bullythekid
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mercoledì 24 luglio 2002
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il peggio del peggio del peggio
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Se è vero che il cinema italiano è in crisi, film come questo non lo aiutano di certo. Ma perchè uno si deve sciroppare due ore di pseudo-racconti di vita coniugale quanto trova lo stesso stando comodamente in poltrona e sintonizzato alla due su un programma di Alda Deusanio? Che almeno non ha la pretesa di essere intellettuale come questa procheria? Cristina Comencini non è degna del cognome che porta
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weach
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domenica 24 aprile 2011
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tentativi cercansi !!!!!!!!!!!!!
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Cristina Comencini, deve fare sempre i conti con i paragoni e con il nome che porta.
Nel film assolutamente introspettivo, Cristina è brava nel riuscire a dipingere la complessità di sentimenti che si incrociano all'interno di una famiglia medio borghese..
L'approfondimento , a tratti intenso ,coglie la complessità della comuncazione fra noi umani, il senso di solitudine , la voglia di essere .
l'ìinadeguatezza degli strumenti di espansione che si riescono ad imbastire ,
Il tempo che scorre è tiranno e rende ansioso il divenire e la prospettiva di un cambiamento.
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Cristina Comencini, deve fare sempre i conti con i paragoni e con il nome che porta.
Nel film assolutamente introspettivo, Cristina è brava nel riuscire a dipingere la complessità di sentimenti che si incrociano all'interno di una famiglia medio borghese..
L'approfondimento , a tratti intenso ,coglie la complessità della comuncazione fra noi umani, il senso di solitudine , la voglia di essere .
l'ìinadeguatezza degli strumenti di espansione che si riescono ad imbastire ,
Il tempo che scorre è tiranno e rende ansioso il divenire e la prospettiva di un cambiamento.
Una Virna Lisi e una Margherita Buy prendono prendono in mano il copione proposto della regia rendendolo più vivo e meno statico; il fluire dell' introspezione sfiora momenti piacevole, intelligenti, graditi.
Una pellicola piene di buone intenzioni che, a tratti ,raggiunge profondità mentre in altri rasenta la banalità.
La discontinuità della tensione di questa commedia drammatica italiana ci porta ad inserire questa filmografia solo fra i tentativi , quasi riusciti, di costruire qualcosa di più rilevanto di quanto normalemte viene offerto dal nostro piccolo cinema italiano. .
Un film che merita attenzione e 3 stelle d'oro
grazie
weach illuminati
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francesco motta
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lunedì 14 ottobre 2002
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ogni giorno è il giorno più bello della nostra vita
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ogni giorno è il giorno più bello della nostra vita, nonostante i "problemi" che sono parte della vita.
un film magistrale sulla vita di oggi sulla coppia e sui giovani.
Non sono bravo a scrivere recenzioni
ma il film mi è piaciuto molto.
Ai commentatori scontenti posso solo dire che è meglio che vedano film dove sanno che c'è almeno un p'ò di violenza o un po di stupide risate.
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stefanocapasso
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sabato 22 febbraio 2014
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percorso a ritroso alle origini del disagio
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Lo stile narrativo pulito e preciso e una serie di tematiche complesse affrontate con profondità e dettaglio fanno della visione di questo film un viaggio introspettivo a tratti anche doloroso.
Irene anziana madre di tre figli vive sola nella sua grande villa alle porte di Roma ferma nel tempo, e nei ricordi. Cosi come è lei, sublimata nel ricordo di un marito e di una passata vita familiare apparentemente felice e che tenta di mantenere viva mantenendo intatti i riti del gruppo, i pranzi, le feste e persino le convenzioni. Ma è proprio la sua discendenza che piano piano comincia a cedere e a manifestare il disagio di questo blocco fondato su una falsa immagine di se che hanno tutti i componenti della famiglia.
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Lo stile narrativo pulito e preciso e una serie di tematiche complesse affrontate con profondità e dettaglio fanno della visione di questo film un viaggio introspettivo a tratti anche doloroso.
Irene anziana madre di tre figli vive sola nella sua grande villa alle porte di Roma ferma nel tempo, e nei ricordi. Cosi come è lei, sublimata nel ricordo di un marito e di una passata vita familiare apparentemente felice e che tenta di mantenere viva mantenendo intatti i riti del gruppo, i pranzi, le feste e persino le convenzioni. Ma è proprio la sua discendenza che piano piano comincia a cedere e a manifestare il disagio di questo blocco fondato su una falsa immagine di se che hanno tutti i componenti della famiglia. Tutti tranne Chiara, la nipotina più piccola che si appresta a fare la comunione. I suoi occhi ancora vedono quello che è: le inquietudini inespresse della famiglia. Ed è lei, l’istanza narrante, nel suo delirio onnipotente di bambina a credere di innescare la trasformazione con una preghiera che cerca la verità. A catena tutti i segreti, le frustrazioni dei tre figli escono fuori rivoluzionando non poco l’assetto della piccola comunità, fino a toccare la stessa Irene che ormai dentro il turbine dei cambiamenti si renderà conto di quanto sia stata povera la sua vita amorosa, passionale e sessuale col marito. E’ la paura di entrare in contatto con il proprio corpo, con le proprie emozioni, e allo stesso modo la paura di entrare in contatto con l’altro che struttura un sistema bloccato, dove nessuna vede l’altro realmente. Dove, in sostanza, mancano relazioni e affetti nutrienti, e allo stesso tempo c'è il bisogno di conservare la propria identità familiare, il proprio gruppo di appartenenza. Il giorno della comunione segnerà il passaggio ad una nuova era, probabilmente dolorosa ma certamente più vera, dove ognuno potrà costruire un’identità più reale.
Sono davvero tanti i temi affrontati, come è naturale quando il tema centrale sia la famiglia, luogo dove si creano, si formano, si amano e confliggono gli esseri umani.
Ho fatto una riflessione: nel cinema italiano le storie e i personaggi partono spesso da una grande inconsapevolezza, sono adulti e irrisolti e il loro racconto termina sempre nel momento in cui, assumendo questa consapevolezza devono operare una trasformazione. Ma questa trasformazione non viene mai raccontata
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lella sabadini
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venerdì 9 settembre 2011
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ottima prova di cristina comencini
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Il valore di questo fim risiede nell'abilità di scavare a fondo nell'animo dei protagonisti con tono lieve e con colpi di scena che tengono sempre viva l'attenzione dello spettatore ma con una profondità che riesce a definire la storia, la vita e le emozioni di ciascuno dei personaggi.
Lo sguardo della Comencini va in profondità e non concede sconti : dalla madre ( una splendida Virna Lisi) ai nipoti adolescenti ognuno a proprio modo alle prese con la difficoltà di "diventare grandi"fino alla nipotina che riflette sulla crudeltà dell'amore, che come una spada, "taglia" e non unisce: tutti si rivelano impietosamente nelle loro debolezze riuscendo a strappare anche qualche sorriso.
Alla fine, rivelatasi, la famiglia si ricompone nella realtà, spesso spietata,che quasi sempre si cela dietro l'apparenza faticosamente costruita di armonia e serenità che nasconde però tanti conflitti irrisolti e problemi taciuti.
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