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Ultimo aggiornamento lunedì 8 novembre 2021
Argomenti: Amnesia
Una bruna che ha perso la memoria e non sa perchè è perseguitata, una bionda aspirante attrice che si innamora di lei: un noir così onirico e surreale non poteva che essere di David Lynch. Il film ha ottenuto 1 candidatura a Premi Oscar, Il film è stato premiato al Festival di Cannes, 3 candidature a Golden Globes, 4 candidature a AFI Awards, In Italia al Box Office Mulholland Drive ha incassato 1,1 milioni di euro .
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Betty, ingenua sognatrice dell'Ontario profondo, sbarca a Hollywood per diventare una star. In attesa di ruoli e gloria, alloggia nell'appartamento di sua zia, rientrata in Canada. Dietro la porta trova Rita, una bruna femme fatale scampata a un incidente e a due uomini armati che la volevano morta. Ma Rita questo non lo sa (più) perché ha perso la memoria dietro una curva di Mulholland Drive. Betty e Rita, il nome è preso in prestito dalla Hayworth, indagano per ritrovarla, diventando complici e poi amanti. La prima eccelle nei casting, la seconda ricostruisce progressivamente la sua identità. Ma il passaggio al cabaret "Silencio" ridistribuisce nomi e ruoli. Betty si 'sveglia' Diane Selwyn in un misero appartamento. Sempre bionda e sempre provinciale, tenta di fare l'attrice e ottiene solo ruoli insignificanti. Conosce e ama Rita, che adesso si chiama Camilla Rhodes, è una star del grande schermo e si appresta a sposare un regista in voga. Rigettata dall'amante e da Hollywood, Diane assolda un killer per uccidere Camilla e poi 'sogna' per ritrovare la sua innocenza.
Tutti amano Mulholland Drive ma nessuno è sicuro di averlo compreso o di aver compreso tutto almeno. Rivederlo è imperativo. Puro oggetto di fascinazione, la versione restaurata in 4K è l'occasione per ripiombare nell'universo lynchiano, familiare e opaco, e continuare l'indagine.
Perché Mulholland Drive è un grande film onirico che mette in discussione il racconto tradizionale e si appoggia a elementi narrativi ostensibilmente evidenziati (effetti di focalizzazione, principio di casualità ...). Concepito come musica, è un profondo viaggio emozionale in cui la messa in scena opera a livello sensoriale. Il senso viscerale del film non passa per le parole né per una narrazione razionale. Ogni dettaglio dell'intrigo è al servizio di sensazioni che Lynch trasmette attraverso processi cinematografici. Mulholland Drive è a immagine della strada di Los Angeles che gli ha dato il titolo: "sinuoso e sospeso nel tempo".
Una favolosa esperienza cinematografica, un mélange di sensazioni misteriose che risuonano con l'intrigo sulla superficie del film. Per comprendere Mulholland Drive bisogna soprattutto viverlo e sentirlo. Il suo onirismo, poi, autorizza qualsiasi interpretazione. I misteri abbondano come le soluzioni possibili. La più accreditata è che la seconda parte si collochi cronologicamente davanti alla prima. I due primi terzi del film sarebbero allora l'ultimo sogno di Diane, l'espressione di un rimorso e la sola maniera di ritornare sul suo crimine.
L'eroina bionda sostituisce la (triste) realtà con un mondo che accorda ai suoi desideri. Colpevole della morte dell'amata e volubile Camilla, sogna il suo doppio (Betty), salva Rita (il doppio di Camilla) e si accredita un potenziale da star. È una spiegazione possibile, è il debutto di un sogno incoraggiato da un dettaglio, un guanciale rosa dopo il prologo swing. Ma si possono tentare letture altrettanto suggestive. Se i primi cento minuti del film fossero in realtà la visione soggettiva di Camilla e della sua mente sconvolta dall'incidente? Come per la prima ipotesi, il momento cerniera in cui Camilla introduce la chiave nella piccola scatola blu segnerebbe il ritorno alla realtà del passato attraverso il buco nero dell'inconscio. Chi è allora a condurre il racconto? Diane o Camilla? Allo spettatore giocare e giudicare, lasciarsi guidare dalla propria intuizione o lasciare che Lynch la guidi.
Mulholland Drive dimora all'incrocio di due esperienze e due livelli permanenti di visione: una passiva e prigioniera volontaria dei sogni di Lynch e un'altra attiva e ostinata a interrogare le immagini che sfilano. Su quel serpente d'asfalto che è la Mulholland Drive scorrono due volti reversibili ma indissociabili di una stessa realtà, o di una stessa fantasia, dove tutto è piazzato sotto il segno del doppio e il termine 'playback' recupera il suo significato etimologico: to play recitare back di nuovo.
Ci sono due donne, due storie, due versioni di una stessa audizione, c'è una realtà visibile e immediata che ne suggerisce allo stesso tempo una più invisibile e segreta, ponendo il film sul crinale della postmodernità, nella sua maniera di abbordare la narrazione e i personaggi, ma inserendolo nella linea del grande cinema classico. Dopo una versione rosa, la storia di Betty a Hollywood, il film volge al nero. La seconda parte, più breve, più sincopata, è un trip paranoico in cui Lynch 'deforma' (plasticamente) il classicismo del primo atto, un deliberato saccheggio della fluidità che ha prevalso fino a quel momento. È la stessa storia che riprende invertendo i personaggi. Ad annunciare il cambiamento di rotta è la sequenza del club Silencio, cardine del film. Sul suo palcoscenico si tiene una lezione magistrale sulla potenza del falso a partire da una versione struggente e latina di "Crying" di Roy Orbison, cantata in playback. Nel mondo lynchiano tutto è possibile, tutto resta sempre aperto. Il prodigio di Mulholland Drive è di essere un oggetto stilizzato e allo stesso tempo interattivo che inventa piste di fiction future integrando nella sua materia tutto il passato dell'opera di Lynch e l'età d'oro del cinema hollywoodiano.
Del resto Mulholland Drive è un film hollywoodiano, ma nel senso che si inscrive nella geografia e nella storia, specialmente cinematografica, di Hollywood. La fabbrica dei sogni definisce il film ed è sempre il filtro di una nostalgia che gioca pienamente il suo ruolo. Per esempio, Rita è senza identità per incarnare meglio tutte le star di Hollywood. Se Betty evoca una Doris Day naïf, Rita ha il sembiante di Ava Gardner, le forme di Jane Russell e l'allure di Rita Hayworth. È un'incarnazione glamour d'altri tempi, lo schermo di tutti i desideri, quanto Betty una spettatrice media, che finisce per 'baciare' il suo sogno hollywoodiano. Come James Stewart in Vertigo, Diane fa l'amore con una morta che indossa una parrucca bionda. Dentro un mondo diretto da uomini brutali, produttori, mafiosi, cowboy, nani, clochard mostruosi, Lynch inventa un'elasticità dei luoghi, dei tempi, delle esperienze e dell'identità, invitando lo spettatore a lasciare la zona di confort e a partecipare all'azione. Anche questo procedimento è tipicamente hitchcockiano.
Lo spettatore anonimo e passivo diventa agente attivo della finzione, entra nell'immagine per godere meglio dello spettacolo. Agitando sotto i nostri occhi una scatola blu, un oggetto insensato sorto da nessuna parte, Lynch ci dona una chiave che solleva il coperchio, interrompendo la narrazione. Mulholland Drive ci risveglia dal sonno, ci rivela l'inverso del sogno e poi "silencio". Diane 'muore', sola, dimenticata. Un destino come un altro. Il macabro finale di una vita piena di promesse. È la crudeltà di cui è fatta Hollywood. È la sua natura e quella del cinema: manipolare e giocare con le emozioni. E a questo gioco la maggior parte perde.
Mulholland Drive è una lunga e vecchia strada di Los Angeles: nasce nel deserto, attraversa i quartieri ricchi e finisce a strapiombo sulla costa di Malibù. Bisognerebbe ricordarsi di questa simbologia per cercare di dare un senso all'ultimo onirico ed enigmatico film di David Lynch. Quella che il regista stesso ha definito come "una semplice storia d'amore nella città dei sogni" è in realtà un intricato enigma sospeso tra allucinazione e realtà, con un tocco di nostalgia per il noir degli anni '40 ed una aperta ostilità verso l'attuale star system. Rita è un'avvenente bruna sopravvissuta ad un incidente d'auto in seguito al quale ha però perso la memoria, Betty un'aspirante attrice di belle speranze che la ospita nel proprio appartamento e se ne innamora. Le due protagoniste cercano di far luce sull'amnesia di Rita, per scoprire che in realtà niente è come sembra... Film astratto, con una straordinaria potenza visiva, è nello stesso tempo affascinante e disturbante. Difficile trovare una chiave di lettura razionale. E difficile descriverlo. Seguendo il linguaggio dei sogni voluto dal regista, bisognerebbe limitarsi a viverne le emozioni.
Una misteriosa ragazza bruna che si fa chiamare Rita, scampata a un terribile incidente stradale sulla Mulholland Drive e affetta da amnesia, si rifugia in un appartamento di Los Angeles abitato da Betty, un'aspirante attrice giunta a Hollywood in cerca di fama; insieme, le due donne indagheranno per far luce sul passato di Rita. Nel frattempo, un regista cinematografico deve subire le vessazioni di un gruppo di mafiosi.
Pensato in origine come il pilot di una serie televisiva mai realizzata e trasformato in seguito in un vero e proprio film, Mulholland Drive (il titolo deriva dal nome di una strada di Los Angeles) è una delle opere più complesse ed enigmatiche nell'itinerario dell'apprezzato regista americano David Lynch. Presentato in anteprima mondiale al Festival di Cannes 2001, ottenendo le lodi dei critici e il premio per la miglior regia, il film è un coinvolgente thriller psicologico a metà strada fra realtà e immaginazione, fra sogno e incubo, che riprende i temi e le situazioni di alcune delle precedenti pellicole di Lynch (Strade perdute, Velluto blu) e del celebre telefilm Twin Peaks, accentuandone l'elemento visionario e surrealista. Il risultato è una pellicola assolutamente unica nel suo genere, consacrata come un vero e proprio cult e considerata una delle vette più alte nella carriera di Lynch.
Dopo una bizzarra introduzione iniziale con una coloratissima scena di danza, lo spettatore viene subito avvolto nell'atmosfera cupa e angosciosa della storia, aperta da un drammatico incidente sulla Mulholland Drive dal quale l'unica a uscire viva è Rita (Laura Elena Harring), una ragazza senza identità e senza memoria (il suo nome è ripreso da un poster di Rita Hayworth). Qual è il mistero che si nasconde nel passato della donna? Quale pericolo incombe su di lei? A tentare di rispondere a queste domande sarà la giovane e ingenua Betty Elms (Naomi Watts), che finirà ben presto per farsi sedurre dal fascino di Rita. A questo intrigante plot giallo si intrecciano poi altre storie parallele, come quella (memorabile) di un uomo che vede materializzarsi il proprio incubo; talvolta, però, queste vicende laterali - come l'episodio semi-grottesco di Adam Kesher (Justin Theroux), un regista alle prese con la mafia - rischiano di risultare scoordinate rispetto alla trama principale, con l'inevitabile conseguenza di rallentare il ritmo narrativo e di influire sulla lunghezza forse eccessiva della pellicola.
Costruito nella prima parte come un thriller alla Twin Peaks, con il passare dei minuti il film di Lynch si fa sempre più ermetico e sconcertante, fino a trasformarsi in un autentico labirinto fatto di flashback, suggestioni oniriche, erotismo e terrori scaturiti dall'inconscio. Il regista mette al centro della scena le due protagoniste - una bionda e una bruna - per poi addentrarsi negli anfratti della psiche e della coscienza e creare un ambiguo senso di suspense, al quale contribuiscono anche le musiche di Angelo Badalamenti e il contrasto fra le inquietanti ambientazioni notturne e le tinte sgargianti delle ville di Los Angeles. Negli ultimi quaranta minuti, il film subisce un improvviso capovolgimento con l'apertura di una piccola scatola blu che rovescia le identità dei personaggi ed i loro rispettivi rapporti; e l'intera trama assumerà di colpo un nuovo significato, tramite il quale sarà possibile dare una diversa disposizione ai vari tasselli del puzzle. Mulholland Drive può apparire di sicuro come un'opera oscura e spiazzante, ma in fondo rappresenta il cinema di Lynch allo stato puro: prendere o lasciare.
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Con Mulholland Drive Lynch, a soli 2 anni da un altro capolavoro come Una storia vera, arriva ad un summa e ad un apice del suo cinema. Nato come pilot per una possibile serie TV, questo film totalmente strabiliante è uno degli assoluti capolavori della storia del cinema. Rappresenta uno dei più alti vertici artistici mai raggiunti dalla cinematografia del regista, come detto un apice [...] Vai alla recensione »
Il film quando uscì nel 2001 fu subito acclamato da una critica compiaciuta, in un successivo sondaggio della BBC fu indicato come il miglior film del nuovo millennio, ma un recente sondaggio del Guardian sui film del nuovo millennio lo mette al 11° posto. Se poi si guarda le classifche (ne ho viste ben 6) dei cento migliori film, Mulholland non compare.
Diane è un attrice di Hollywood non realizzata professionalmente, che vive all’ombra della sua amica Camilla, un’attrice affermata e di buona qualità, grazie alla quale riesce ad ottenere piccole parti o comparse in qualche film. Le due ragazze hanno una relazione amorosa, ma Camilla , al contrario di Diane, non è innamorata della compagna e gestisce il loro rapporto in maniera superficiale.
Uno dei film più importanti degli ultimi 30 anni, e il capolavoro di lynch ad oggi. Manifesto programmatico del cinema secondo lynch, ma anche del cinema secondo chicchessia: la realtà quale rappresentazione E la rappresentazione quale realtà, l'oggettività della visione e la soggettività di ciò che è visto.
Los Angeles, anni duemila. I fari di un’auto di notte illuminano un cartello con un nome, “Mulholland Drive”, celeberrima tortuosa strada della città che attraversa le colline da Santa Monica a Malibu. È l’inizio di una storia strana, piena di misteri, crimini e amori. Una donna scampata ad un omicidio e senza memoria, che si fa chiamare Rita, indaga il proprio [...] Vai alla recensione »
Senza parole. Ed è proprio questo che Lynch vuole da te: sconcertarti, sorprenderti, appassionarti, deluderti. Ti gira e rigira come un calzino, lasciandoti incollato allo schermo dal primo all'ultimo istante, sballottandoti tra presente e passato, tra sogno e realtà, tra mistero e vissuto, in una sliding door dell'immaginario, in un dejavù della realtà. Ma [...] Vai alla recensione »
Lungo Mulholland Drive una donna perde la memoria in seguito ad un incidente automobilistico. L’incontro con Betty, aspirante attrice, le sarà di aiuto per tentare di ricostruire la sua identità. Nel frattempo sceglie di chiamarsi Rita ed inizia una relazione con Betty. David Lynch costruisce una storia basata sul doppio, sul sogno e sull’immagine, con uno svolgimento atemporale [...] Vai alla recensione »
Ho visto due volte questo affascinante film, perchè volevo rendermi conto se mi fosse sfuggito qualcosa nella prima visione. Ma, in sostanza, non ho svelato il dilemma che speravo. Questo perchè l'enigma non è risolvibile, è dissolto nel sogno o in una realtà parallela non accessibile al comune mortale. A inizio secolo era molto di moda questa filmografia del [...] Vai alla recensione »
A causa di un incidente automobilistico sulla Mulholland Drive di Los Angeles, una donna (Laura Harring) perde la memoria e si rifugia in casa di una famosa attrice in procinto di partire per lavoro. Il giorno dopo si presenta Betty Elms (Naomi Watts), bellissima e solare aspirante attrice, nipote della proprietaria dell'abitazione, che si offrirà di aiutare la giovane superstite a [...] Vai alla recensione »
Una delle più emozionanti e controverse opere cinematografiche dei giorni nostri , concepita da una delle menti più geniali ed allo stesso tempo conturbanti che abbiamo la fortuna di avere con noi nel mondo in questo lassodi storia che ci vede protagonisti.Si , perchè in questa straordinaria pellicola di David Lynch i reali protagonisti sono coloro che osservano , che vivono [...] Vai alla recensione »
Un amore saffico tradito, l’aspirazione fallita a diventare una grande attrice, il rimorso per aver deluso le aspettative degli anziani genitori, la violenza subita da ragazza da parte di un amico del padre, sono i ricordi-frammenti di vita vissuta, le tracce per interpretare il film-sogno, in cui sono riordinati in un’altra storia, acquistando senso mediante il meccanismo onirico che sostituisce ad [...] Vai alla recensione »
Nelle parole che una delle due protagoniste del film pronuncia ad un certo punto della vicenda, c’è tutto il senso (apparentemente) nascosto di quest’opera visionaria: «Sarà proprio come nei film: faremo finta di essere qualcun’altro». Si tratta, infatti, di un raffinato esercizio sul concetto di identità, declinato tra sogno e realt&agrav [...] Vai alla recensione »
Il film, firmato David Lynch, vincitore della palma d'oro per la miglior regia, premio meritato a mio parere, si può dividere in tre parti, la prima in cui vediamo un polpettone americano con delle belle inquadrature che narra una vicenda più curiosa che strana, la seconda parte, che dura meno di 10 minuti, è Betty/Daise insieme all'amante che vanno a teatro, scena clou [...] Vai alla recensione »
La mia interpretazione personale: Se vuoi vivere ad Hollywood, nel grande sogno, devi perdere te stesso e dedicarti in tutto e per tutto all'atteggiamento=apparenza (come dice Cowboy) e non all'interiorità, qualsiasi interpretazione personale, opera creativa e personificazione viene bruciata all'istante, se vuoi vivere lì devi disperdere te stesso e stare al gioco, se lo fai ottieni tutto, se non [...] Vai alla recensione »
tentativo ben riuscito di elaborare il lutto non solo della perdita di una persona,ma della perdita in sè,di sogni,di se stessi.Il film inizia con Betty,una giovane attrice che arriva piena di speranze ad Hollywood;ma tutto ciò che vediamo dall'inizio fino al suo risveglio,non è altro che un sogno tra reale ed irreale.Betty,in realtà Diane Selwyn,rappresenta quello che lei era,la persona che è stata, [...] Vai alla recensione »
il poeta visivo David Lynch, si esprime in quest'opera ad un livello elevatissimo, suscitando nello spettatore forti emozioni contrastanti, razionalizzarne la trama, sarebbe superfluo, in quanto l'unico modo di coglierne l'essenza e' quello di lasciarsi trasportare in questo mondo onirico assaporando ogni momento per cio' che e', come del resto capita nella vita [...] Vai alla recensione »
Assurdo, intricatissimo dramma- thriller allegorico e metacinematografico in cui gli unici punti fermi sono rappresentati dalle grandi qualità di affabulatore e di virtuoso della macchina da presa del grande D. Lynch, qui più che mai grande burattinaio a cui si può permettere di suggestionare senza pretendere una (o quantomeno unica) conclusione logica, tale è la fitta [...] Vai alla recensione »
Nato come episodio pilota di una serie tv rifiutato dalla Abc,e completato grazie ai francesi di Studio Canal,il film è una summa del cinema del regista,nonchè un passo avanti nel suo nuovo modo di girare.Un puzzle noir che,andando ben aldilà dell'incerto"Strade perdute"lascia dubbio il legame tra le due parti,e crea un intricato enigma di flashback,mondi paralleli,id [...] Vai alla recensione »
C'è stato un autore cinematografico che, più degli altri, è riuscito a proporre filmicamente la dissoluzione della realtà empirica e la sua sostituzione con quella onirica o anche, volendo formulare il problelma diversamente, l'immissizione del sogno nella"realtà": si chiamava Luis Bunuel, di tradizione e ascendenza surrealista, amico di Salvador [...] Vai alla recensione »
Mullholand Drive è un film che, con lo sfondo della falsa e duplice Hollywood, racconta il senso di colpa. O almeno così è sembrato a me. Si perché Lynch è uno poco interessato alla linearità della narrazione. Il regista mette in mostra questa vicenda lasciandosi, come consuetudine, trascinare da suggestioni e frammenti, senza preoccuparsi di spiegare o ordinare alcunché.
Un’attrice che sogna la gloria del grande cinema, una ragazza senza memoria, un regista ricattato, un manipolo di malavitosi, un uomo ossessionato dai suoi sogni, un criptico cowboy e un killer da quattro soldi. Sullo sfondo, le atmosfere noir di una Hollywood cupa ed enigmatica. Mulholland drive è una delle vette del cinema di Lynch, fatto di miti, paure, di viaggi attraverso il [...] Vai alla recensione »
Che Mulholland Drive sia un capolavoro l'hanno detto in molti, eppure davanti a tanta bellezza non riesco a trattenermi dall'esprimere il medesimo parere. Non c'è motivo d'altronde per cui ci si dovrebbe stancare di sostenere la grandiosità di opere come la Commedia dantesca o la Cappella Sistina. E non mi sembra di esagerare nel ritenere MD non solo l'apice della filmografia lynchiana ma anche uno [...] Vai alla recensione »
Betty è una giovane attrice che si trasferisce ad Hollywood nella speranza di poter sfondare nel mondo del cinema. Nel suo appartamento si rifugia Rita, una ragazza scampata ad un incidente stradale e che non si ricorda più niente del suo passato. Le due ragazze iniziano così un’indagine per scoprire qualcosa di più riguardo al passato della misteriosa Rita, parallelamente si diramano altre vicende [...] Vai alla recensione »
Un capolavoro. Lynch immerge lo spettatore nel sogno, nell'ossessione e nella follia. Una regia pazzesca! il tocco visionario con cui ci ha abituati con Twin Peaks è presente in ogni scena. Gli interpreti sono dannatemente magnifici. Prima tra tutti la grande Naomi Watts che ci offre il personaggio chiave di questa enigmatica, folle e irreale storia che troverà senso solo negli [...] Vai alla recensione »
Los Angeles, anni 2000. I fari di un’auto di notte illuminano un cartello con un nome, “Mulholland Drive”, celeberrima tortuosa strada della città che attraversa le colline da Santa Monica a Malibu. È l’inizio di una storia strana, piena di misteri, crimini e amori. Una donna scampata ad un omicidio e senza memoria, che si fa chiamare Rita, indaga il proprio [...] Vai alla recensione »
Penso che questo sia un film che in mano a qualcuno che non abbia il genio del maestro David Lynch sarebbe scaduto nella comicità involontaria. Il focalizzarsi solo sul seguire la trama principale non aiuta a tirarne fuori un significato. Ammesso che un significato ben preciso ci sia perchè alla fine i numerosi simbolismi, gli indizi fuorvianti, il perenne essere tra sogno e realtà [...] Vai alla recensione »
Ecco uno di quei film in cui il regista si sfrega le meningi per ore e ore giorni e giorni, sta li' a pensare come dar vita ad un film in cui non si capisce niente o meglio dove si capisce quel che si vuole. Non e' una pellicola e' un mercato, un grande magazzino di scene messe li che ognuno puo' sistemare come meglio crede, puo' costruirsi la trama che vuole e anche il finale che ritiene piu' opportuno,se [...] Vai alla recensione »
Dietro la complessità dell'opera si nasconde uno schema apparentemente semplice, una parte dove si descrive la vita reale della "ragazza" (Diane), e dall'altra quello che è il suo sogno nella vita. Il tutto dietro una miriade di dettagli e personaggi che si intrecciano a formare una complicatissima trama inquietante e coinvolgente.
Assistere a questo film è davvero qualcosa di stupefacente, che si risolve in un'attenzione che non ti lascia tregua, basta una sola distrazione e sei fuori dal film, la capacità di rientrarvi è impossibile, la logica non conta, ciò che è il fondamento è l'emozione crescente sino al culmine che è un'esperienza personale.
Mulholland Drive ****1/2 Produzione: USA 2001 Genere: Thriller, Noir, Grottesco Attori principali: Naomi Watts, Laura Harring, Justin Theroux, Ann Miller Regia: David Lynch Trama: C’è stato un incidente in Mulholland dr. a cui è scampata una ragazza. Ha perso la memoria frugando nella sua borsetta ha trovato migliaia di dollari.
Un film che lascia assolutamente senza parole ... Affascinante come pochi, estremamente suggestivo, enigmatico, eccessivamente "incomprensibile", surreale, onirico, soprannaturale, misterioso, incantevole, indescrivibile ma anche leggermente spaventoso.... Ecco con quali aggettivi lo descriverei, e sono ancor pochi ! Regia, Sceneggiatura, Fotografia e Colonna sonora sono da Oscar, come anche [...] Vai alla recensione »
Film dell'assurdo per un regista straordinario.
e lo chiamate capolavoro?linch un genio?convinti voi?!la cosa più bella?laura harring.la cosa più brutta?tutto il resto.quando la volontà di essere assolutamente inconprensibili e 'originali' diventa la cosa principale, tanto da rendere un film assurdo e folle, allora mi metto da parte e lascio spazio a tutti gli altri!!!
la verità è che la metà della gente deve sempre trovarsi davanti il classico film con trama strascontata e perfettamente chiara dall'inizio alla fine perchè non riesce ad arrivarci con un minimo sforzo del cervello.. svegliatevi questo film è un capolavoro e in realtà ha anche ben poco di onirico.. il tutto diventa molto logico e perfetto con un minimo sforzo.
- LA COPPIA DI ANZIANI : I vecchietti sono i genitori di Diane , ma nel sogno non sono familiari di Betty (alias Diane). Per mezzo di questi può iniziare il sogno ovvero la soluzione di tutti i problemi e principalmente delle due frustrazioni della vita reale della ragazza che sono la non-realizzazione sia nel lavoro sia nell'amore: è proprio questo che va "vendicato" ossia ribaltato nel sogno.
Film complesso e immaginifico, ma certamente non 'impossibile'. Lynch s'è dimostrato un regista onesto: non ha semplificato la trama per renderla facilmente accessibile, ma fornisce tutti gli indizi necessari affinché lo spettatore attento trovi le risposte che cerca. Uno dei migliori film degli ultimi 20 anni — anche se per ora non me ne viene in mente nessun altro [...] Vai alla recensione »
Ho visto il film in tv qualche sera fa. Da principio ho commesso l'errore di volerlo "comprendere" razionalmente. Ma, andando avanti nella visione, mi si sono aperti spazi di emozione. Onirico, magnifico di squarci e ferite. Incubo e sogno stupendo. Il grande David Lynch!
Forse questa è la chiave di lettura? Forse è solo un sogno. Questo è lo sforzo dello spettatore, quello di cercare di comprendere una storia nascosta, e lo scherzo di un Lynch che ci prende in giro guardandoci alle prese con un puzzle impossibile, come a voler sottolineare che la storia, la vita non ha importanza, perché in essa non potremo mai trovare una logica, [...] Vai alla recensione »
Interpretazione assolutamente condivisa;volevo aggiungere qualche particolare, secondo me,di rilevante importanza: 1)Il film non è ciclico ma lineare,sviluppato su 3 tre piani narrativi: SOGNO-l'inizio del film fino alla "sveglia" del cowboy RICORDO-il party,le scene erotiche con Camilla e l'assunsione del killer REALTà(presente)-il risveglio e il conseguente [...] Vai alla recensione »
Premetto che insieme a Donni Darko questo è stato il film che più mi ha mosso dentro e toccato, suscitando brividi ogni volta che lo vedo. Detto ciò volevo scrivere perchè ho letto che questo sarebbe un film da vedere,astratto,affascinante, ma senza trama e senza lettura razionale, di solo impatto visivo, oppure che ci sono differenti chiavi di lettura.
Uno dei film piu' belli che abbia visto, straordinaria la fotografia, bravi gli attori,molteplici le emozioni che suscita allo spettatore ( tensione,gioia,eccitazione,sorpresa) molte le metafore visive a cui ricorre Lynch, la storia e' complessa,visto la grande mole di lavoro che c'e' dietro a questo film, bisogna vederlo un paio di volte per coglierne le molte sfumature e quel personale senso di interpreta [...] Vai alla recensione »
Incuriosito dal rango numero uno occupato nella classifica BBC dei migliori film dal 2000 ho deciso di investire 2 ore e ventisei minuti della mia vita nella visione di mulholland drive. Sconsiglio vivamente di adottare la stessa temerarietà. Per la cinematografia universale, sarebbe stato più utile dedicare almeno una parte della pellicola alle gesta del facocéro (occhio all'accento) del Botswana, [...] Vai alla recensione »
Mulholland Drive è il vero Capolavoro di Lynch, un meraviglioso incubo su cui sono stati versati fiumi d'inchiostro. E' stato analizzato, smontato, ricostruito al fine di trovarne una interpretazione plausibile. Lo vedi e lo rivedi ed ogni volta ci trovi nuovi indizi, nuovi stimoli di discussione, nuovi dubbi... Ma questo è il bello di tutte le opere d'Arte. I [...] Vai alla recensione »
Non voglio dilungarmi in una recensione (che però presto farò), anche se comunque vi anticipo che considero "Mulholland Drive" uno dei miei film preferiti in assoluto e lo guardo almeno una volta ogni due settimane. Oggi voglio solo consigliarvi l'acquisto di un libro a riguardo, "David Lynch. Mulholland Drive" scritto da Lorenzo Malavasi che è molto interessante [...] Vai alla recensione »
personalmente, un film che mi costringe a rivederlo, a vivisezionare le scene per notare tutti gli indizi necessari alla comprensione (indizi che possono sfuggire facilmente, come la lampada rossa..), merita il massimo dei voti. Le musiche del ben noto Badalamenti (..twin peaks..) si sposano perfettamente alle immagini, alla stranzezza dei personaggi e di certe situazioni, creando un clima di angoscia [...] Vai alla recensione »
Per me, il miglior film degli ultimi trent'anni. Imperdibile. Un film che all'inizio pare incomprensibile, e resta a lungo incomprensibile ma, nonostante questo, ti trasporta in atmosfere sublimi. E una volta compresa la chiave di lettura, tutte quelle che parevano assurdità trovano un loro magnifico senso. Guardatelo la prima volta senza cercare altre informazioni, magari con amici, discutetene, cercate [...] Vai alla recensione »
come perdere due ore della tua giornata dedicando il proprio tempo nella visione di un film assolutamente inguardabile. Non sono un critico del cinema, per me la visione di un film mi deve dare una riflessione, un pensiero, una emozione, volare con la fantasia, oppure raccontarci una storia , ma in ogni caso in una sola parola.....EMOZIONARCI. provateci voi se ci riuscite.
ho perso due ore della mia vita a vedere un film inutile, folle, senza ne capo ne coda. Non una emozione , ne un guizzo. Consigliato da una mia amica che evidentemente gli devo essere molto antipatico. non fidatevi delle recensioni, oppure fidatevi se volete, io vi avevo avvisato. Con il signor David Linch e i suoi film non ho mai avuto troppa empatia , con questa sua "opera" ho chiuso con il suo cinema. [...] Vai alla recensione »
É un film che mi ha lasciata solo rabbia, in quanto ho perso 2 ore della mia giornata a vedere una schifezza del genere, un film senza capo e né coda. Con Linch ho chiuso definitivamente. Lo lascio agli intellettuali, ai critici che vedono in Linch un genio. Un film mi deve emozionare e lasciare un messaggio positivo o negativo che sia,e innanzitutto devo capirlo. [...] Vai alla recensione »
Potrei scrivere tante di quelle cose su questo film, cose che avrebbero già scritto tanti altri, per questo cito solo il senso del film dato direttamente da David Lynch: "un auto lanciata nel buio dalle colline di Los Angeles verso l'Oceano" Genio!!!
Uomini e donne ballano sorridendo, sui ritmi e con i colori di un musical degli anni Cinquanta. Sempre più luminosa e bianca, su di loro emerge in primo piano la silhouette del volto di Betty/Diane (Naomi Watts). Poi, lenta e in soggettiva, la macchina da presa s’avvicina al rosso d’un letto e d’un cuscino... Conviene tenere a mente queste prime inquadrature, se non ci si vuole del tutto smarrire tra [...] Vai alla recensione »
"Una storia d'amore nella città dei sogni" è la definizione di David Lynch per il suo Mulholland Drive: ma si potrebbe benissimo dire anche "Una storia di sogni nella città dell'amore", dato che il film racconta a Hollywood vicende hollywoodiane alla maniera di Hollywood, tra enigmi, sperdimenti, eleganze d'epoca, romanticismo nero alla Raymond Chandler, palme, banani, pericoli e sangue, con due ragazze [...] Vai alla recensione »
Della storia di Mulholland Drive non si capisce nulla. Ma niente paura, deve essere così. Punto primo: David Lynch ribadisce l'assunto del suo film più sperimentale ( Fuoco cammina con me) e di quello (secondo lui) più irrisolto, Strade perdute. Il cinema è la scrittura del sogno. Una finestra che si apre su un mondo dove non è la logica a regolare i rapporti di causa-effetto ma il delirio.
Quando a Los Angeles si spegne la luce accecante del giorno, le ombre di Sunset Boulevard somigliano a quelle di Mulholland Drive, la strada intitolata al progettista che negli anni 20 diede l'acqua alla Città degli Angeli: una storia dai retroscena inquietanti che Polanski armonizzò in Chinatown con le atmosfere decantenti di Chandler. Qui è nata Hollywood, la capitale dei sogni e dei deliri, dove [...] Vai alla recensione »
Pensate che il noir circolare lo abbia inventato Tarantino con "Pulp Fiction" ? Ancora per una giornata è in sala un film pioniere della formula e uno dei massimi cult di Sua Maestà David Lynch, "Mulholland Drive", distribuito per iniziativa della Cineteca di Bologna nella versione restaurata in 4K dai produttori originali francesi di StudioCanal. A vent'anni dal premio a Cannes, il tenebroso labirinto [...] Vai alla recensione »
Altri "detour" verso infinite "lost highways". Mulholland Drive spinge ancora di più all'estremità il cinema di David Lynch. C'è lo smarrimento di Strade perdute combinato con lo sperimentalismo nel mettere in scena incubi e deliri di Eraserhead. Ma Mulholland Drive, votato nel 2016 come miglior film del 21° secolo da 177 critici interprellati dalla BBC, è anche un mélo pulsante che avvolge le due [...] Vai alla recensione »
Lynch si ama o si odia. Il racconto del mistero alla Twin Peacks e il mistero del racconto alla Lost Highway. Come nel primo, restiamo nell'enigma: a Hollywood, perduta la memoria in un incidente, ma salvata per caso dai suoi assassini, una magnifica bruna da film noir viene aiutata a ricostruire il passato da una biondina ingenua aspirante star. Entrambe sono in qualche modo collegate a un regista [...] Vai alla recensione »
Occhi di Lynch. Occhi che vedono diversamente dai nostri, occhi abituati a scrutare tra le pieghe del reale. Prendete Mulholland Drive, puzzle virtuosistico ambientato in quel concentrato di mondo "fuori di zucca" che risponde al nome di Los Angeles. Una strada-simbolo (quella del titolo, appunto, che attraversa per decine di miglia la megalopoli dell’automobile) ai bordi della quale si incrociano [...] Vai alla recensione »
Mulholland Drive? Di certo c'è solo che è un film di David Lynch, che ha avuto il premio per la regia all'ultimo Festival di Cannes, che è a colori, che dura due ore e mezza e che è stato girato a Los Angeles con soldi francesi, perché Hollywood non voleva saperne di questa vicenda strampalata, ideata per la tv ma poi - lo dice Lynch - da questa "cestinata con durezza".