Monsters & Co. |
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Un film di Pete Docter, David Silverman, Lee Unkrich.
Con John Goodman, Billy Crystal, Mary Gibbs, Steve Buscemi, James Coburn.
continua»
Titolo originale Monsters, Inc.
Animazione,
Ratings: Kids,
durata 92 min.
- USA 2001.
- Walt Disney
uscita giovedì 13 giugno 2013.
MYMONETRO
Monsters & Co.
valutazione media:
3,89
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Roberto Nepoti
La Repubblica
Si dovrebbero organizzare marce a favore dei film d'animazione, ghettizzati agli Oscar in una categoria a parte dall'aspetto decisamente B. Mentre le storie con attori in carne e ossa, preferibilmente sofferenti, sono considerate cose da grandi, nell'immaginario dell'Academy l'animazione resta roba da bambini: invece Monsters & Co., con i suoi pupazzoni e mostri virtuali, è non solo più bello e divertente, ma anche più profondo dei vari A Beautiful mind o Mi chiamo Sam. Chi, nell'infanzia, ha avuto paura dei mostri nel ripostiglio di casa sa bene di cosa parliamo. Esistono due mondi comunicanti: quello davanti all'armadio e quello dietro l'armadio, dal quale i mostri penetrano nottetempo nelle camerette dei bambini. Sono operai di una fabbrica, in realtà, che trasforma in energia le grida dei piccoli. Il campione dei produttori di spavento è Sulley, gigante ricoperto di peli blu a pois viola, coadiuvato dall'assistente Mike, un occhio con le braccia e le gambe: i due tipi fanno una coppia degna di Laurel & Hardy. La verità è che si tratta di creature orribilmente delicate e gentili, pronte a farsi terrorizzare da una bambinetta, Boo, che è riuscita a varcare la porta di comunicazione tra i due mondi. Sembrerebbe una graziosa storiella per minorenni. Invece la Pixar, al suo quarto lungometraggio in immagini di sintesi, conferma di saper usare l'animazione per mettere in scena (senza nuocere al piacere dei piccoli) allegorie della realtà destinate ai grandi. E si veda come è rappresentato il mondo dei mostri: un universo aziendale globale dominato dalla competizione, invaso dalla pubblicità, isterico per i pericoli che presume lo circondino e sotto stretta sorveglianza poliziesca. Sono infra-generazionali, invece, le parti d'azione, come l'inseguimento sulle porte sospese che sembra tolto dal repertorio di Indiana Jones. A realizzare tutto ciò non bastano le prodezze tecnologiche (per le quali il film è candidato a quattro Oscar): bisogna avere idee; molte più idee di quante ne trovi nella stragrande maggioranza dei film "dal vivo".
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