Terzo film di un regista tanto interessante quanto ingiustamente ignorato nel panorama italiano:tutti i suoi primi film sono quasi introvabili.Merito come sempre del fatto che qui solo i raccomandati e i registi famosi possono beneficiare di distribuzioni regolari,pubblicità e attenzioni dovute.A metà tra la fiction e il documentario,con interviste a gente del luogo che fungono da contrappunto,il racconto schietto ed incisivo di un reietto destinato alla rovina,incapace di emergere tra gli altri reietti che lo circondano,superiori a lui senza esserlo veramente.Tutti abbandonati in uno degli innumerevoli quartieri-ghetti ai margini di una grande città(in questo caso la Via Nikolajevka della periferia di Milano).La povertà di mezzi è funzionale,e sorprende la capacità del regista nell'aderire al punto di vista distaccato e tracotante dei personaggi,mostrando spacconate e crudezza in modo distaccato e misurato.Il pessimismo è assoluto,e manca qualsiasi tono moralista o pietoso.Uno dei pochissimi esempi di cinema undeground nostrani del nuovo millennio,da recuperare ed apprezzare.
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