dr. o' le'
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giovedì 27 luglio 2006
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spike lee e l'ora che non esiste
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Non manca una volta che, dopo la visione di questo film, resti per qualche secondo tra l'allibito e il sorpreso. Mi viene proprio difficile riuscire a comprendere come Spike Lee abbia potuto realizzare un film così vicino all'essere perfetto.
Per carità, il cineasta americano è pungente, colto, piuttosto abile ed intelligente, e tra i registi "giovani" si segnala sicuramente tra i migliori; ma qui non si parla di un buon o di un ottimo film.
Qua si parla di un vero capolavoro di armonia, gusto e intensità.
Contrappunto musicale, attori, location, lo stile in generale, con cui è portato avanti è semplicemente perfetto.
Non si può evitare di spendere due parole sui grandiosi protagonisti.
Edward Norton (che già da giovanissimo nel suo ruolo in Scheggie di Paura, aveva ampiamente dimostrato le enormi qualità di cui era dotato - senza parlare di Fight Club e diversi altri film -) conferisce al suo personaggio una profondità ed intensità quasi inarrivabili, Philip Seymour Hoffman (attore sempre troppo sottovalutato fino alla sua affermazione grazie a Capote) e Barry Pepper (il cinismo del suo personaggio è fantastico) sono perfetti supporti al grande Norton.
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Non manca una volta che, dopo la visione di questo film, resti per qualche secondo tra l'allibito e il sorpreso. Mi viene proprio difficile riuscire a comprendere come Spike Lee abbia potuto realizzare un film così vicino all'essere perfetto.
Per carità, il cineasta americano è pungente, colto, piuttosto abile ed intelligente, e tra i registi "giovani" si segnala sicuramente tra i migliori; ma qui non si parla di un buon o di un ottimo film.
Qua si parla di un vero capolavoro di armonia, gusto e intensità.
Contrappunto musicale, attori, location, lo stile in generale, con cui è portato avanti è semplicemente perfetto.
Non si può evitare di spendere due parole sui grandiosi protagonisti.
Edward Norton (che già da giovanissimo nel suo ruolo in Scheggie di Paura, aveva ampiamente dimostrato le enormi qualità di cui era dotato - senza parlare di Fight Club e diversi altri film -) conferisce al suo personaggio una profondità ed intensità quasi inarrivabili, Philip Seymour Hoffman (attore sempre troppo sottovalutato fino alla sua affermazione grazie a Capote) e Barry Pepper (il cinismo del suo personaggio è fantastico) sono perfetti supporti al grande Norton.
Anche Spike Lee ci mette del suo inserendo delle chicche da grande regista, come l'effetto "nastro trasportatore" nelle scene ambientate all'interno del locale, o l'assenza di sonoro (eccetto che per i cinguetii degli uccelli) nei secondi successivi alla aggressione "voluta" di Norton.
Altre due parole sulla trama.
Monty (il nostro Edwardino appunto) è uno spacciatore "quasi" pentito ma, prima che possa abbandonare il suo sporco lavoro, viene incastrato dalla polizia a causa della segnalazione di una fottuta spia.
Assistiamo quindi alla sua ultima giornata di "vita normale", prima di recarsi in carcere dove dovrà scontare una pena di sette anni.
Gli amici, il padre, la fidanzata (Rosario Dawson), i suoi vecchi "colleghi", tutti cercano di sostenere Monty durante questo terribile "ultimo" giorno.
Quando ci sia avvia verso la fine del film una domanda inizia a ronzarmi in mente: come può un cosi grande film concludersi senza risultare troppo buonista/tragico?
Ecco la soluzione dell'ottimo Spike Lee: assistiamo negli ultimi minuti alla venticinquesima ora della giornata di Monty, attraverso le parole del padre immaginiamo insieme a lui come potrebbe essere la sua vita se decidesse di fuggire facendosi una nuova vita. Potrebbe un giorno ricongiungersi con la sua amata, avere una vita normale, persino dei figli.
Il sogno si sbiadisce sempre di più, rivela tutta la sua irrazionalità, la sua impraticabilità, fino a farci ritrovare la faccia di Norton, sanguinante che guarda fuori dal finestrino dell'auto che lo sta portando al carcere.
Purtroppo le ore, nella realtà, sono solo ventiquattro.
Superbo.
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[+] crudele e affascinante.....
(di lux666)
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joseph
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lunedì 3 marzo 2008
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probabile capolavoro
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E' sicuramente l'opera definitiva di Spike Lee, un autore discontinuo che negli anni non ha sempre confermato la straordinaria ispirazione dimostrata in film come Fà la cosa giusta e Jungle Fever. Qui realizza il film che sancisce la sua definitiva maturazione, il suo capolavoro. E lo fa partendo da quello che sa descrivere meglio: New York. Come solo Allen e Scorsese seppero fare, qui la città simbolo dell'America assume il ruolo di coprotagonista. Vedi i protagonisti muovercisi all'interno e ti accorgi che essa è più di un semplice scenario bensì è l'esemplificazione del sentimento di dolore che un favoloso Edward Norton porta dentro di sè. Attore e set si muovono all'unisono creando un tutt'uno imprescindibile, di folgorante malinconia.
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E' sicuramente l'opera definitiva di Spike Lee, un autore discontinuo che negli anni non ha sempre confermato la straordinaria ispirazione dimostrata in film come Fà la cosa giusta e Jungle Fever. Qui realizza il film che sancisce la sua definitiva maturazione, il suo capolavoro. E lo fa partendo da quello che sa descrivere meglio: New York. Come solo Allen e Scorsese seppero fare, qui la città simbolo dell'America assume il ruolo di coprotagonista. Vedi i protagonisti muovercisi all'interno e ti accorgi che essa è più di un semplice scenario bensì è l'esemplificazione del sentimento di dolore che un favoloso Edward Norton porta dentro di sè. Attore e set si muovono all'unisono creando un tutt'uno imprescindibile, di folgorante malinconia. La scena dello specchio, riciclata con una classe disarmante dal precedente Fà la cosa giusta, entrerà di diritto nella storia del cinema. Norton si conferma probabilmente il miglior attore della sua generazione ed intorno al suo personaggio si muove una schiera di professionisti di fantastica capacità. Barry Pepper, Philip Seymour Hoffman, Brian Cox e Rosario Dawson, attori troppo spesso sottoutlizzati (e sottovalutati), disegnano con grande maestria i propri personaggi e sarebbe ingiusto considerarli comprimari in quanto ognuno di loro è capace di lasciare il segno. Probabile capolavoro
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alice
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domenica 12 agosto 2007
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la 25 ora, la proiezione di una vita
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Non ci sono parole per descrivere film del genere.
Penso che nella vita di un artista,regista o scrittore ci sia il culmine, il capolavoro, la perfezione che non riuscirà mai ad eguagliare o superare.
Lo è stato per Benigni con "La vita è bella", e lo è anche per Spike Lee con questo film fenomenale.
Il monologo allo specchio è fantastico, il protagonista superlativo, il film in genere davvero sensazionale.
Un must da vedere,
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piernelweb
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lunedì 12 marzo 2007
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24+1 ore da vivere
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Le ultime 24+1 ore di libertà di Monty Brogan, spacciatore per conto della mala russa, pizzicato con un'ingente quantità di droga e condannato a 7 anni di carcere. Spike Lee realizza il suo film più maturo e completo, un drammatico conto alla rovescia verso un castigo giusto e ineluttabile, che scava nei sentimenti di un uomo incredulo dei propri errori, angosciosamente solo e tradito dalle sue certezze. Lee sensibile cineasta che ha sempre focalizzato le sue attenzioni alle problematiche sociali e razziali, dipinge una New York ostile, ferita profondamente e visivamente diversa per quello squarcio aperto al world trade center, che disperatamente cerca di proseguire affannandosi a dare un senso alle cose: dalla liceale lezione di letteratura al valore del tasso di disoccupazione per la borsa.
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Le ultime 24+1 ore di libertà di Monty Brogan, spacciatore per conto della mala russa, pizzicato con un'ingente quantità di droga e condannato a 7 anni di carcere. Spike Lee realizza il suo film più maturo e completo, un drammatico conto alla rovescia verso un castigo giusto e ineluttabile, che scava nei sentimenti di un uomo incredulo dei propri errori, angosciosamente solo e tradito dalle sue certezze. Lee sensibile cineasta che ha sempre focalizzato le sue attenzioni alle problematiche sociali e razziali, dipinge una New York ostile, ferita profondamente e visivamente diversa per quello squarcio aperto al world trade center, che disperatamente cerca di proseguire affannandosi a dare un senso alle cose: dalla liceale lezione di letteratura al valore del tasso di disoccupazione per la borsa. Semplicemente straordinari i tre interpreti principali Norton, Hoffman e il sorprendente Pepper. I dialoghi sono di un realismo e di un'intensità da brivido; memorabili le sequenze del monologo di Monty davanti allo specchio, il colloquio disilluso fra Francis e Jacob nello sfondo della devastazione del WTC, lo straziante e necessario pestaggio sotto i ponti di central park, ed il sogno (la 25a ora) di un destino alternativo. Grande, grandissimo cinema.
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adadf
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mercoledì 21 novembre 2012
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l'ora mai esistita
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L'ora che Monty non ha mai vissuto, conclusione di un susseguirsi di vicende che lo portano a scontare sette anni.
una distinta regia di Spike Lee che come di consueto delude poco; geniale il raddoppio delle scene più significative, per poi non arrivare a ripetere la proposta del padre di farsi una nuova vita da latitante, ma facendo precedere ai titoli di coda la cruda verità: James che accompagna il figlio in carcere. Notevole il brillante paralellismo con il celeberrimo fight club nella scena in bagno, dove un alter ego di Edward Norton manda tutto e tutti a quel paese, fino a quando volente o nolente arriva alla triste verità che la causa delle sue pene altro non è che se stesso. Un buon titolo che di certo non può deludere.
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L'ora che Monty non ha mai vissuto, conclusione di un susseguirsi di vicende che lo portano a scontare sette anni.
una distinta regia di Spike Lee che come di consueto delude poco; geniale il raddoppio delle scene più significative, per poi non arrivare a ripetere la proposta del padre di farsi una nuova vita da latitante, ma facendo precedere ai titoli di coda la cruda verità: James che accompagna il figlio in carcere. Notevole il brillante paralellismo con il celeberrimo fight club nella scena in bagno, dove un alter ego di Edward Norton manda tutto e tutti a quel paese, fino a quando volente o nolente arriva alla triste verità che la causa delle sue pene altro non è che se stesso. Un buon titolo che di certo non può deludere. Se non altro fa apprezzare la libertà al di sopra di qualunque altra cosa
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filippo catani
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giovedì 14 luglio 2011
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splendidi spike lee e norton
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Il film narra l'ultima giornata di libertà di uno spacciatore che decide di non fare i nomi dei suoi capi andando così incontro ad anni di prigione. La giornata passerà con i migliori amici e la splendida fidanzata.
Partiamo da quì: come abbia fatto un film del genere a passare inosservato agli Oscar resta un mistero. Solo il monologo davanti allo specchio di un disperato Norton valeva la statuetta per l'attore e l'Oscar alla regia. Il film ci mostra con crudezza come si possa passare dalle stelle alle stalle con il traffico di droga e mostra anche quanto sia importante il codice d'onore che lega gli affiliati alla associazione criminale. Tanto che per essa si sacrifica tutto: la vita, gli amici e la fidanzata.
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Il film narra l'ultima giornata di libertà di uno spacciatore che decide di non fare i nomi dei suoi capi andando così incontro ad anni di prigione. La giornata passerà con i migliori amici e la splendida fidanzata.
Partiamo da quì: come abbia fatto un film del genere a passare inosservato agli Oscar resta un mistero. Solo il monologo davanti allo specchio di un disperato Norton valeva la statuetta per l'attore e l'Oscar alla regia. Il film ci mostra con crudezza come si possa passare dalle stelle alle stalle con il traffico di droga e mostra anche quanto sia importante il codice d'onore che lega gli affiliati alla associazione criminale. Tanto che per essa si sacrifica tutto: la vita, gli amici e la fidanzata. Sicuramente tra i tre migliori film di Spike Lee. Già detto di Norton, da segnalare la bellissima e bravissima Rosario Dawson.
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ausoni andrea
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venerdì 26 dicembre 2008
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niente sarà più come prima.
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In questo magnifico affresco corale sulla società americana post 11 settembre,Spike lee firma la regia in maniera talmente maniacale da fare invidia ai tanti blasonati registi di Holliwodd.La sceneggiatura è a dir poco perfetta,non c'è nessuna pecca,ogni personaggio ha un ruolo preciso nella vicenda che non viene sulclassato come accade molto spesso in altri monumentali film holliwodiani.La trama è molto semplice:montgomery Brogan è uno spacciatore che vive a new york nel suo magnifico appartamento,con la sua magnifica compagna Naturell e i suoi milioni di dollari guadagnati con la sofferenza di altre persone e che sono ben nascosti nell'imbottitura del suo divano.Il servo fidato di monty è l'artefice della sua rovina.
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In questo magnifico affresco corale sulla società americana post 11 settembre,Spike lee firma la regia in maniera talmente maniacale da fare invidia ai tanti blasonati registi di Holliwodd.La sceneggiatura è a dir poco perfetta,non c'è nessuna pecca,ogni personaggio ha un ruolo preciso nella vicenda che non viene sulclassato come accade molto spesso in altri monumentali film holliwodiani.La trama è molto semplice:montgomery Brogan è uno spacciatore che vive a new york nel suo magnifico appartamento,con la sua magnifica compagna Naturell e i suoi milioni di dollari guadagnati con la sofferenza di altre persone e che sono ben nascosti nell'imbottitura del suo divano.Il servo fidato di monty è l'artefice della sua rovina.Egli infatti racconta tutto ai federali che incastrano Monty condannandolo a trascorrere 7 anni in prigione.Naturell,i suoi due migliori amici,il padre,tutti sanno che una volta andato in carcere non vedranno più Monty e che quindi rimane solo un giorno(24 ore)da trascorrere insieme a lui.Dalla condanna in poi il film si riempe di scene memorabili e dialoghi pieni di significati che colpiscono dritti al cuore.Il monologo di Monty in cui viene esplicitamente mandata a quel paese l'intera società americana,il dialogo tra i suoi due migliori amici,il broker e il professore di lettere che avviene sullo sfondo delle macerie delle torri gemelle sono solo alcune delle scene più significative.Ed infine il film si kiude con una perla di saggezza degna di nota.Il viaggio immaginario che intrapendono il padre e Monty è qualkosa di sublime
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nick castle
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lunedì 13 dicembre 2010
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spike il vecchio bracalone fa centro...
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Nonostante tutto l'impegno sociale dei suoi film, Spike Lee sembrerebbe rendere molto meglio con pellicole meno socialmente impegnate e più ricercate dal punto di vista narrativo. In questo, parte integrante e folgorante del film è David Benioff, lo sceneggiatore che ha adattato un suo romanzo. Fuori dalle concezioni cervellotiche dei neri, Lee costruisce nel vero senso della parola un film drammatico, profondo, che parte un po' a rilento, ma man mano che continua carbura alla grande e si conclude con un finale perfettamente stupendo. Monty era uno spacciatore di droga di lunga data, dopo esser stato beccato, una serata d'addio prima dei sette anni di carcere che lo aspettano, metterà le cose in chiaro con tutto e con tutti, in attesa di un riscatto, una venticinquesima ora.
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Nonostante tutto l'impegno sociale dei suoi film, Spike Lee sembrerebbe rendere molto meglio con pellicole meno socialmente impegnate e più ricercate dal punto di vista narrativo. In questo, parte integrante e folgorante del film è David Benioff, lo sceneggiatore che ha adattato un suo romanzo. Fuori dalle concezioni cervellotiche dei neri, Lee costruisce nel vero senso della parola un film drammatico, profondo, che parte un po' a rilento, ma man mano che continua carbura alla grande e si conclude con un finale perfettamente stupendo. Monty era uno spacciatore di droga di lunga data, dopo esser stato beccato, una serata d'addio prima dei sette anni di carcere che lo aspettano, metterà le cose in chiaro con tutto e con tutti, in attesa di un riscatto, una venticinquesima ora. Rimane poco da dire, il film è bello, da vedere, da avere, da ricordare. Non meno importante del contributo di Benioff è il contributo di Terence Blanchard (musiche originali).
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taniamarina
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giovedì 23 aprile 2009
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cane bastonato...
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Penso che Spike Lee abbia ragionato parecchio su come iniziare un film così pericoloso e delicato; e nel buio cinematografico, dove chiunque si sarebbe aspettata una ennesima solfa su pompieri eroi e uomini disperati per l'11 settembre, il mugolio di una cane che non si vede, picchiato a sangue e lasciato per strada, apre il dolore acuto di questo lungometraggio. Doloroso è anche vivere le ultime ore di libertà con il portagonista, stanco e afflitto dal pensiero di essere stato tradito. Fanculo, fanculo, fanculo!... ripeterà davanti allo specchio, mentre una fila interminabile di etnie diverse e odiose sembrano raccontare della paronia di un'America sotto shock. Già, perché tutto il film è colorato di una nebbia sottile e traumatica dove sospetti, colpe, morti e avvenimenti infausti, presto dovranno lasciare spazio alla rinascita, una dolorosa rinascita soltanto sperata e sognata nell'auto di chi porta il protagonista al suo personalissimo 11 settembre.
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Penso che Spike Lee abbia ragionato parecchio su come iniziare un film così pericoloso e delicato; e nel buio cinematografico, dove chiunque si sarebbe aspettata una ennesima solfa su pompieri eroi e uomini disperati per l'11 settembre, il mugolio di una cane che non si vede, picchiato a sangue e lasciato per strada, apre il dolore acuto di questo lungometraggio. Doloroso è anche vivere le ultime ore di libertà con il portagonista, stanco e afflitto dal pensiero di essere stato tradito. Fanculo, fanculo, fanculo!... ripeterà davanti allo specchio, mentre una fila interminabile di etnie diverse e odiose sembrano raccontare della paronia di un'America sotto shock. Già, perché tutto il film è colorato di una nebbia sottile e traumatica dove sospetti, colpe, morti e avvenimenti infausti, presto dovranno lasciare spazio alla rinascita, una dolorosa rinascita soltanto sperata e sognata nell'auto di chi porta il protagonista al suo personalissimo 11 settembre. Film straordinario.
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dario j. a.
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martedì 7 settembre 2010
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l'ora dei se
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Sorprende e incuriosisce. La trama è sotto gli occhi dello spettatore fin dai primi minuti, ma sapientemente infastidita al punto da aspettarsi fino all'ultimo un'inversione di rotta, un colpo di scena. Ma appena scompare questa idea rimane soltanto una storia vera, una delle tante. Una storia di sfortune, incoscenza, rischio, sentimenti forti e debolezze. Un crescendo pacato per giungere ad un ora, la prima, in cui tutti vorremmo pensare di aver fatto la scelta giusta.
Un film tecnicamente ben riuscito, al punto di trasmettere un spirito, una cultura, la sintesi di una realtà veramente americana.
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