weltenwandler
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sono basito!!!
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Marzia chi??? Ma chi diavolo è che ha scritto una boiata del genere??? E le 2 stelle??? Ma ci rendiamo conto??? Sono alla terza recensione e continuo ad insistere che NON SI PUO' mettere un critico di musica classica a scrivere una recensione per un disco di musica metal!!! Ma chi cavolo è che sceglie quali recensioni mettere a fianco delle locandine??? Scusate se non lo so ma quando lo saprò tirerò il collo a chi di dovere...ma dai ragazzi!!! Ma dove andiamo??? Non sprecherò una parola di più per questo scempio artistico...meritereste la galera per la vostra ignoranza!!! Il film, comunque, è un capolavoro e se volete leggere delle recensioni VERE, interessanti e con cognizione di causa, allora andate su filmup.
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Marzia chi??? Ma chi diavolo è che ha scritto una boiata del genere??? E le 2 stelle??? Ma ci rendiamo conto??? Sono alla terza recensione e continuo ad insistere che NON SI PUO' mettere un critico di musica classica a scrivere una recensione per un disco di musica metal!!! Ma chi cavolo è che sceglie quali recensioni mettere a fianco delle locandine??? Scusate se non lo so ma quando lo saprò tirerò il collo a chi di dovere...ma dai ragazzi!!! Ma dove andiamo??? Non sprecherò una parola di più per questo scempio artistico...meritereste la galera per la vostra ignoranza!!! Il film, comunque, è un capolavoro e se volete leggere delle recensioni VERE, interessanti e con cognizione di causa, allora andate su filmup.com...PAX TIBI...!!!
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[+] kitsch per ignoranti
(di lorenzo g)
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(di peppeganga)
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giux scorpio
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venerdì 26 gennaio 2007
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"la mira fuerte!"
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Immersa completamente nelle avanguardie del Novencento, una donna forte, si fa strada tenace, dentro un'epoca di fervente rivoluzione politica e culturale. Frida Khalo una delle più contemporanee artiste della nostra epoca, rinasce dalle coltri di un film davvero emozionante e impetuoso. Ogni singola scena ritrae, come nelle opere della grande Frida, un pezzetto di vita della "Mathador de Mexico". Il ritmo incalzante e trascinatorio del film emoziona in una maniera struggente il fruitore, che inerme si sente guidato attraverso la storia, la personalità, la sensualità, e la sessualità di una donna, che a fine della pellicola non si può non amare. Si è come rapiti dal ritmo musicale prepotente che nel film imprigiona, stordisce, affascina;e da quelle location perfette e sopratutto dai quei colori sferzasnti che rallegrano, rattristano, ammazzano e poi logorano ogni istante di più.
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Immersa completamente nelle avanguardie del Novencento, una donna forte, si fa strada tenace, dentro un'epoca di fervente rivoluzione politica e culturale. Frida Khalo una delle più contemporanee artiste della nostra epoca, rinasce dalle coltri di un film davvero emozionante e impetuoso. Ogni singola scena ritrae, come nelle opere della grande Frida, un pezzetto di vita della "Mathador de Mexico". Il ritmo incalzante e trascinatorio del film emoziona in una maniera struggente il fruitore, che inerme si sente guidato attraverso la storia, la personalità, la sensualità, e la sessualità di una donna, che a fine della pellicola non si può non amare. Si è come rapiti dal ritmo musicale prepotente che nel film imprigiona, stordisce, affascina;e da quelle location perfette e sopratutto dai quei colori sferzasnti che rallegrano, rattristano, ammazzano e poi logorano ogni istante di più. Una regista straordinaria per un film avvincente, che risulta appassionante anche per chi di arte proprio non ne capisce. Non è assolutamente un film di nicchia per i soli artisti o appassionati, ma è una storia di classe, che perpetua la semplicità di una grande vita e di una grande mente "Frida Khalo". A me sembra, guardando il film di Julie Taymor come di respirare la stessa aria respirata dall'artista, sento il cambiamento epocale, gli amori vorticosi ed compulsi, l'odore di alcol e di morfina, inspiro il seducente odore di diluente e di linolina; dunque croce e delizia di un volto icona del Novecento. I miei complimenti per la vostra scelta cinematografica cinefili, oggi avete visto un vero capolavoro tutto per voi!!!
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[+] figo ma 6 dappertutto!
(di elisabetta da milano)
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(di scorpio giux)
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antonello chichiricco
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venerdì 22 agosto 2014
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la donna che non rideva mai
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La donna che non rideva mai.
Proprio dove l’esistenza diventa mistero lei entra a cercare se stessa. E’ in quel “luogo” che è possibile incontrare Frida Khalo. (per la sua biografia per altro arcinota rimando al bel libro della Herrera, che ha ispirato questo film, e ai vari profili monografici, come quello, ottimo, di Kettenmann).
Di certo si parla di un’artista e di una donna eccezionale, vissuta in un periodo altrettanto eccezionale per il Messico ma ancora di più per tutta la società umana. Un periodo spartiacque unico nella storia, 30-40 anni che hanno costituito il passaggio alla nostra attuale cosiddetta “modernità”.
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La donna che non rideva mai.
Proprio dove l’esistenza diventa mistero lei entra a cercare se stessa. E’ in quel “luogo” che è possibile incontrare Frida Khalo. (per la sua biografia per altro arcinota rimando al bel libro della Herrera, che ha ispirato questo film, e ai vari profili monografici, come quello, ottimo, di Kettenmann).
Di certo si parla di un’artista e di una donna eccezionale, vissuta in un periodo altrettanto eccezionale per il Messico ma ancora di più per tutta la società umana. Un periodo spartiacque unico nella storia, 30-40 anni che hanno costituito il passaggio alla nostra attuale cosiddetta “modernità”.
Basti pensare che negli anni della crescita di Frida si sono avvicendati sullo scenario mondiale personaggi come Mirò, Chagall, Kandinskij, Modigliani, Matisse, Ernst, Picasso, De Chirico, Dalì, nella pittura; Freud, Einstein, Fleming, Alva Edison, Marconi, nelle scienze; Pancho Villa, Emiliano Zapata, Trotsky, Stalin, Mao Tse-Tung, Roosvelt, Mussolini, Churchill, nella politica; Vasconcelos, Neruda, Pirandello, Scott Fitzgerald, Majakovskji, Marinetti, Hemingway, nella letteratura; Chaplin, Buñuel, De Mille, Renoir, Eisenstein, nel cinema; Debussy, Bartòk, Puccini, Schönberg, De Falla, Rachmaninov, Porter, Gershwin, Mahler, nella musica.
Malgrado il poeta Andrè Breton si mostrasse entusiasta delle sue opere definendola “surrealista creatasi con le proprie mani” la visione di Frida esula dai modi e dai crismi attribuibili al surrealismo: la sua fantasia media con la logica esistenziale non per aprirsi varchi nell’inconscio, ma piuttosto per esprimere la sua personale cifra vitale in tutta la sua tragicomica immanenza fino allo spasimo, e lo fa attraverso chiari inequivocabili simbolismi, a volte sublimi, a volte inquietanti, a volte raccapriccianti. Sempre profondamente umani.
La densità poetica della fisicità e della spiritualità di Frida Kahlo non si scioglieva nell’ingannevole oceano della conoscenza, ed è in quei grumi induriti monoespressivi che va ricercata la ieratica fissità dei suoi autoritratti, tanti frammenti sparsi di uno specchio andato in pezzi che con spasimo maniacale lei non riusciva a ricomporre. Ma questo mi piace pensare che l’aiutasse a sentirsi meno sola nel viaggio che compiva dentro di sé.
Frida intuisce presto che vivere è un enigma da assaporare più che da comprendere e da quando, diciottenne, subisce il grave incidente che la segnerà per sempre sarà la vita stessa a incantarla da una parte e e violentarla dall’altra mutilandone gli entusiasmi e inevitabilmente, specie negli ultimi anni, Frida avvertirà l’esistenza come qualcosa d’ineluttabilmente tragico. Mai un ritratto, dipinto o fotografico, la ritrarrà sorridente.
Affascinata e fiera delle sue origini indie precoloniali disprezza senza mezzi termini il fatuo ottimismo borghese a favore di un’inquietudine libertaria che la pervade fin dall’adolescenza fino a condurla a quell’afflato rivoluzionario, mistico e ideale che troverà sponda nel suo compagno Diego Rivera, pittore muralista di fama mondiale.
Sempre in prima linea nell’impegno civile, comunista convinta, animalista, atea, amante impetuosa di uomini e donne, Frida è la quintessenza della sfrenata passione per quella vita che ama e che la tradisce, e che sente sfuggirle giorno dopo giorno. Ma l’immobilità forzata non ne fermerà l’ardore quando arriverà alla sua prima personale messicana “a bordo” del suo capezzale, né quando parteciperà in carrozzella a manifestazioni di protesta solidale fino a pochi giorni prima di morire a soli quarantasette anni.
Riuscitissimo il film: impressiona la trasfigurante osmosi interprete-personaggio che offre Salma Hayers-“Khalo”. Di pari livello Alfred Molina che si… Khala perfettamente nei panni del consorte Diego. Buona prova della Golino (ex di Rivera) e della Ashley Judd nei panni della fotografa, attrice e grande rivoluzionaria Tina Modotti. Appena discrete le interpretazioni di Geoffrey Rush (Trotsky) imbalsamato da un trucco posticcio, di Mia Maestro (sorella di Frida) e di Banderas (l’altro grande muralista Siqueiros). Scenografia e fotografia superbe, sfavillanti di tinte e luminosità tutte messicane. Trascinante e stilisticamente coerente la colonna sonora, con musiche stupende, autenticamente popolari.
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fedinz
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lunedì 6 febbraio 2012
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una vita dedicata all’arte per sfuggire al dolore
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Il film ripercorre la vita dell’artista messicana Frida Khalo, a partire dal suo violento incidente a bordo di un bus che la costringe a passare lunghi ed angoscianti mesi a letto ingessata per le numerose fratture riportate. I genitori le ridonano il sorriso regalandole un cavalletto sul quale poter dipingere e da quel momento Frida inizia a rappresentare sulla carta la sua visione della realtà. Una realtà tormentata per via del suo corpo che la costringe a soffrire e a non porte vivere normalmente. Un giorno decide di far vedere i suoi dipinti a Diego, un famoso artista facente parte del partito comunista. Lui decide di prenderla sotto la sua ala e ben presto tra i due si instaura un profondo legame.
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Il film ripercorre la vita dell’artista messicana Frida Khalo, a partire dal suo violento incidente a bordo di un bus che la costringe a passare lunghi ed angoscianti mesi a letto ingessata per le numerose fratture riportate. I genitori le ridonano il sorriso regalandole un cavalletto sul quale poter dipingere e da quel momento Frida inizia a rappresentare sulla carta la sua visione della realtà. Una realtà tormentata per via del suo corpo che la costringe a soffrire e a non porte vivere normalmente. Un giorno decide di far vedere i suoi dipinti a Diego, un famoso artista facente parte del partito comunista. Lui decide di prenderla sotto la sua ala e ben presto tra i due si instaura un profondo legame. Dopo aver sposato Diego, Frida realizza le difficoltà del vivere accanto ad un uomo infedele e attaccato al suo successo, ma anche a distanza il loro amore rimarrà indissolubile fino alla fine.
Frida è una donna dal doppio volto: fragile e passionale, anticonvenzionale ed indipendente, legata agli uomini come alle donne concedendosi anche esperienze omosessuali. Una donna in cerca della sua identità e alla conquista del sogno di poter diventare un’artista apprezzata, cosa che alla fine avverrà.
Un film che sa travolgere con i suoi colori intensi e con una colonna sonora che incorniciano la splendida Salma Hayek nel dipinto stesso di Frida.
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elgatoloco
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domenica 19 marzo 2017
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non solo biografia artistica, "frida"
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Affrontando l'arte di Frida Kahlo, problematica e segnata dal dolore ab imo, almeno da quell'incidente d'autobus che ne segna la tragedia, "Frida"è film rigoroso, mai compiaciuto anche nel mostrare il"tormento e l'estasi"(uso non a caso il titolo di un film ben più"antico", incentrato, credo, su Michelangelo)di un'artista che, conoscendo-anche biblicamente-tanti personaggi dell'arte, della cultura in genere, della politica(dal marito Rivera ad altri, tra cui Picasso, Trotzky, mi sembra anche Tina Modotti e altre personalità), rimane profondamente legata al suo Mexico, divenendo una vera, drammatica e a tratti tragica"palombara dell'inconscio"(collettivo, se vogliamo, iunghianamente), riproponendone, in maniera originalissima(chi scrive questa nota ha visto la grande mostra romana della primavera del 2014, nelle scuderie del Quirinale)i tratti essenziali, gli"archetipi"(ancora Jung, si dirà, certo, ma, andando più indietro, anche Platone.
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Affrontando l'arte di Frida Kahlo, problematica e segnata dal dolore ab imo, almeno da quell'incidente d'autobus che ne segna la tragedia, "Frida"è film rigoroso, mai compiaciuto anche nel mostrare il"tormento e l'estasi"(uso non a caso il titolo di un film ben più"antico", incentrato, credo, su Michelangelo)di un'artista che, conoscendo-anche biblicamente-tanti personaggi dell'arte, della cultura in genere, della politica(dal marito Rivera ad altri, tra cui Picasso, Trotzky, mi sembra anche Tina Modotti e altre personalità), rimane profondamente legata al suo Mexico, divenendo una vera, drammatica e a tratti tragica"palombara dell'inconscio"(collettivo, se vogliamo, iunghianamente), riproponendone, in maniera originalissima(chi scrive questa nota ha visto la grande mostra romana della primavera del 2014, nelle scuderie del Quirinale)i tratti essenziali, gli"archetipi"(ancora Jung, si dirà, certo, ma, andando più indietro, anche Platone...)di ciò che sfugge a una considerazione solo episodico-rapsodica della cultura mexicana stessa. Selma Hayek, probabilmente all'epoca(2002)quasi agli esordi, rende il personaggio o meglio il ruolo relativo in modo più che solo"convincente", assolutamente eccelso, in una prospettiva nettamente più stanislawskyana(identificazione parziale)che brechtiana, se vogliamo riferirci ai due grandi modelli attorali del Novecento... Il regista ha saputo affrontare anche e soprattutto il"contesto", certamente centrale nell'opera della Kahlo, senza scadere nel didascalico, nella mera illustrazione che avrebbe annoiato(annoierebbe tuttora, ovviamente)gli spettatori, dandoci una"tranche de vie"che è anche tranche artistica di estrema efficacia. Forse uno dei film che, nel passaggio di millennio, hanno segnato più profondamente il cinema di quegli anni, insieme a"The Others", direi e a poche altre opere. El Gato
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giovanni morandi
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lunedì 31 ottobre 2022
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il romanzo della herrera, visto dalla taymor. giov
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la trasposizione della biografia di Herrera della celebre pittrice è stata giustamente premiata con due Oscar. Nella recensione allegata, si sottolinea che ci sono aspetti comici "non voluti" dalla Taymor, ma, ricorderete che è nello stile della regista (nota per la celebrazione dei Beatles in Across the Universe) indugiare con una certa ironia semicomica anche su miti e leggende, come nel caso di Frida. D'altra parte, nel film, ci sono due parti, la prima più allegra (del genere mexicano), la seconda più impegnata nell'attività anche politica oltreché artistica della Kahlo. Stupenda l'interpretazione, in entrambe le parti, della protagonista: una Hayek bellissima ed ad un tempo forte e debole nell'affrontare una vita quasi impossibile da vivere, con un compagno infedele e lottando contemporaneamente anche col dolore fisico, che la sua arte ha trascritto puntualmente nei quadri onirici, ma realistici, dai colori accesi e senza alcun pudore, espressione perfetta del dolore più lancinante che accompagnò la pittrice per tutta la vita.
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la trasposizione della biografia di Herrera della celebre pittrice è stata giustamente premiata con due Oscar. Nella recensione allegata, si sottolinea che ci sono aspetti comici "non voluti" dalla Taymor, ma, ricorderete che è nello stile della regista (nota per la celebrazione dei Beatles in Across the Universe) indugiare con una certa ironia semicomica anche su miti e leggende, come nel caso di Frida. D'altra parte, nel film, ci sono due parti, la prima più allegra (del genere mexicano), la seconda più impegnata nell'attività anche politica oltreché artistica della Kahlo. Stupenda l'interpretazione, in entrambe le parti, della protagonista: una Hayek bellissima ed ad un tempo forte e debole nell'affrontare una vita quasi impossibile da vivere, con un compagno infedele e lottando contemporaneamente anche col dolore fisico, che la sua arte ha trascritto puntualmente nei quadri onirici, ma realistici, dai colori accesi e senza alcun pudore, espressione perfetta del dolore più lancinante che accompagnò la pittrice per tutta la vita. Bellissime le musiche, che accompagnano, con perfetta sintonia, l'intera pellicola. Ottima la scelta di far partecipare anche un Trosky e un omaggio a Picasso Il finale del letto che si incendia fa comprendere appieno il mix di arte e dolore e di un corpo ormai destinato ad abbandonare la pittrice definitivamente, il tutto accompagnato da una canzone (eseguita in doppia lingua, inglese e spagnolo.
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