L'uomo che non c'era |
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Un film di Joel Coen.
Con Billy Bob Thornton, Frances McDormand, James Gandolfini, Michael Badalucco, Katherine Borowitz.
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Titolo originale The man who wasn't there.
Drammatico,
b/n
durata 116 min.
- USA 2001.
MYMONETRO
L'uomo che non c'era
valutazione media:
4,05
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Roberto Nepoti
La Repubblica
Il postino suona ancora una volta. Premio per la regia all'ultimo festival di Cannes, L'uomo che non c'era è un film che rifà lo stile dei noir americani di un tempo. L'esperienza non si può dire nuova per Joel e Ethan Coen, dieci anni fa vincitori della Palma d'oro con un'opera imbevuta di memoria cinefila come Barton Fink. Il loro nuovo film, però, lo è ancora di più; tanto da ricreare il clima, i tipi umani, la voce narrante "off" e perfino la fotografia in bianco e nero delle pellicole anni 30 e 40. Lo schema narrativo è classico: marito-moglie-amante, delitto e castigo, con qualche rimescolamento di carte e una robusta dose d'ironia. Santa Rosa, California, 1949. Barbiere nel negozio del cognato, Ed Crane è un antieroe taciturno, passivo e demotivato. Scoperto il tradimento della moglie Doris, l'uomo cerca di uscire dall'apatia ricattandone l'amante per mettersi in affari, ma ci scappa il morto. Dell'omicidio è accusata proprio Doris; però il marito non può salvarla perché, quando dice la verità, non viene creduto. Frattanto l'uomo accarezza un desiderio: riuscire a favorire la carriera di una giovanissima pianista nella quale, forse, intravede una seconda possibilità sentimentale. Benché L'uomo che non c'era sia tutt'altro che un "giallo" tradizionale, le ulteriori complicazioni della trama vanno taciute. La ricreazione d'atmosfera è sorprendente. Il senso di fatalismo e il degrado materiale e morale che caratterizzavano il classico noir americano sono còlti alla perfezione, mentre la fotografia di Roger Deakins, ispirata ai ritratti di Richard Avedon, sembra estrarre volti e oggetti dal passato. Però i Coen sanno bene, e lo dimostrano, che itempi sono cambiati. Quello che cambia è lo sguardo portato sull'avidità e l'idiozia umana: non più realismo cronachistico, ma una deriva nichilista di cui il "non esserci" di Ed è sintesi ed emblema. Peccato che, nell'ultima parte, incappino in una strana sindrome da indecisione che li spinge a diluirla in tre o quattro finali diversi.
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