Montecristo |
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Un film di Kevin Reynolds.
Con Jim Caviezel, Guy Pearce, Richard Harris, Michael Wincott, Henry Cavill.
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Titolo originale The Count of Montecristo.
Drammatico,
durata 131 min.
- USA 2001.
MYMONETRO
Montecristo
valutazione media:
2,70
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Mai fatta una recensione ma Dumas merita rispetto!di lucazena86Feedback: 100 |
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lunedì 25 febbraio 2013 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Davvero difficile far peggio. La struttura complessiva del film e la fotografia francamente imbarazzante si sarebbero prestati più ad una pellicola basata su un "libercolo" di qualche autore contemporaneo di dubbio talento e con argomenti totalmente differenti (penso ad una classica "americanata", con uno Steeven Seagal) rispetto al capolavoro di Dumas. Reynolds, palesando il fatto di non aver letto il libro ma (forse) un banale "bignami", oltre a dimenticare personaggi fondamentali quali Morrel figlio o Noirtier, dimentica totalmente il contesto storico nel quale si evolve la vicenda. Si tratta di una Francia sconvolta dai postumi del Bonapartismo, in conseguenza del quale le classi sociali più basse ed ignoranti riescono nella scalata sociale a seconda del loro appoggio a Napoleone o meno(mi riferisco a personaggi quali Fernand il catalano o il contabile dell'armatore Morrel). Dumas si diverta a sfottere questi personaggi riuscendo a trasmettere l'idea di un'aristocrazia caduta ai livelli più bassi della storia monarchica francese, dove il titolo nobiliare non è più ereditato in virtù di gloriosi passati e fortunati natali, ma si risolve semplicemente in una volgare compravendita. Sconvolgente è il personaggio di Edmond. Nel libro troviamo un giovane brillante, con palesi lacune culturali ma con evidente fame di conoscenza. Si viene toccati dall'avidità con la quale apprende tutto ciò che l'abate Faria riesce ad insegnargli. Sorprende il miracolo compiuto dall'insegnante: non solo forma un uomo dalla cultura straordinaria ma riesce a trasmettergli uno stile e una pacatezza dei modi propri dei migliori osservanti del galateo. L'Edmond di Reynolds è l'esatto contrario: un becero cafone che si presenta alla società parigina comprando, tramite un sud-americano (con l'orecchino!!!), una proprietà immobiliare con un carro pieno d'oro e non contento decide di fare il proprio ingresso in società (parliamo della Parigi ottocentesca, non della Secondigliano nostrana) con una mongolfiera alla stregua del peggiore Tony Montana. Un tale sfregio alla virtù letteraria di Dumas spiace per due ordini di motivi: in primo luogo per la caratura stessa di uno di primi autori (a mio avviso il migliore) di romanzi storici; in secondo luogo perché ci si chiede quanto si dovrà pazientare perché si possa godere di un film che riporti le magie di Dumas degno di questo nome. Ad opinione di chi scrive solamente la migliore Hollywood sarebbe in grado di portare a termine un progetto simile.
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