protagonisti siano quasi vittime di un Dio cattivo che si diverte con la sofferenza altrui.
Per il resto il film è emozionante ,è ben girato e Thornton e la Berry sono strepitosi,regalandoci anche un'intensa scena di passione.
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